Fotografare le stelle con reflex e treppiede: tutte le cose da sapere

Telescopi con Astroshop

La fotografia astronomica senza inseguimento: un’astrofotografia “rilassata”

Si può fare astrofotografia con reflex e cavalletto? Sì, certamente. I risultati saranno naturalmente un po’ diversi dalle foto super luminose “stile telescopio Hubble” che certi bravissimi fotografi del cielo mettono in mostra sui loro siti e pagine social. Ma ciò non significa che con pazienza e abilità, non si possa divertirsi e creare fotografie astronomiche ugualmente memorabili.

È senz’altro un tipo di fotografia particolarmente gratificante, proprio perché più “veloce” di altri tipi di astrofotografia (che hanno bisogno di molto più tempo per allestire tutta la strumentazione) e relativamente economica: tanti fotografi amatoriali possiedono ad esempio già un treppiede in casa. 

Ma se ancora non ne avete la dotazione con cui sperimentare foto astronomiche dal giardino o dal balcone, e se avete bisogno di consigli sulla strumentazione, in questo post vi suggerirò quali sono i pochi ma essenziali strumenti adatti per l’astrofotografia, come un buon treppiede e un buon obiettivo luminoso, oltre a spiegarvi i fondamentali per calcolare il tempo di esposizione.

Per reperire la migliore strumentazione astronomica consiglio Astroshop.it, il più grande rivenditore di articoli astronomici in Europa, con negozi in Italia, Germania, e altri stati europei.

Esempio: un ottimo set per l’astrofotografia:

Questo treppiedi in alluminio + testa fotografica, entrambi dell’ottima azienda italiana Manfrotto, è una combo che ti durerà a lungo. Solido e versatile nei movimenti, è perfetto per cimentarsi nella fotografia astronomica:

Manfrotto Treppiede Aluminio MK290XTA3-BH con testa a sfera

Treppiede Manfrotto + testa a sfera

Che cosa fotografare

Per prima cosa cerchiamo di capire che cosa si prefigge la fotografia astronomica con fotocamera e treppiede?

Potremmo rispondere: molte cose! Ad esempio, è possibile fare dell’ottima fotografia di paesaggio, ampi campi stellari, foto della via lattea – dove ancora ci sono cieli bui… – e delle cosiddette star trails (una foto a lunga posa che ritrae il movimento apparente della vista celeste). 

Avendo cura di scegliere esposizioni a lunga posa, sui 20 secondi, con un obiettivo grandangolare luminoso, e una fotocamera di recente produzione capace di buona sensibilità ISO, si possono produrre foto di ampie porzioni della via lattea e costellazioni, di grande impatto visivo.

E poi ancora: è possibile fare fotografia di ampie fette di cielo ritraendo una o più costellazioni, oppure anche documentare fenomeni celesti che si dispiegano su porzioni di cielo piuttosto estese, come congiunzioni, comete luminose (anche se quest’ultime sono piuttosto rare), e ricordiamo anche soggetti apparentemente più ordinari ma non banali, come fotografare la luna, le eclissi, eccetera. 

Esempio di foto di “startrails”: ottenuta con una lunga posa, senza badare all’inseguimento delle stelle. in questo caso le “scie” luminose delle stelle sono un effetto voluto.

In sintesi: si può fotografare tutto ciò che non prevede un “inseguimento” motorizzato del moto apparente delle stelle. Dunque sono escluse le foto a lunga posa che cercano di catturare la luce degli oggetti più tenui, come ad esempio la maggior parte delle galassie e nebulose. 

Rimane comunque un vasto programma di soggetti che nessun astrofilo appassionato di astronomia ancora è riuscito a esaurire, pur utilizzando soltanto fotocamera e treppiede! Bisogna soltanto impratichirsi con poche semplici regole che riguardano soprattutto i tempi di esposizione. Di seguito vedremo gli aspetti principali. 

La scelta del treppiede e della testa fotografica

Il treppiede per fotografia astronomica deve avere poche ma essenziali caratteristiche. 

Innanzitutto sarebbe meglio precisare che il treppiedi o cavalletto si compone in realtà di due parti, che non necessariamente sono vendute insieme: il treppiede vero e proprio e la testa fotografica. 

Un treppiede può essere o può non essere venduto con testa inclusa. Dunque prestate attenzione durante l’acquisto a questo dettaglio.

Il treppiede sono le “tre gambe” più l’asta centrale. La testa fotografica è ciò che si innesta alla sommità dell’asta centrale, e sarà sulla testa che andremo ad avvitare la nostra fotocamera.

Il treppiede deve essere solido, robusto, non può muoversi ad ogni refolo di vento! Deve avere una ragionevole fermezza, in grado di arrestare le vibrazioni e il movimento. Infatti, una delle principali battaglie “contro i mulini a vento” di chi fotografa le stelle è quella contro l’effetto mosso, o meglio il micro mosso. 

