segnali di origine artificiale rilevati sul pianeta Proxima b, nella nostra galassia, grazie ai radiotelescopi del progetto Breakthrough Listen

Possibile segnale radio alieno: la conferma potrebbe arrivare a breve

L’informazione arriva non da un ricercatore, ma da un documentarista che ha contatti con il mondo scientifico, in quanto ha collaborato in passato a progetti divulgativi con la NASA e altre agenzie. Simon Holland, l’autore della rivelazione, afferma che i suoi contatti gli hanno mostrato prove di segnali di origine artificiale rilevati sul pianeta Proxima b, grazie ai radiotelescopi del progetto Breakthrough Listen. Holland afferma inoltre che la notizia potrebbe essere confermata pubblicamente entro poche settimane. Due sarebbero i gruppi di astronomi in gara per rivelare i risultati.

La fonte

Simon Holland, documentarista e filmmaker, è un personaggio che vanta collaborazioni con la NASA, con la BBC e altre associazioni scientifiche.

Holland ha raccontato ai giornali inglesi che la sua fonte è interna all’organizzazione no-profit “Breakthrough Listen”, il progetto di ricerca che si autodefinisce «il più grande programma di ricerca scientifica mai realizzato volto a trovare prove dell’esistenza di altre civiltà oltre la Terra».

Breakthrough Listen fa uso di enormi radiotelescopi e ha ricevuto finanziamenti per più di 100 milioni di dollari.

«Il mio contatto – ha dichiarato Holland al giornale DailyMail.com – è un amministratore senior del radiotelescopio dell’UE. “Abbiamo trovato un’intelligenza extraterrestre non umana nella nostra galassia“, ha detto, “e la gente non lo sa”».

L’origine del segnale

Il segnale radio è stato captato per la prima volta il 29 aprile 2019 dal radiotelescopio australiano Parkes. L’origine di esso sarebbe il sistema Proxima Centauri, che è la stella più vicina al nostro sistema solare.

In particolare, attorno a quella stella orbita un pianeta simile alla Terra, Proxima b, nella zona considerata abitabile.

Già in quel momento la notizia di una rilevazione anomala aveva suscitato grandi aspettative. Il segnale tuttavia era debole, e probabilmente ci sono voluti diversi altri tentativi e analisi dei dati per trarre conclusioni.

Data l’importanza di quella osservazione, al segnale venne dato il nome di Breakthrough Listen Candidate-1 (BLC-1).

Dopo la smentita del 2021, ora una nuova prospettiva

Nel 2021 si era creduto che il segnale avesse un’origine terrestre, probabilmente un’interferenza radio. Si era concluso perciò che BLC-1 fosse dovuto a onde radio non identificate provenienti dalla Terra stessa.

Ora Simon Holland propone nuove interpretazioni. «Il segnale, invece di essere il gigantesco ronzio nell’universo che sentiamo attraverso tutti i radiotelescopi, era uno spettro elettromagnetico ristretto», ha spiegato al DailyMail.

«Si tratta di una sorgente puntiforme», e al divulgatore è stato detto che è improbabile che un simile segnale puntiforme abbia origine terrestre o sia causato da qualche corpo celeste.

Holland e anche la sua fonte sono persuasi ora che il segnale rilevato dal radiotelescopio nel 2019 provenisse realmente da una specie aliena avanzata. «Hanno trovato la prova di una firma tecnologica non umana», ha dichiarato il documentarista.

La competizione con altri gruppi di ricerca

Oltre al team di Breakthrough Listen, ci sarebbero anche gli astronomi cinesi pronti a divulgare la notizia. Secondo Holland ci sarebbe perciò una “gara” in corso per battere i ricercatori del governo cinese nel rendere pubblica la scoperta sconvolgente.

La Cina infatti possiede anch’essa un valido programma di ricerca radio di segnali, denominato FAST [Five-hundred-meter Aperture Spherical Telescope]. Il loro strumento è il radiotelescopio esistente più grande al mondo, dopo la dismissione di quello di Arecibo in Porto Rico (crollato nel 2020).

In attesa di conferme

Difficile dire se la notizia trapelata dalle indiscrezioni del filmmaker Simon Holland sia realmente attendibile, in ogni caso vedremo nelle prossime settimane se ci saranno conferme pubbliche da parte della comunità scientifica.

Holland ha dichiarato che la pubblicazione dei risultati arriverà “entro qualche settimana”, e ha indicato vagamente come tempistiche il mese di novembre, dopo le elezioni americane.

illustrazione di fantasia che ritrae un radiotelescopio in orbita con pianeti in lontananza. C'è vita nella nostra galassia oltre alla Terra?

Che si tratti della volta buona oppure no, bisogna rilevare che negli ultimi tempi sono molteplici le voci di possibili scoperte che potrebbero arrivare dai telescopi più avanzati dispiegati dalla scienza.

Abbiamo scritto di recente riguardo alle possibili scoperte fatte grazie al telescopio James Webb, che avrebbe individuato tracce biochimiche di vita su un esopianeta.

Se queste scoperte dovessero confermarsi, potremmo essere di fronte a una svolta epocale nel campo della esobiologia.

Rimanete sintonizzati, perché il futuro dell’esplorazione spaziale potrebbe riservarci rivelazioni che fino a poco tempo fa sembravano appartenere solo alla fantascienza.


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