Lo speciale di Focus “Ufo – I casi italiani” è andato in onda in prima serata il 14 aprile, ma chi se lo fosse perso può tranquillamente rivederlo online su Mediaset Infinity. Il documentario è il primo di una breve serie (3 puntate in totale) di approfondimenti incentrati sui casi nazionali di incontri con gli UFO. I prossimi saranno il 21 e il 28 aprile.
Ne ho visto la puntata in differita, su internet appunto tramite il sito Mediaset. Occorre solo registrarsi con l’email.
Interessante e meritevole il taglio del documentario nel suo insieme, che offre allo spettatore un resoconto storico di ciò che è avvenuto, in base alle testimonianze disponibili, senza inutili toni cospiratori o sensazionalistici che spesso, invece, accompagnano tante altre serie di intrattenimento dedicate a temi ufologici o paranormali.
Questo filmato offre il giusto connubio di aneddoti e di pareri scientifici, unito a un montaggio di qualità. Dunque, mettetevi comodi e vediamo i temi principali che sono stati trattati nella puntata.
Dicevo, un ottimo documentario quello della serie “Ufo – i casi italiani” perché è un buon racconto di alcune tappe della storia degli ufo in Italia, utile per farsi un’idea della questione, per avere un quadro a grandi linee di alcuni eventi, racconti, e testimonianze.
La prima puntata andata in onda su Focus ha un fortissimo focus (si perdoni il gioco di parole) sulla Sicilia. Inizia infatti col ripercorrere un interessante e poco conosciuto incontro ravvicinato (un incontro “del terzo tipo”) avvenuto il 4 luglio 1978 presso l’Etna, di cui furono protagonisti 3 sergenti, militari in forze al 41esimo stormo dell’Aeronautica Militare, assieme a una civile, una donna.
Il luogo dell’incontro è una zona disabitata a 1200 metri sul mare, nei pressi del vulcano. All’imbocco di un tornante, i 4 osservarono oggetti sconosciuti volare in formazione a triangolo, per poi veder atterrare uno di essi dietro una collina. I militari riferirono l’accaduto ai superiori, furono avviate indagini e sopralluoghi. La relazione finale sul caso però non portò ad alcuna conclusione. Eppure, molti sono stati gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati nei pressi del vulcano, nel corso degli anni.
Così, dopo il primo caso, si passa a un secondo tema, quello dei cosiddetti contattisti, o contattati, coloro che dichiarano – o dichiaravano, perché negli ultimi decenni non sembrano essere emersi nuovi personaggi di quel tipo – di trovarsi in contatto con entità non umane.
E dato che anche qui il tema è stato esposto in declinazione siciliana, il personaggio di cui parla il documentario è Eugenio Siragusa, già attivo sempre nella zona etnea già diversi anni prima dell’incontro citato sopra, quello del 1978. Siragusa viene considerato “il contattato” per eccellenza, come spiega nel documentario Orazio Valenti, biografo ufficiale di Siragusa.
Un contattato è una figura diversa dal contattista: Siragusa rivendicava di essere il tramite per la ricezione di messaggi che riguardano l’umanità, anche messaggi di tipo spirituale. Un fenomeno mediatico, quello del contattismo in senso ampio, che fu piuttosto diffuso negli anni Settanta / Ottanta, come racconta la voce narrante.
Infine, un grande argomento con cui prosegue la puntata è proprio il tentativo di rendere ragione della frequente apparizione di ufo attorno ai vulcani, l’Etna in particolare. Lo sforzo è quello di riuscire a spiegare o quantomeno ipotizzare quali tecnologie potrebbero esserci dietro, quali entità (intelligenti, fisiche, o di altri tipi) siano attive in questi fenomeni, e infine quali significati abbiano gli avvistamenti nel loro insieme, a livello psicologico e sociale, in pratica dal punto di vista collettivo.
Professionisti e ricercatori aiutano a migliorare il dibattito
Belli e pacati nel documentario anche gli intermezzi di commento, che coinvolgono spesso giovani ricercatori, scienziati e altri professionisti (cito in maniera non esaustiva: Sabrina Pieragostini, giornalista e scrittrice che dona equilibrio e pienezza al racconto; Gennaro Romagnoli, psicologo, che formula molto ragionevoli inquadramenti di ciò che può comportare a livello traumatico avere incontri con entità o fenomeni che si pongono al limite – oppure oltre – ciò che gli esseri umani sono abitualmente portati a sperimentare; Davide Gandolfi, fisico che ci illustra che cosa la scienza ci può dire dei fenomeni più estremi del cosmo e della costituzione della materia, unitamente ai limiti che essi comportano per le possibilità tecnologiche attuali).
Questi “contraddittori” ai racconti di ufo, e a storie di contattismo (che possono da soli altrimenti risultare in effetti troppo difficili da accettare per molti), hanno un buon ruolo di moderazione e di critica. Ci aiutano a ricordare che è sempre opportuno confrontare le teorie, senza sanzionarne nessuna ma ampliando invece il dibattito.
Questi giornalisti, scienziati, psicologi, anche giovani, spiegano con calma e pianamente quanto siano incompatibili alcune rivendicazioni che provengono dal mondo ufologico, soprattutto di fronte invece alle leggi e le teorie della scienza: viaggi interstellari, esseri intelligenti qui tra noi eccetera… Ovviamente la scienza attuale dice che non è possibile tutto questo, chiede prove concrete, che l’ufologia non è in grado di fornire, almeno non in forma sistematica, riproducibile, o non ancora.