Intendiamoci, l’astrofotografia con l’uso del treppiedi contempla come accettabile un certo mosso. Si tratta per lo più di un mosso dovuto al moto apparente delle stelle, che con un tempo di posa leggermente non ottimale può comunque manifestarsi, soprattutto quando andiamo ad ingrandire l’immagine una volta scattata.

Tuttavia, il mosso per colpa del treppiede è ciò che più dovremmo cercare di evitare. Questo si ottiene principalmente in due modi:

1) impiegando un tempo differito di scatto, ossia il ritardo di esposizione, esattamente come quando scattiamo una foto di gruppo. Sulle fotocamere è frequente trovare impostazioni di ritardo di scatto di 10 secondi o meno, e spesso bastano anche 3 o 5 secondi a fermare le vibrazioni dopo aver premuto il pulsante di scatto, se il treppiede è stabile.

2) Inoltre, il mosso si cerca di evitare il più possibile poi scegliendo un valido treppiede!

Si potrebbe dire che un treppiede fotografico, se è costruito come un carro armato è meglio! Il miglior treppiede non è quello che vi alleggerisce il peso, ma è quello più stabile. In più, prendete una testa fotografica che consenta ampi angoli di movimento.

Poi ci sono anche ottimi treppiedi robusti e leggeri allo stesso tempo, come quelli della marca Manfrotto specificamente realizzati in carbonio. Sono più costosi, ma indubbiamente vi garantiscono stabilità, affidabilità, e contengono il peso in misura più che accettabile.

La testa fotografica

La testa fotografica, o testa video, deve avere sistema di blocco sicuro. Cioè una volta puntata la fotocamera verso il cielo, e bloccata la testa fotografica in quella posizione, non deve scivolare a causa del peso in altre posizioni. 

Ci sono anche teste a sfera o ball head adatte a quello scopo. È un tipo di testa fotografica. Anche lì l’importante è che abbiano un efficace leva di blocco. Le migliori teste fotografiche sono ben equipaggiate per essere sfruttate in fotografia astronomica. 

Un esempio di testa a sfera (“ball head”) montata su un treppiede.

Riassumendo alcuni dei vantaggi della fotografia astronomica “leggera”:

Qualsiasi combo treppiede più fotocamera sarà comunque più leggero dei sistemi composti da telescopio più reflex.

Col treppiede porterete relativamente pochi kg di attrezzatura, diciamo tra 3 e 6 indicativamente. Mentre con un telescopio e fotocamera difficile scendere sotto i 10 15 kg. 

Riassumendo i benefici dell’astrofotografia “light”:

Facilità di trasporto: Potrete ragionevolmente trasportare a mano o in uno zaino o borsa tutta l’attrezzatura necessaria, quindi sarà facile recarvi sul punto di osservazione dove vorrete fotografare il cielo

Rapidità di utilizzo: sarà più rapido mobilitare e smobilitare l’attrezzatura e avrete più voglia di fare astrofotografia perché non ci vorranno decine di minuti e sfacchinate come invece avviene quando volete tirare fuori il telescopio e tutto ciò che comporta: attendere l’acclimamento delle ottiche, collegare tute le periferiche, eventualmente anche un computer eccetera. No, basterà tirar fuori treppiede, montare sopra la fotocamera, spesso ci sono attacchi rapidi che con un clic consentono di innestare il corpo, e via. 

La Regola del 500 (o del 600): calcolare il tempo di esposizione

Veniamo ora ai tempi di esposizione. Quando si scatta una foto al cielo notturno con un treppiede, e non si usa un astro inseguitore, dunque senza motorizzazione, uno dei problemi principali è il movimento apparente delle stelle dovuto alla rotazione terrestre.

Se il tempo di esposizione è troppo lungo, le stelle appariranno come scie anziché come punti luminosi. Per evitare questo effetto si può applicare la Regola del 500 (o del 600), una formula empirica utilizzata dagli atrofili/fotografi per stimare il tempo massimo di esposizione prima che le stelle inizino a lasciare una traccia visibile.  

Se non vogliamo che le stelle risultino palesemente mosse saremo vincolati a usare tempi di esposizione contenuti, in genere dell’ordine di alcuni secondi, o al massimo di alcune decine di secondi.

La principale variabile – oltre al soggetto che vogliamo ritrarre, come vedremo – è l’obiettivo fotografico che intendiamo impiegare.

La formula è la seguente:

T=\frac{500}{f}

Dove:

  • T è il tempo massimo di esposizione (in secondi),
  • f è la lunghezza focale dell’obiettivo (in millimetri).

