Le straordinarie affermazioni del colonnello Karl Nell: «Zero dubbi: le intelligenze non umane sono reali, sono qui»

Ci sono sempre più personalità di spicco del mondo militare che si spingono ad affermazioni sorprendenti sugli ufo. Uno di questi è il colonnello statunitense Karl Nell.

La sua dichiarazione sconvolgente? Questa: intelligenze non umane – un termine dal significato ampio, che in sintesi ma in maniera non esaustiva potremmo definire come “gli alieni” –, sono qui, interagiscono con noi da tempo, e questa interazione dunque non è nuova.

Sono affermazioni rilasciate durante una conversazione-intervista nell’ambito della conferenza SALT del 21 maggio 2024. Vediamone i dettagli.

In questo post riportiamo un riassunto della conversazione, con le nostre traduzioni dei passaggi più significativi e delle straordinarie affermazioni dell’ex colonnello

Per chi lo desidera, consigliamo di ascoltare vedere l’originale su youtube. La conversazione, che in tutto dura una ventina di minuti, merita infatti di essere ascoltata per intero.

Per chi non è pratico di inglese, suggeriamo di utilizzare i sottotitoli generati automaticamente da YouTube, che anche se non precisissimi aiutano nella comprensione generale (per attivarli, selezionare l’opzione nelle Impostazioni, cliccando sull’icona a forma di ingranaggio sulla barra del video).

Il video dell’intervista a Karl Nell, link dal canale YouTube della conferenza SALT.

In questo post:

Chi è Karl Nell

Il cursus honorum di Karl Nell è notevole, innumerevoli i suoi titoli e le posizioni ricoperte tra esercito e intelligence. In sintesi possiamo dire che è un ex colonnello dell’esercito, attualmente in pensione.

Di formazione è ingegnere elettrico, come lui stesso afferma nell’intervista. L’esercito lo ha poi inviato in missione in varie parti del mondo. Ha lavorato anche nel corpo militare dedicato allo spazio di recente fondazione, lo Space Command.

Ma di specifica rilevanza in merito agli ufo / uap è proprio il fatto che ha ricoperto incarichi anche nella task force del Pentagono che si occupava di indagare gli ufo.

La conferenza SALT iConnections

Il contesto in cui Karl ha fatto le sue affermazioni è stato l’evento della conferenza SALT iConnections, svoltasi a New York tra il 20 e il 21 maggio 2024. SALT, si legge sul loro sito, è una community di investitori, creators e pensatori. Il fine in genere di quegli eventi è raccogliere fondi e mettere in contatto potenziali investitori con fondatori di startup. Spesso, come nel caso di Karl Nell, personalità di spicco nei vari campi vengono invitate a parlare per il loro apporto informativo.

Le affermazioni

L’intervista si è svolta in modo molto diretto. Appena l’ex colonnello ha finito di elencare sinteticamente il suo curriculum, il moderatore Alex Klokus gli ha chiesto: «La domanda da un milione di dollari: lei crede che una forma avanzata di intelligenza non umana abbia visitato questo pianeta?».


Nell è stato immediato: «Le intelligenze non-umane esistono, interagiscono con l’umanità, la loro interazione non è nuova, ed è in corso. E ci sono membri non eletti del governo che sono consapevoli di questo».


Un’affermazione che non lascia spazio a incertezze! E alla domanda subito seguente dell’intervistatore, su quanto fosse sicuro di quello che diceva, Karl ha risposto: «Ci sono zero dubbi».

Le prove

Trattandosi di un membro dell’intelligence, non ci potevamo aspettare certo che Karl Nell portasse evidenze dirette, tuttavia le sue affermazioni sui fondamenti e le prove a sostegno di ciò che ha dichiarato sono molto interessanti.

Ha infatti menzionato diversi altri personaggi di provenienza militare e governativa che in questi anni hanno fatto le stesse affermazioni.

