illustrazione di fantaia di oggetto non terrestre potenzialmente alieno in base militare

«Ho visto tecnologia aliena in una base sotterranea». Le rivelazioni del nuovo testimone Randy Anderson

Una video-intervista appena uscita su YouTube, curata dal bravissimo youtuber Jesse Michels sul suo canale American Alchemy, porta alla luce le rivelazioni straordinarie del “Berretto Verde” Randy Anderson.

Anderson, esperto di armamenti e militare dei corpi speciali, nel 2014 ebbe il privilegio di conoscere alcuni segreti altamente classificati. Nei sotterranei di una base militare USA, come racconta egli stesso, fu condotto in un ufficio la cui insegna era inequivocabile: OFF WORLD TECHNOLOGY. Tecnologia di un altro mondo. 

Lì gli fu mostrata una sfera metallica extraterrestre che levitava. Inoltre, gli fu mostrato un secondo oggetto di origine non terrestre. Questa profonda esperienza e i dettagli che gli furono rivelati sull’origine di quegli oggetti hanno inevitabilmente cambiato la sua visione della realtà. 

L’intervista a Randy Anderson

Una lunga e interessante intervista postata il 14 gennaio 2025 dallo youtuber Jesse Michels (negli ultimi anni autore di interviste scoop ai protagonisti dell’ufologia recente) ci regala una nuova, entusiasmante testimonianza da un uomo che ha fatto parte dei corpi speciali militari americani: Randy Anderson. Questo è il nome del nuovo testimone, prima mai uscito allo scoperto. 

Dopo aver introdotto la sua storia, quella di un militare altamente addestrato e preparato, soprattutto sul versante delle armi e degli esplosivi, Jesse guida l’intervista sul versante che rivelerà al pubblico contenuti straordinari: quello delle basi più o meno segrete americane dove da tempo si studierebbero artefatti extraterrestri: l’Area 51, la base limitrofa S4 (i luoghi insomma di cui ha parlato per esempio un altro storico testimone – la cui attendibilità è sempre rimasta in discussione, tra sostenitori e detrattori –, Bob Lazar), e altre location strategiche di quel genere.

Video dell’intervista completa a Randy Anderson fatta da Jesse Michels, su YouTube.

Ma la storia di Randy è precisa e inappuntabile. Il suo addestramento lo ha portato ad essere selezionato tra i migliori. Ed è probabilmente proprio tramite quel metodo di selezione, racconta lui, che membri dei corpi speciali come lui vengono introdotti ai segreti sulle tecnologie avanzate. 

Infatti, alla base del NAVSEA (Naval Surface Warfare Center) al termine di un addestramento lui e un altro commilitone furono condotti nei sotterranei, per la finalità di far vedere a loro alcuni esempi di tecnologie di armamenti recuperati all’estero. 

Innanzitutto scesero in profondità con un ascensore, e Randy racconta che si stupì di questo fatto, prima di tutto perché non sapeva che la base NAVSEA avesse livelli così sotterranei, e poi per la profondità stessa, dal momento che pur senza riferimenti gli sembrò di scendere ben oltre i piani di un ordinario sotterraneo. 

All’inizio, furono condotti in una struttura che gli parve arredata in modo più moderno di quelle in superficie, e dove regnava una certa serietà. Furono condotti, lui e il commilitone, da due supervisori, che non conoscevano ma che dovevano essere dei contractor.

Per prima cosa esaminarono tecnologie di armamenti recuperati dall’intelligence e che provenivano da Russia e Cina. Randy disse che non si trattava i cose esotiche, ma piuttosto erano armi non convenzionali. 

Poi, dopo una breve consultazione dei due supervisori, Randy e il collega furono condotti attraverso un ulteriore livello di sicurezza.

Questo stupì molto il militare, perché non era abitudine una simile segretezza ulteriore all’interno delle basi. Dovettero lasciare i loro accessori, come orologi bracciali e simili, e entrarono nel livello più segreto.

Lì, un’insegna sulla parete li lasciò stupefatti: “Off World technology”: tecnologia di un altro mondo.