I racconti e le esperienze personali di incontri con esseri e oggetti non umani sono appunto personali, sono esperienze di singoli individui, non hanno la caratteristica della riproducibilità, e perciò falliscono nel dare la conferma che la scienza chiede loro, per ratificarli non solo come veri, ma prima di tutto come possibili.
Eppure, tali esperienze personali sono spesso molto forti in chi le ha vissute. Non si tratta, ecco, credo, di negare tali esperienze. E il documentario compie ottimamente quest’opera, di salvaguardare entrambi i punti di vista.
Conclusioni
Una riflessione che rimane aperta, e che forse molti si saranno già indubbiamente posti, è quella sul perché gli extraterrestri non si palesano a tutti. Un’ipotesi avanzata da alcuni è che lo shock sarebbe troppo forte. Forse, come altri nel vasto mondo dell’ufologia propongono, il contatto è già avvenuto e non l’abbiamo capito; oppure altri (tra cui forse sono da includere i “complottisti”, a cui un giorno o si darà o si toglierà del tutto ragione) dicono: è avvenuto, ed è stato nascosto.
Su tutte viene esposta nel doc anche questa domanda molto sensata: davvero gli alieni hanno bisogno di farsi vedere o di entrare in contatto con noi?
“Ufo – I casi italiani” è un documentario che piace perché non cerca di indottrinare nessuno, ma presenta semplicemente storie che sono entrate a far parte della cronaca e della cultura italiana. Sta poi a ciascuno scegliere in cosa credere o non credere, oppure anche eventualmente soltanto sospendere il giudizio.
Aspettiamo con curiosità di vedere le prossime puntate (la seconda, come anticipato in chiusura, parlerà di un altro caso storico stavolta avvenuto in Toscana, nel 1954, a Cennina: una donna, Rosa Lotti, incontrò degli esseri scesi da un velivolo sconosciuto…).
Questa lista riunisce alcuni dei migliori libri su UFO, misteri antichi e paranormale, disponibili per i lettori italiani. Quasi tutti sono traduzioni di opere straniere, affiancate da contributi di studiosi nostrani.
A scriverli sono stati spesso ricercatori di grande valore, che hanno avuto il coraggio di affrontare fenomeni ed eventi ignorati da molti, spingendosi a indagare le frontiere della conoscenza umana.
Che si tratti di contatti extraterrestri, enigmi del passato o esperienze oltre il razionale, questi testi offrono spunti profondi e prospettive uniche, perfetti per chi vuole esplorare l’ignoto con mente aperta.
In sintesi – ecco i 3 titoli migliori selezionati per voi:
(ma raccomandiamo di leggete tutto l’articolo, potreste scoprire altri libri che vi piaceranno!)
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Ufo Italia. Da Mussolini al Pentagono di Roberto Pinotti è un viaggio imperdibile nel mondo dell’ufologia, scritto dauno dei massimi esperti italiani sull’argomento (e fondatore del CUN: il Centro Ufologico Nazionale). Questo libro è l’ultimo aggiornamento di una lunga serie di lavori, rigorosi e ben documentati, dell’ufologo Pinotti (ad esempio si pensi al saggio: Ufo La verità negata), e svela gli ultimi accadimenti dell’ufologia degli ultimi anni.
Pinotti ha messo in luce come già negli anni Trenta il governo fascista indagasse sugli UFO, ben prima delle ammissioni ufficiali del Pentagono nel 2021. Con rigore e attenzione, Pinotti intreccia storia, intelligence e dati comprovati sulla ormai ultra decennale enigmatica presenza extraterrestre sul nostro pianeta.
Un’opera imprescindibile per chi vuole documentarsi in modo puntiglioso e storicamente attendibile sul fenomeno UFO. Forse è un libro meno avvincente – proprio per la sua natura enciclopedica e precisa, documentale si potrebbe dire – rispetto ai racconti più “glamour” che parlano di abduzioni e esperienze al limite dell’incredibile, ma per i seri appassionati dell’ufologia è da leggere assolutamente!
Se lo leggerete, potrete controbattere a qualsiasi critica e rispondere per filo e per segno a chi vi domanda dettagli, nomi e date su tutti i principali avvistamenti di ufo e incontri con presunti esseri extraterrestri degni di nota avvenuti ormai nell’arco di quasi un secolo.
Passaporto per il cosmo è un libro straordinario che apre una finestra su uno dei misteri più controversi del nostro tempo: i presunti rapimenti alieni.
John Mack, psichiatra di fama mondiale e docente ad Harvard, si immerge con coraggio e rigore scientifico in un fenomeno che sfida ogni convenzione. Basato sull’analisi di quasi cento casi, raccolti attraverso interviste e sessioni di ipnosi, il libro racconta esperienze sconcertanti: persone che descrivono di essere state prelevate da entità non umane, sottoposte a esami medici e, in alcuni casi, a procedure riproduttive.
Ciò che rende quest’opera unica è l’approccio empatico e privo di pregiudizi di Mack: lungi dal liquidare queste testimonianze come fantasie o disturbi mentali, egli le considera esperienze reali, capaci di trasformare la percezione del mondo degli “esperienti”.
Scritto con uno stile chiaro e coinvolgente, Passaporto per il cosmo non è solo un’indagine scientifica, ma anche un invito a riflettere sulla natura della realtà e sul posto dell’umanità nell’universo. È un libro che cattura, provoca e spinge a chiedersi: e se fosse tutto vero? Un must per chiunque sia affascinato dai misteri cosmici e dalla psicologia umana.