Le altre persone citate sono ad esempio Haim Eshed, l’ex capo dei programmi spaziali israeliani, autore di affermazioni sorprendenti, shoccanti e talmente incredibili che i media lo avevano etichettato bonariamente come un anziano in vena di fantasie.

Eshed, infatti, ricordiamo che in un’intervista rilasciata negli anni scorsi a un giornale israeliano aveva sostenuto che esiste una federazione galattica di diverse specie aliene, e che ci sono accordi tra governi delle potenze occidentali e questi esseri, oltre a basi su Marte dove astronauti ed extraterrestri collaborano(!).

Altri personaggi citati da Nell e dotati di «un alto accesso alle informazioni» sono Paul Hellyer, che è stato capo della difesa in Canada, e anche lui «ha detto le stesse cose». Così pure Chris Mellon (ex vice assistente all’intelligence) «ha detto le stesse cose», Luis Elizondo e David Grush «hanno detto le stesse cose».

Quindi, «se guardiamo a persone nella posizione di conoscere, hanno fatto le stesse affermazioni».

La critica al programma SETI

Il programma di ricerca di segnali extraterrestri, il Seti, ha affermato Karl Nell, cerca eventuali segnali radio remoti.

Ma noi stessi stiamo smettendo di usare trasmissioni radio, e probabilmente «gli altri ragazzi» – cioè le intelligenze non umane – nemmeno loro «trasmettono più, ma ciò che possono fare, se per loro è possibile, è venire qui. E ci sono modelli in fisica che suggeriscono che questo è possibile».

Le ragioni del segreto da parte del governo

Buona parte della conversazione ha riguardato le ragioni della riluttanza da parte del governo ad ammettere la presenza aliena sulla Terra. Karl ha fatto interessanti riflessioni al riguardo.

La linea principale è quella del timore di una disgregazione sociale, una panico di massa o comunque un disordine della sicurezza nazionale causato dallo shock di una simile rivelazione.

E proprio per questo Karl si è soffermato sull’importanza di una rivelazione di tipo graduale, che eviti esiti catastrofici di una rivelazione invece improvvisata o per nulla pianificata.

La cosiddetta “catastrophic disclosure” sarebbe insomma molto più temibile.

Karl suggerisce la possibilità di arrivare a parziali ammissioni in modo analogo a quanto è avvenuto per la tecnologia delle armi nucleari. Sarebbe irresponsabile per qualsiasi governo una diffusione incontrollata di informazioni.

Tuttavia egli ritiene che sarebbe giusto rivelare alla popolazione la presenza di queste intelligenze non umane.

La prima questione da affrontare è di tipo morale, afferma l’ex colonnello. Il governo esiste «per e grazie alla gente», ha continuato, e «i fondamenti della realtà non sono informazione di appannaggio esclusivo del governo. La gente ha diritto di conoscere il mondo in cui viviamo, e la ricerca della felicità richiede questa conoscenza».

Come corollario di questa esigenza di trasparenza c’è il fatto che se il governo si è comportato «non in maniera del corretta in passato», occorre correggere e rimediare a questi errori.

Inoltre, «essere in una modalità reattiva non è mai meglio che essere in una modalità proattiva». E per modalità reattiva l’ex colonnello intende cercare di prevenire la rivelazione di queste entità.

Ma un eventuale fallimento di questi tentativi reazionari potrebbe portare alla tanto temuta “catastrophic disclosure”, a una rivelazione dagli effetti catastrofici per la società.

Karl rilancia allora l’idea di una modalità intermedia, una disclosure moderata, come migliore via da percorrere.

La terza parte in cui si divide la questione secondo l’ex colonnello riguarda «semplicemente l’avanzamento della società e la competitività globale». In pratica, è necessario l’apporto di più menti e di più persone per capire questo fenomeno e migliorare la società.

I rischi di una rivelazione incontrollata

«E se non rivelassimo affatto?», domanda l’intervistatore. Karl risponde che spesso si tende a inquadrare tutto in una situazione binaria, tutto o niente.