La sfera metallica

Entrarono in un locale ammobiliato in modo ancora più avanzato e “moderno”, sia nell’illuminazione sia nelle rifiniture. Al centro della stanza, disposta su un tavole e levitante sopra un piedistallo, c’era una sfera metallica delle dimensioni di una palla da basket. 

I due contractor che accompagnavano Randy e l’altro militare dissero che la sfera era stata recuperata “all’interno di una navicella che si era schiantata”.

Jesse, ad ascoltare il racconto, ovviamente è oltre la meraviglia. 

Randy continua: “E aggiunsero che probabilmente era legato al sistema di controllo della navicella …e il suo controllo aveva a che fare con la coscienza”.

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Il tema del controllo cosciente delle navicelle ufo, e più in generale della potenziale esistenza di una modalità telepatica o immateriale di comunicazione, è stata a lungo teorizzata. 

Sono esistiti storici programmi di indagine delle facoltà telepatiche umane, ad opera della Cia, negli anni 70 e 80, il più noto dei quali fu il progetto Stargate. 

La sensazione è che sentiremo molto parlare di queste cose nel prossimo futuro. Ma torniamo al racconto di Randy.

L’oggetto simile a un guanto e lo schermo con “geroglifici”

Condotti in un altra stanza limitrofa, i due militari furono portati a vedere un secondo oggetto. 

Randy ha difficoltà a descriverlo. Sembrava qualcosa da indossare su un avambraccio, dice, in modo simile a uno scudo o un guanto.

Ma l’aspetto più strano è che quell’oggetto aveva una sorta di schermo rettangolare, sul quale scorrevano simboli traslucidi, simili a geroglifici.

Jesse e Randy in quel momento si soffermano a ricordare l’intervista che Jesse ha fatto all’avvocato Daniel Sheehan, anche lui da decenni coinvolto nelle vicende che riguardano gli uap / ufo e il recupero di materiali non terrestri. Sheehan raccontò che negli anni Settanta gli furono mostrati documenti del progetto Blue Book. In particolare, visionò foto e documenti di un disco volante caduto. Zoomando il microfilm di quelle immagini, Sheehan riuscì a osservare dei simboli lungo il bordo dell’Ufo. E li copiò sul suo taccuino, tanto che poi nel video dell’intervista egli li mostra a Jesse, come potete vedere dal seguente fermo-immagine tratto dal video. 

Fermo immagine dal video di Jesse Michels, che ritrae i simboli disegnati da Danny Sheehan come lui li aveva visionati dai documenti e microfilm di un ufo caduto. Fonte YouTube – Jesse Michels

E un aspetto sconvolgente è che Randy afferma che i simboli che lui vide sullo schermo di quella specie di guanto erano del tutto somiglianti a quelli trascritti da Sheehan. 

Ma forse la cosa più sinistra di tale manufatto è che i due militari che accompagnano Randy e l’altro suo collega, gli dissero che il recupero di quell’oggetto era costato potenzialmente il ferimento o addirittura la morte di alcune persone.

Dai droni agli studi di confine. Verso un 2025 di rivelazioni 

Una grande intervista dunque questa al berretto verde Randy Anderson, che ha toccato tanti temi degli anni recenti e che ci proietta in un 2025 di attese per le possibili rivelazioni su ufo e fenomeni di confine. 

Un argomento notevole menzionato da Randy a inizio intervista è stato quello dei droni. Il suo punto di vista sulla vicenda dei droni che da mesi sta condizionando i cieli americani ma anche in parte europei è questo: secondo Randy è tecnologia americana che sta indagando su tecnologia “non nostra”.

Randy infatti ha dichiarato di essere al corrente delle tecnologie americane in fatto di droni, e assicura che la tecnologia attuale è molto più avanzata di quanto attualmente la gente pensi.

Dunque ci sarebbero dei droni che si mimetizzano per somigliare a oggetti ordinari, ma che in realtà hanno caratteristiche non convenzionali. 

Jesse poi nel cuore dell’intervista ha rilanciato ciò che tanti altri “pezzi grossi” del giornalismo e della ricerca indipendente sugli Uap sta sostenendo da un certo tempo: ossia che vedremo nel 2025 un’accelerazione nella rivelazione delle presenze non umane tra noi. 


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