Alcune informazioni sull”autore: John E. Mack (1929-2004) è stato uno psichiatra statunitense di straordinario calibro. Laureatosi con lode alla Harvard Medical School, ha diretto il dipartimento di psichiatria della stessa università, inoltre ha anche vinto il Premio Pulitzer per la biografia nel 1977, grazie a un suo libro dedicato a Lawrence d’Arabia. Esperto in psicologia infantile, adolescenziale e della religione, Mack era una figura rispettata nel mondo accademico fino a quando non decise di esplorare un tema tabù: i rapimenti alieni.
Negli anni ’90, Mack iniziò a studiare oltre 200 persone che sostenevano di essere state rapite da entità extraterrestri. Inizialmente scettico, si aspettava di riscontrare patologie mentali, ma la sanità mentale e la coerenza dei racconti lo spinsero a riconsiderare le sue ipotesi. Questo lavoro gli costò caro: nel 1994, Harvard avviò un’indagine senza precedenti su di lui, la prima contro un professore di ruolo nella storia dell’università, minacciando la sua credibilità accademica.
Sebbene abbia mantenuto il suo posto, la vicenda segnò un declino nella stima dei colleghi, che lo vedevano come un eccentrico.
Un episodio emblematico della sua ricerca è il caso della Ariel School, avvenuto il 16 settembre 1994 a Ruwa, in Zimbabwe. Mack si recò sul posto per intervistare oltre 60 bambini che affermarono di aver visto un UFO atterrare vicino alla loro scuola, con figure umanoidi che ne uscirono. I bambini, tra i 5 e i 12 anni, descrissero l’evento con dettagli sorprendenti: dischi volanti argentati, esseri con grandi occhi neri e un “messaggio” telepatico sull’importanza di proteggere il pianeta. Mack, usando tecniche psicologiche delicate (non ipnosi, in questo caso), trovò i racconti coerenti e privi di contraddizioni, escludendo suggestioni di massa o invenzioni. Questo episodio, documentato anche in filmati d’epoca, rafforzò la sua convinzione che il fenomeno delle abduzioni avesse implicazioni profonde, non solo per gli individui, ma per l’intera umanità.
Passaporto per il cosmo è il punto di partenza ideale per conoscere il lavoro di Mack. Non solo documenta casi specifici, ma introduce il lettore alla sua visione: un universo in cui la realtà non è solo materia, ma anche coscienza e trasformazione spirituale. È un libro che, nonostante le critiche, ha lasciato un’impronta indelebile nell’ufologia e nella psicologia di confine.
Tra tanti bellissimi libri di Jacques Vallée, uno dei più importanti e influenti è Passport to Magonia: From Folklore to Flying Saucers, pubblicato originariamente nel 1969 e tradotto in italiano come Passaporto per Magonia: dal folklore ai dischi volanti. È considerato un classico dell’ufologia e una pietra miliare per comprendere il pensiero di Vallée, che si distingue per il suo approccio interdisciplinare e visionario.
Passaporto per Magoniadi Jacques Vallée è infatti un’opera rivoluzionaria che ridefinisce il mistero degli UFO, trasformandolo da semplice fenomeno tecnologico a enigma culturale e metafisico.
Vallée, scienziato informatico, astronomo e uno dei più celebri ufologi al mondo, tutt’ora vivente, non si limita a catalogare avvistamenti di dischi volanti: intreccia con maestria le moderne testimonianze di UFO con antiche storie di fate, folletti e apparizioni sovrannaturali tratte dal folklore europeo.
Alcune informazioni sull’autore: Jacques Vallée è una figura unica nell’ufologia: nato in Francia nel 1939, ha lavorato come astronomo negli anni ’60, contribuendo a mappare Marte per la NASA, ed è stato uno dei pionieri dell’informatica, sviluppando i primi sistemi di database. Ma è il suo lavoro sugli UFO a renderlo leggendario. Collaboratore di J. Allen Hynek (il creatore della scala degli incontri ravvicinati) e ispirazione per il personaggio di Claude Lacombe in Incontri ravvicinati del terzo tipo di Spielberg, Vallée ha portato un approccio scientifico e filosofico al fenomeno. Passaporto per Magonia è il suo libro più rappresentativo perché segna il distacco dall’ipotesi extraterrestre classica (ETH), proponendo invece che gli UFO siano parte di un “sistema di controllo” multidimensionale che influenza la psiche umana.
Affrontiamo ora un tema legato a quello degli UFO, e alcuni interessanti libri ci aiuteranno a esplorare questo nuovo mistero…
Quando si parla di antichi astronauti, spesso si sentono nominare anche gli Anunnaki. Ma sono la stessa cosa oppure no? La risposta è più complessa di quanto sembri.
Gli Anunnaki sono figure mitologiche della tradizione sumera e accadica, descritte come divinità potenti che governavano il destino dell’umanità. Nei testi antichi, vengono spesso associati alla creazione dell’uomo e alla gestione dell’ordine cosmico. Nulla, nelle fonti originali, suggerisce che fossero esseri extraterrestri. Erano semplicemente gli dèi di una delle più antiche civiltà della storia.
Eppure, nel corso del tempo, alcuni autori hanno iniziato a rileggere questi miti in chiave moderna. Tra questi, Zecharia Sitchin è stato uno dei più influenti: secondo la sua interpretazione, gli Anunnaki non erano semplici divinità, ma esseri in carne e ossa, provenienti da un pianeta chiamato Nibiru. Secondo Sitchin, questi visitatori avrebbero geneticamente modificato l’umanità, creando l’Homo sapiens come una sorta di forza lavoro al loro servizio.