«Ma ormai il Pentagono ha già ammesso che questi fenomeni esistono, non sono oggetti nostri, appartengono a intelligenze non umane».
Dunque in un certo senso, sembra voler dire, la via è già tracciata.

Le ammissioni pubbliche, per quanto ora circostanziate alla semplice ammissione dell’esistenza di questi oggetti, ci conducono verso una rivelazione controllata.

E qui Karl cita un esempio dalla storia antica, parlando di un libro del 2015 di Eric Cline, studioso dell’Università di Princeton, che ha studiato l’età del bronzo e la crisi delle civiltà mediterranee che sono state tutte travolte in un periodo molto specifico. Il libro si intitola “1177 a.C.: Il collasso della civiltà” (una edizione rinnovata di quel libro è uscita nel 2023 edita da Bollati Boringhieri, in italiano).

Il libro citato da Karl Nell: “Il collasso della civiltà”, di E. Cline, edito in Italia da Bollati Boringhieri, nuova edizione 2023.

Erano civiltà molto avanzate e «globaliste» in analogia alla nostra di oggi, racconta Nell, e qualche circostanza stressante «le ha portate tutte al tracollo nell’arco di tempo di una vita umana, per tutta una serie di ragioni, che non sono del tutto comprese ad oggi».

E questo è il rischio che anch’egli intravede, cioè la fragilità della nostra civiltà. Secondo Karl il nostro mondo è in una simile situazione di stress, perciò per i governi, e per qualunque «decisore responsabile, è un aspetto rilevante» da tenere in considerazione.

Siamo pronti per la rivelazione?

Lasciamo agli ascoltatori il piacere di sentire nel video originale le risposte di natura più filosofica ed epistemologica che l’interessante ospite, sul finire della conversazione, ha provato a formulare.

Nel complesso tuttavia egli si è mostrato neutrale o possibilista, portando analogie con i sistemi di credenze da millenni diffusi nell’umanità, soggetti spontaneamente ad aggiustamenti e variazioni.

Lo stesso, riguardo all’interrogativo se queste entità possano costituire una minaccia per l’umanità, sollevato dall’intervistatore, Karl l’ha inquadrato in una più generale considerazione sulle ipotesi di come possono essersi sviluppate le forme di vita nell’universo: non abbiamo elementi precisi per pronunciarci su intenzioni e scopi di altre intelligenze.

Da un mondo pre-rivelazione a un mondo post-rivelazione

«L’enfasi sulla rivelazione è andata e venuta nel tempo», ha osservato l’ex colonnello. Ci sono stati infatti diversi momenti negli ultimi decenni in cui l’attenzione pubblica sul fenomeno ufo era alta, seguiti da insabbiamenti governativi e rinnovate ondate di interesse mediatico.

L’ultimo picco di questo rinnovato focus sul fenomeno lo abbiamo avuto alcuni mesi fa, con la legge Schumer proposta al parlamento americano, che è stata però scartata nel dicembre scorso.

Quel disegno di legge doveva proteggere i testimoni e le persone con informazioni secretate che avessero testimoniato al Congresso sui programmi segreti americani in materia di ufo e retro-ingegneria di materiali recuperati dagli oggetti volanti.

La legge Schumer dovrebbe venire riproposta questa estate, con la finalità di reintrodurla a fine anno nel bilancio, e dovrebbe rilanciare il tema in vista anche delle elezioni presidenziali americane.

Altri stati sono impegnati nella ricerca di questi fenomeni, hanno convenuto intervistatore e intervistato.

Karl ha osservato poi come esista un terreno di mezzo che spesso accompagna i grandi cambiamenti di paradigmi. Ed ogni periodo di stabilità è sempre accompagnato da periodi di instabilità.

«Parte del nostro obiettivo della nostra esistenza è perseguire la conoscenza», ha concluso sul finire dell’intervista l’ex colonnello.


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