Alcuni fotografi usano 600 anziché 500, soprattutto con sensori full-frame, poiché un valore più alto permette un tempo di esposizione leggermente più lungo prima che le stelle risultino mosse.

Esempi pratici

  • Se si utilizza un obiettivo da 20 mm su una fotocamera full-frame:

T=\frac{500}{20}=25 secondi

Si potrà esporre fino a circa 25 secondi senza un evidente effetto scia.

  • Se si usa un obiettivo da 50 mm:

T=\frac{500}{50}=10 secondi

In questo caso, il tempo di esposizione massimo sarà di 10 secondi, poiché un obiettivo più lungo amplifica il movimento apparente delle stelle.

Per fotocamere con sensori APS-C o Micro 4/3, bisogna considerare il fattore di crop, dividendo il valore della focale effettiva. Ad esempio, su un sensore APS-C con fattore di crop di 1,5x, un obiettivo da 20 mm equivale a 30 mm su full-frame, quindi il calcolo sarà:

T=\frac{500}{30}≈16 secondi

Ottimizzare il tempo di esposizione

Anche se la Regola del 500 suggerisce un certo valore, è meglio essere conservativi e ridurre leggermente il tempo – ad esempio passando da 25 a 20 secondi o da 10 a 8. In genere questo può migliorare la nitidezza dell’immagine, specialmente su fotocamere con sensori ad alta risoluzione, dove anche un minimo movimento è più evidente.

Inoltre, la velocità angolare con cui le stelle si muovono nel cielo non è uniforme:

  • Le stelle vicine all’equatore celeste (la zona centrale del cielo) si muovono di un moto apparente più rapido (la loro velocità angolare è maggiore) e mostreranno il movimento prima.
  • Le stelle vicine ai poli celesti (come la Stella Polare nell’emisfero nord) hanno un moto apparente molto più lento, il che permette esposizioni più lunghe senza che diventino scie.

Se il tuo soggetto è una costellazione vicino al polo, potrai usare tempi di esposizione più lunghi senza problemi evidenti. Viceversa, se stai fotografando regioni del cielo più vicine all’equatore celeste, dovrai essere più cauto per evitare il mosso.

Esempio di fotografia astronomica che coglie una parte della costellazione di Orione.

**

Tutto questo vale in modo abbastanza pacifico per tutto ciò che riguarda la fotografia delle costellazioni e dei campi stellari.

Ormai le reflex digitali recenti hanno una ottima sensibilità. Si consiglia ad ogni modo di impostare la sensibilità ISO in modo da contenere il rumore. Voi stessi conoscete le caratteristiche e i limiti della vostra fotocamera!

Ma se vogliamo fotografare la Luna??

La formula vista sopra si adatta bene agli oggetti del cielo notturno, esclusa la Luna. Infatti il nostro satellite è troppo luminoso in confronto al fondo del cielo. Avrà bisogno di tempi di esposizione molto più rapidi.

In genere fotografare la luna è abbastanza facile. 

Come fotografare la luna

La Luna è un oggetto molto luminoso e in rapido movimento nel cielo, quindi le impostazioni della fotocamera devono essere regolate di conseguenza.

Obiettivi consigliati: Per ottenere dettagli apprezzabili del nostro satellite, è preferibile usare un teleobiettivo. L’unico inconveniente è che in genere un buon teleobiettivo è un accessorio costoso. Però appunto la luminosità della luna aiuta, e anche uno “zoomone” di quelli tipo 28-200 piuttosto chiusi che spesso si vedono abbinati alle reflex, è in grado di consentire buone foto lunari.

Si consiglia comunque un teleobiettivo dai 180mm in su: in genere, più è lungo e di buona qualità meglio. Ben vengano quindi i 200 mm, i 300mm ecc.

Tenete in considerazione però che un teleobiettivo più è grosso e pesante più accentuerà le vibrazioni, l’instabilità generale del sistema fotocamera-treppiede. Questo è un ulteriore motivo per scegliere un treppiede solido.

Tempi di esposizione?

La luna piena può accontentarsi di esposizioni brevi e sensibilità basse. Per esempio, come criterio generale ( che può essere modificato variando in modo corrispondente i valori), per la luna piena: f/11, ISO 100 e 1/100 di secondo.

La messa a fuoco automatica può non essere precisa sulla Luna (ma del resto anche sul cielo stellato), quindi è sempre meglio regolarla manualmente, ingrandendo l’immagine sul display Live View della fotocamera.

Quando la luna si trova invece nelle altre fasi e vogliamo catturare uno spicchio di luna, il consiglio è di sperimentare facendo alcune prove. Spesso inoltre la luna può essere integrata in una più ampia inquadratura per ottenere suggestivi paesaggi notturni, specialmente se ci sono altri elementi nel paesaggio che regalano un’atmosfera unica.

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