Èd è proprio qui che le due narrazioni si intrecciano. La teoria degli antichi astronauti sostiene che, in un lontano passato, la Terra sarebbe stata visitata da civiltà extraterrestri che avrebbero influenzato lo sviluppo delle antiche culture umane. Questi esseri sarebbero stati interpretati dai nostri antenati come dèi e avrebbero lasciato tracce nelle religioni, nei miti e nei manufatti archeologici.
Questa teoria è altamente controversa e non è accettata dalla comunità scientifica, ma ha avuto un enorme impatto sulla cultura popolare, ispirando libri, documentari e serie TV.
A questo punto, la domanda diventa un’altra: qual è la verità? Mito antico o storia nascosta? Sta al lettore decidere quale interpretazione sia più affascinante!
Il pianeta degli dei – di Zecharia Sitchin. Questo libro ha contribuito a dare il via alla teoria moderna sugli Anunnaki. Sitchin, basandosi sulla sua personale interpretazione delle tavolette sumere, sostiene che gli Anunnaki fossero alieni provenienti da Nibiru, un ipotetico pianeta del nostro sistema solare. Secondo questa teoria, avrebbero creato l’umanità manipolando geneticamente ominidi primitivi per farne una razza di schiavi destinati all’estrazione dell’oro. Sebbene fortemente criticato dalla comunità scientifica, il libro è diventato un classico della paleoastronautica (un termine inventato appositamente per questo tipo di teorie!).
Gli Dei della Bibbia – di Mauro Biglino. Un’interpretazione alternativa delle Sacre Scritture. Biglino, noto per le sue traduzioni non convenzionali della Bibbia, sostiene che molte figure divine dell’Antico Testamento possano essere ricollegate a entità appartenenti a un’altra …dimensione. Un libro controverso, ma interessante per chi vuole esplorare connessioni tra testi sacri e teorie alternative.
Il ritorno degli dèi – di Graham Hancock. Con un approccio più archeologico, Hancock non parla direttamente di alieni, ma suggerisce che una civiltà avanzata, forse non umana, abbia influenzato lo sviluppo dell’umanità preistorica. Il libro esplora la possibilità che le culture antiche possedessero una conoscenza scientifica molto più avanzata di quanto crediamo.
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Ben 15 associazioni ufologiche di cittadini europei – capitanate dalla UAP Coalition Netherlands – hanno scritto un comunicato, il 25 novembre, destinato al Parlamento dell’Unione Europea, indicando alcuni punti della questione ufologica che anche il nostro “vecchio continente” dovrebbe affrontare.
Questo suscita una riflessione: a che punto è il dibattito sugli ufo / uap in Europa? Sappiamo infatti quanto l’argomento degli uap sia ormai al centro dell’attenzione mediatica e governativa negli Stati Uniti (di recente abbiamo visto a novembre 2024 le udienze al Congresso e Senato americano con 4 testimoni dell’intelligence e il report annuale dell’AARO, l’ufficio del Pentagono sugli ufo); ma noi, Stati europei, abbiamo un qualche tipo di dibattito pubblico in corso sugli ufo?
Il tema è urgente, anche perché pure nello spazio aereo europeo si sono registrate, di recente, incursioni di non precisati “droni” ad esempio su basi militari della RAF britannica e della US Air Force di stanza in Europa.
Il comunicato stampa
Il comunicato stampa diramato dalla Coalizione Olandese sugli UAP, qui disponibile solleva il tema della necessità di affrontare il tema Uap anche da parte dell’Unione Europea.
Nel comunicato stampa diffuso il 25 novembre 2024, la Coalizione UAP Olanda e altri gruppi sollecitano le autorità europee a prendere in esame seriamente la questione dei fenomeni aerei anomali e non identificati.
All’appello hanno firmato 15 organizzazioni ufologiche, appartenenti a 12 Stati (sia Stati membri dell’UE, sia altri Stati non membri come la Norvegia e il Regno Unito). Per l’Italia, firmatario del comunicato è il CISU, Centro Italiano Studi Ufologici.
Il comunicato sottolinea che «Si tratta della prima volta che un appello collettivo è stato presentato alle istituzioni dell’UE su questa questione urgente. Con decenni di dati sugli incidenti UAP, con avvistamenti di personale militare, piloti, scienziati e civili, queste organizzazioni evidenziano le gravi implicazioni che gli UAP comportano per la pubblica sicurezza, per la sicurezza nazionale, la società, la ricerca scientifica e l’innovazione. Gli UAP includono oggetti inspiegabili osservati nell’aria, nel mare e nello spazio, che pongono rischi per la sicurezza aerea e potenziali preoccupazioni per la sicurezza nazionale.»
Dal gruppo di associazioni civili arriva un appello affinché anche l’Unione Europea si doti ti un processo unificato di raccolta e analisi dei dati sui fenomeni aerei non spiegabili.
Il precedente al Parlamento UE: l’incontro del 20 marzo 2024
Il 20 marzo 2024 si era tenuto al Parlamento Europeo un evento dedicato agli UAP. L’iniziativa, promossa dal deputato portoghese Francisco Guerreiro, aveva rappresentato un’occasione per porre l’attenzione istituzionale verso questo tema.
Durante l’incontro, diversi rappresentanti di associazioni ufologiche e studiosi avevano preso parola, sottolineando l’importanza di un approccio trasparente e scientifico. Tra i relatori, aveva parlato Edoardo Russo, del Centro Italiano Studi Ufologici (CISU).
L’incontro era stato un’occasione per evidenziare il ruolo culturale e storico del fenomeno, e per porre l’esigenza di un’indagine razionale e sistematica. Gli interventi avevano spaziato dall’aspetto scientifico a quello geopolitico, con richieste per una maggiore condivisione delle informazioni e la necessità di superare la segretezza istituzionale che ha spesso caratterizzato il tema UFO.
Sul sito del Cisu, a questo link, si può leggere un resoconto dell’evento del 20 marzo.
Un tema di attualità: le incursioni di oggetti non identificati su basi militari
Anche in territorio americano ci sono state nell’ultimo anno diverse incursioni di “droni” sulle basi militari. Pochissime informazioni sono trapelate sulla natura di tali oggetti, e naturalmente ha suscitato un certo sconcerto il fatto che diversi oggetti non identificati possano sorvolare indisturbati su obiettivi così sensibili.
Questo il testo tradotto del comunicato dell’US Air Force Europe:
“Piccoli sistemi aerei senza pilota sono stati avvistati nelle vicinanze e sopra la Royal Air Force di Lakenheath, RAF Mildenhall e RAF Feltwell tra il 20 e il 24 novembre. Il numero di sistemi variava e variavano in dimensioni e configurazioni. Gli sUASs sono stati monitorati attivamente e i responsabili delle basi hanno stabilito che nessuna delle incursioni ha avuto alcun impatto sui residenti, sulle strutture o sui beni della base. Per salvaguardare la sicurezza operativa, non discutiamo misure specifiche di protezione, tuttavia ci riserviamo il diritto di proteggere le nostre installazioni. Le nostre unità continuano a monitorare lo spazio aereo e stanno lavorando con le autorità della nazione ospitante e con i partner della missione per garantire la sicurezza del personale, delle strutture e delle risorse della base.”
In Spagna un panel di ricercatori e scienziati per gli Uap
Il giornale/newsletter online “Sentinel News”, che si occupa di notizie relative agli Uap ed è pubblicata sulla piattaforma Substack, oltre ad esser stato tra i primi a rilanciare la notizia dell’iniziativa della UAP Netherlands, a ottobre 2024 riportava che è nata in Spagna una coalizione fatta prevalentemente di scienziati, ingegneri e ricercatori che si prefigge di connettersi con altri gruppi di ricerca sugli ufo, e di promuovere la ricerca sugli ufo nelle nazioni di lingua spagnola.
Interessante la composizione del gruppo spagnolo, in cui figurano ricercatori di alto profilo accademico e professionisti.
Questi esempi dimostrano un crescente interesse e apertura verso il fenomeno UFO da parte di molte persone, sia civili che appartenenti a comunità scientifiche e accademiche. La partecipazione di figure con un background scientifico rappresenta senza dubbio un segnale positivo e una novità significativa.
Oggi alcuni scienziati si espongono pubblicamente con atteggiamenti possibilisti, un cambiamento radicale rispetto al passato, quando discutere apertamente di questi argomenti, per chi ricopriva una posizione sociale o accademica di rilievo, era quasi sempre un rischio per la propria reputazione.
Quale coinvolgimento da parte delle istituzioni europee?
Questo positivo cambio di prospettiva, che potremmo definire una nuova spinta “dal basso”, suscita però una domanda: qual è il reale coinvolgimento delle istituzioni? Ad oggi, non è chiaro se vi sia un impegno concreto o una posizione ufficiale a livello europeo.
Nell’area dell’Europa geografica sembra che ci si limiti a seguire la scia americana sul tema UFO, senza sviluppare iniziative autonome o progetti di ricerca sistematica.
Eppure, in passato, l’Europa ha mostrato interesse per studi metodici sul fenomeno. Un esempio emblematico è il progetto Geipan in Francia, un’iniziativa di lungo termine finalizzata alla raccolta e analisi dei dati sugli avvistamenti.
Come scrive il quotidiano La Stampa, che ha rilanciato la notizia dell’iniziativa del gruppo di ufologi a guida Olandese, l’Europa è indietro per quanto riguarda il dibattito pubblico sugli ufo:
“Da tempo un po’ in tutto il mondo, sono stati aperti archivi (il più recente, negli USA): niente alieni, ma casi di oggetti o velivoli catalogati nel corso degli ultimi 77 anni. E l’Europa? Fatta eccezione per iniziative isolate, come quella dei francesi e dell’agenzia spaziale Cnes, l’Unione Europea, secondo gli studiosi dei fenomeni ufologici o “uapologici”, dovrebbe fare di più. Il primo a sollevare la questione, per raccogliere dati a livello europeo e proprio quando era europarlamentare, fu nel 1993 il fisico torinese Tullio Regge. Nel 1994 la legislatura terminò e la proposta non ebbe seguito.”
Iniziative come quella promossa dal gruppo ufologico olandese sono meritorie nel tentativo di coinvolgere maggiormente l’Unione Europea. Nel nostro continente, il dibattito pubblico sugli ufo ha ancora molta strada da fare per raggiungere un livello minimo di considerazione.
Un approccio serio e sistematico da parte delle istituzioni europee sarebbe un passo fondamentale per affrontare il fenomeno con rigore scientifico e trasparenza.
Pochi giorni dopo l’udienza pubblica al Congresso americano in materia di ufo, ieri anche il direttore dell’AARO – l’ufficio del Pentagono preposto ad analizzare i casi di incontri con gli Uap – ha fornito la sua testimonianza. Un’udienza in parte a porte chiuse e in parte pubblica. Dal direttore Kosloski sono giunte interessanti ammissioni. Ma ancora il Pentagono non ha trovato legami con l’ipotesi extraterrestre – pur non escludendo nulla a priori. Nell’udienza, Kosloski si è soffermato anche su alcuni casi più o meno noti per i quali ci sarebbe una possibile spiegazione, come l’oggetto filmato a Porto Rico, e anche un ufo avvistato in Italia, sull’Etna, di cui poco si era saputo finora pubblicamente.
L’udienza pubblica in cui ha parlato il direttore Kosloski
Jon Kosloski, capo dell’ufficio AARO (All-domain Anomaly Resolution Office) del Pentagono, ha testimoniato martedì 19 novembre 2024 davanti a una sottocommissione dei servizi armati del Senato statunitense. Ancora una volta, la posizione ufficiale è che “non ci sono prove verificabili dell’esistenza di extraterrestri”.
Eppure alcuni risultati dell’AARO sembrano circoscrivere il campo. Non si tratta nemmeno di tecnologie avversarie, per esempio: infatti per i casi ancora oggetto di indagine, nel rapporto ufficiale pubblicato il 14 novembre si legge che ad oggi l’AARO non ha “nessuna indicazione o conferma che queste attività siano attribuibili ad avversari stranieri”.
Nella conferenza stampa di alcuni giorni fa, inoltre, il direttore aveva osservato che “ci sono sicuramente delle anomalie”, pur affrettandosi a ribadire che il legame con potenziali extraterrestri però non è ancora stato trovato.
L’udienza di Kosloski arriva soltanto pochi giorni dopo l’attesa udienza pubblica del 13 novembre che ha visto partecipare al Congresso alcuni individui informati sulle questioni riguardanti gli Uap: Luis Elizondo, Tim Gallaudet, M. Shellenberger, Mike Gold. Ne abbiamo parlato in un post precedente.
Il direttore Kosloski è stato ricevuto dalla sottocommissione del Senato Usa per questa udienza che si è svolta in parte in forma riservata, seguita da una parte pubblica.
Qui è possibile vedere la sessione pubblica con l’intervento del direttore dell’AARO:
Il direttore dell’AARO (Pentagono) dialoga con i rappresentanti del Senato durante la parte pubblica dell’udienza tenutasi il 19 novembre 2024.
La discussione di alcun casi noti
Uno degli obiettivi se non l’obiettivo principale dell’AARO è cercare di identificare gli oggetti che vengono portati alla loro attenzione. Gli ufficiali del Pentagono per fare ciò utilizzano ogni metodo di indagine a loro disposizione per analizzare le caratteristiche tecniche di volo e se possibile fornire una spiegazione dei fenomeni.
Durante il suo intervento, Kosloski ha parlato di alcuni casi, più o meno noti al pubblico, che sarebbero stati in qualche misura spiegati, o quantomeno inquadrati nelle loro caratteristiche.
In sostanza, secondo il direttore, in tali situazioni dopo un accurato studio gli oggetti hanno mostrato delle caratteristiche di volo e di comportamento meno stravaganti ed esotiche di quanto si era pensato all’inizio.
Come vedremo però, non sempre le spiegazioni sono del tutto esaurienti, anche perché in alcuni casi il direttore non ha fornito una possibile identificazione degli oggetti.
È stato interessante il fatto che si sia parlato anche di un oggetto volante filmato in Sicilia, sull’Etna, in coincidenza con una delle eruzioni del vulcano.
Un caso in Italia: ufo sul monte Etna
Avrebbe una spiegazione mondana il caso di un ufo filmato in Sicilia, per la precisione sull’Etna, durante una fase eruttiva nel dicembre 2018: si tratterebbe – probabilmente – di un pallone.
Il video originale, catturato da un drone dell’aviazione USA con una telecamera a infrarossi, si può visionare sul sito della difesa a questo link.
Ecco alcune schermate tratte dal video, si vede un piccolo oggetto, scuro (per via delle riprese a infrarossi) e di forma tondeggiante, che sopraggiunge da sinistra:
Questa è la descrizione, tradotta, di quanto riportato in seguito all’indagine del Pentagono:
“MARE MEDITERRANEO 12.01.2018 Courtesy Video: Attività mediatica della difesa.
Nel dicembre 2018, un sensore video a infrarossi a bordo di una piattaforma senza equipaggio dell’aeronautica americana ha catturato questo filmato mentre operava sul Mar Mediterraneo. Questo filmato mostra un oggetto che sembra transitare in un pennacchio di gas surriscaldato e cenere prodotto da un’eruzione del Monte Etna, un vulcano in Sicilia, Italia. AARO ha coordinato uno sforzo analitico tra agenzie e internazionale che ha determinato che gli effetti ottici delle intense condizioni atmosferiche vicino al vulcano distorcevano il video, facendo sembrare che l’oggetto transitasse nel pennacchio. AARO valuta con moderata certezza che il filmato raffigura invece un pallone a circa 170 chilometri dalla caldera e che viaggia alla velocità e direzione del vento.”
L’oggetto di Porto Rico
Uno dei casi apparentemente spiegati dall’AARO riguarda un oggetto filmato presso l’aeroporto Hernandez di Porto Rico: ”Un caso che pensavamo fosse di tipo ‘transmedium’, come è stato riportato, è ben noto all’esterno… come il caso di Porto Rico“, ha detto Kosloski ai senatori.
Il caso a cui si riferiva è avvenuto nell’aprile 2013 quando un aereo della Customs and Border Protection degli Stati Uniti ha filmato un video a infrarossi di un oggetto sopra l’aeroporto Rafael Hernandez.
“Il video sembra mostrare un oggetto che viaggia ad alta velocità, si divide in due oggetti ed entra ed esce dall’acqua. Sulla base di queste prime percezioni l’oggetto è stato ritenuto anomalo», ha detto Kosloski.
“Transmedium significa che va da un dominio all’altro. In questo caso, sembra che passi dall’aria all’acqua e poi di nuovo nell’aria. Valutiamo che in realtà ha sorvolato l’aeroporto per tutto il tempo”, ha detto Kosloski ai senatori.
“E quella che sembra essere la parte transmediale, dove entra nell’acqua, è in realtà il punto in cui la temperatura dell’acqua è uguale alla temperatura dell’oggetto e la fotocamera non riesce più a distinguere tra le due. Non è che l’oggetto effettivamente vada nell’acqua. E quindi valutiamo che l’oggetto, probabilmente un paio di palloni o lanterne, stava fluttuando a circa sette nodi sopra l’aeroporto e scendendo a circa 200 metri”.
Coordinandosi con altri esperti dell’intelligence e scienziati, I funzionari dell’AARO ritengono “con grande sicurezza” che l’oggetto non ha mostrato velocità o caratteristiche di volo anomale, secondo quanto riportato da Kosloski.
“Due oggetti distinti erano in volo vicini l’uno all’altro, piuttosto che un singolo oggetto diviso in due”, hanno dichiarato, aggiungendo l’analisi indica “che l’illusione della divisione era probabilmente dovuta al cambiamento dell’angolo di visione del sensore che consente solo visioni intermittenti di entrambi gli oggetti.”
Il video “GO FAST”: un errore di parallasse
L’ufficio del Pentagono avrebbe anche risolto uno dei casi più importanti – quello di uno dei tre video emersi nel 2017 e soprannominato “GO FAST” (letteralmente: “va veloce”).
Il video era stato registrato da un aereo da caccia della marina al largo della costa orientale degli Stati Uniti. Esso mostra quello che sembra essere un oggetto che vola ad alta velocità radente la superficie dell’acqua.
QUesto il video, ormai storico, denominato “Go Fast”:
Tuttavia Kosloski ha spiegato al Congresso che l’oggetto in realtà non è qualcosa di troppo insolito, anche se non ha spiegato che cosa sia in concreto.
“Attraverso un’analisi di intelligence geospaziale molto attenta e utilizzando la trigonometria, abbiamo valutato con grande sicurezza che l’oggetto non è effettivamente vicino all’acqua, ma è piuttosto più vicino a 13.000 piedi”, (cioè circa 4 km di altitudine), ha detto Kosloski.
Il direttore non ha identificato l’oggetto, ma ha spiegato che a rendere apparentemente anomalo il suo comportamento era stato un inganno ottico chiamato parallasse – un effetto ottico che spiegherebbe in parte anche il caso di Puerto Rico.
Kosloski ha ricordato che esiste un documento approntato dallo stesso AARO riguardo alla parallasse: quel fenomeno di prospettiva e sovrapposizione che fa apparire come lontano un qualcosa che in realtà si trova ad esempio più vicino all’osservatore di quanto appaia, soprattutto quando si aggiunge il movimento reciproco degli oggetti e dello sfondo.
Il documento dell’AARO sulla parallasse si può trovare qui.
Un’interpretazione che non soddisfa i piloti
Non molto dopo l’udienza pubblica, sono arrivati i commenti da parte dei piloti testimoni diretti di alcuni avvistamenti, in particolare da Ryan Graves il quale con la sua squadra ha proprio avuto la diretta esperienza dell’incontro ravvicinato ritratto nel video “Go Fast”.
Graves e gli altri piloti, in pratica, non sono dello stesso avviso di AARO. Non era infatti tanto un problema la velocità dell’oggetto in questione, quanto la sua natura anomala e soprattutto il fatto che (come si sente dall’audio in inglese dei piloti che commentavano in diretta) c’era un’intera flotta di essi.
In un articolo uscito sul giornale online Liberation Times, l’ex tenente aviatore navale Ryan Graves e fondatore di Americans for Safe Aerospace, ha dichiarato poi che l’AARO non si è preoccupata di svolgere indagini approfondite, magari sentendo direttamente gli equipaggi coinvolti nell’avvistamento:
“Ho parlato con l’ufficiale dei sistemi d’armi che ha registrato il video, un paio di settimane fa, e ha confermato che nessuno dell’AARO gli ha parlato. Penso che sia importante sollevare il punto che la mancanza di conversazione da parte dell’AARO con i testimoni sui video che stanno tentando di risolvere indica che stanno semplicemente trovando tecnicismi per ‘risolvere’ le prove video invece di cercare la verità. Chiedono che i testimoni si facciano avanti, ma perché dovrebbero se non considerano la loro testimonianza?” (fonte: LiberationTimes)
Sempre nell’articolo, un ex analista dell’intelligence del Corpo dei Marines degli Stati Uniti e avvocato, Sean Munger, dichiara giustamente: “mi sembra che con l’udienza di ieri AARO non abbia risolto l’evento comunemente noto come ‘Go Fast’ “.
E ha proseguito: “Rimangono domande senza risposta: che cos’era l’oggetto, da dove ha avuto origine, dove è andato, ecc.?”
I casi ancora irrisolti da AARO
Kosloski durante l’udienza ha poi descritto alcuni casi oggetto di indagine in corso, per i quali non si è ancora trovata una spiegazione.
Già nel rapporto ufficiale pubblicato qualche giorno fa, e nelle dichiarazioni fornite poi alla stampa, l’ufficio e il direttore avevano indicato 21 casi irrisolti e particolarmente inusuali.
Kolsoski ha raccontato in particolare di una “sfera arancione” e un “cilindro metallico” protagonisti di due distinti avvistamenti.
Un grande oggetto sferico luminoso
Il primo è stato segnalato da un agente delle forze dell’ordine “nell’ovest” che ha osservato “una grande sfera arancione fluttuare a diverse centinaia di piedi dal suolo“. L’ufficiale si è avvicinato al punto in cui sembrava trovarsi la sfera, ma ha poi avvistato “un oggetto nero” che aveva all’incirca le dimensioni di una Prius.
Quando l’ufficiale si è trovato a circa 40-60 metri dall’oggetto, questo si è inclinò di 45 gradi ed è rapidamente partito in verticale, ad una velocità descritta come più veloce di qualsiasi drone che avesse visto prima. Non solo, l’oggetto ha emesso anche luci rosse e blu che hanno illuminato l’interno del veicolo “come se qualcuno avesse fatto esplodere dei fuochi d’artificio” ha detto Kosloski.
Un enorme cilindro metallico grande come un aereo
Un altro straordinario caso che Kolsoski ha raccontato è stato segnalato nella parte sud-orientale degli Stati Uniti.
Due auto, guidate da contractors che lavoravano per il governo, erano appena uscite da una struttura intorno alle 9 del mattino, quando gli uomini al loro interno videro “un grande cilindro metallico delle dimensioni di un aereo commerciale”.
L’osservazione è durata una ventina di secondi, poi l’oggetto è letteralmente scomparso. “Ovviamente un oggetto così grande e stazionario – a meno che non si tratti di un dirigibile – è insolito che poi scompaia, non possiamo spiegare come ciò possa accadere”, ha dichiarato Kosloski.
Un terzo caso menzionato
In un altro caso brevemente menzionato da Kosloski, un aereo che volava parallelo a un altro aereo mentre lo filmava ha catturato le immagini di un oggetto molto più piccolo che sembra essere passato tra di loro ad alta velocità.
Cosa trarre da questa udienza
Ciò che emerso almeno dalle dichiarazioni pubbliche è che il nuovo direttore – subentrato a Sean Kirkpatrick – sembra più disposto a considerare la questione degli uap da tutti i lati possibili. Tuttavia appare ancora molto superficiale il tipo di indagine svolta dall’ufficio AARO del Pentagono.
Kosloski ha cercato di mostrare intenti proattivi, e ha messo in guardia contro la percezione di un AARO principalmente intento a smontare i casi di avvistamenti anomali e a dare loro una spiegazione per forza ordinaria: “Per essere chiari, AARO non crede che ogni oggetto sia un uccello, un pallone o un UAV [un drone]“, ha detto Kosloski, aggiungendo che “abbiamo alcuni oggetti molto anomali”.
“AARO deve rafforzare la quantità, la qualità e la diversità dei dati che acquisisce ed esamina”, ha continuato.
Si è poi insistito sulla necessità di garantire la possibilità di effettuare segnalazioni, da parte di personale militare e non, e il direttore ha aggiunto che il dipartimento è impegnato ad aumentare le collaborazioni all’interno e all’esterno del governo.
“Non dovrebbe esserci alcuno stigma associato alla segnalazione di UAP (fenomeni anomali non identificati)”, ha affermato Kosloski.
“Ci sono sicuramente delle anomalie”, aveva già ammesso Kosloski nella conferenza stampa che aveva fatto seguito alla pubblicazione del rapporto annuale dell’AARO, ma aveva anche aggiunto: “Non siamo stati in grado di trovare un collegamento extraterrestre”.
Le preoccupazioni della senatrice Gillibrand
Ascoltare le testimonianza e i resoconti di avvistamenti sopra basi militari e in generale sul territorio americano di questi oggetti, che apparentemente senza vincoli riescono a svolgere manovre indisturbati, ha chiaramente preoccupato i senatori e i membri del parlamento americano.
La senatrice Kirsten Gillibrand, rilasciando commenti all’autore del podcast Ask a Pol, riferendosi a ciò che hanno udito all’udienza e ciò che Kosloski ha raccontato riguardo agli avvistamenti sopra installazioni miltiari, ha manifestato l’intenzione di rendere possibile l’abbattimento o quantomeno un conteminmento del fenomeno.
“È sopra la base: se si tratta di un sito sensibile, voglio creare un’autorità affinché possano rimuoverlo”, ha affermato Gillibrand.
“Un oggetto che non fa nulla, non mostra intenti ostili ma costituisce un’enorme violazione della sicurezza nazionale, e quindi vogliamo aggiornare la legge per dire che si tratta di un’enorme violazione della sicurezza nazionale e potremmo eliminarli solo su questa base.” .
“Non devono spararti. Non devono lanciare un’arma chimica. Non devono sganciare un’arma nucleare. Potresti semplicemente eliminarli, perché stanno chiaramente spiando.”