Categoria: Astronomia

  • Possibile segnale radio alieno: la conferma potrebbe arrivare a breve

    Possibile segnale radio alieno: la conferma potrebbe arrivare a breve

    L’informazione arriva non da un ricercatore, ma da un documentarista che ha contatti con il mondo scientifico, in quanto ha collaborato in passato a progetti divulgativi con la NASA e altre agenzie. Simon Holland, l’autore della rivelazione, afferma che i suoi contatti gli hanno mostrato prove di segnali di origine artificiale rilevati sul pianeta Proxima b, grazie ai radiotelescopi del progetto Breakthrough Listen. Holland afferma inoltre che la notizia potrebbe essere confermata pubblicamente entro poche settimane. Due sarebbero i gruppi di astronomi in gara per rivelare i risultati.

    La fonte

    Simon Holland, documentarista e filmmaker, è un personaggio che vanta collaborazioni con la NASA, con la BBC e altre associazioni scientifiche.

    Holland ha raccontato ai giornali inglesi che la sua fonte è interna all’organizzazione no-profit “Breakthrough Listen”, il progetto di ricerca che si autodefinisce «il più grande programma di ricerca scientifica mai realizzato volto a trovare prove dell’esistenza di altre civiltà oltre la Terra».

    Breakthrough Listen fa uso di enormi radiotelescopi e ha ricevuto finanziamenti per più di 100 milioni di dollari.

    «Il mio contatto – ha dichiarato Holland al giornale DailyMail.com – è un amministratore senior del radiotelescopio dell’UE. “Abbiamo trovato un’intelligenza extraterrestre non umana nella nostra galassia“, ha detto, “e la gente non lo sa”».

    L’origine del segnale

    Il segnale radio è stato captato per la prima volta il 29 aprile 2019 dal radiotelescopio australiano Parkes. L’origine di esso sarebbe il sistema Proxima Centauri, che è la stella più vicina al nostro sistema solare.

    In particolare, attorno a quella stella orbita un pianeta simile alla Terra, Proxima b, nella zona considerata abitabile.

    Già in quel momento la notizia di una rilevazione anomala aveva suscitato grandi aspettative. Il segnale tuttavia era debole, e probabilmente ci sono voluti diversi altri tentativi e analisi dei dati per trarre conclusioni.

    Data l’importanza di quella osservazione, al segnale venne dato il nome di Breakthrough Listen Candidate-1 (BLC-1).

    Dopo la smentita del 2021, ora una nuova prospettiva

    Nel 2021 si era creduto che il segnale avesse un’origine terrestre, probabilmente un’interferenza radio. Si era concluso perciò che BLC-1 fosse dovuto a onde radio non identificate provenienti dalla Terra stessa.

    Ora Simon Holland propone nuove interpretazioni. «Il segnale, invece di essere il gigantesco ronzio nell’universo che sentiamo attraverso tutti i radiotelescopi, era uno spettro elettromagnetico ristretto», ha spiegato al DailyMail.

    «Si tratta di una sorgente puntiforme», e al divulgatore è stato detto che è improbabile che un simile segnale puntiforme abbia origine terrestre o sia causato da qualche corpo celeste.

    Holland e anche la sua fonte sono persuasi ora che il segnale rilevato dal radiotelescopio nel 2019 provenisse realmente da una specie aliena avanzata. «Hanno trovato la prova di una firma tecnologica non umana», ha dichiarato il documentarista.

    La competizione con altri gruppi di ricerca

    Oltre al team di Breakthrough Listen, ci sarebbero anche gli astronomi cinesi pronti a divulgare la notizia. Secondo Holland ci sarebbe perciò una “gara” in corso per battere i ricercatori del governo cinese nel rendere pubblica la scoperta sconvolgente.

    La Cina infatti possiede anch’essa un valido programma di ricerca radio di segnali, denominato FAST [Five-hundred-meter Aperture Spherical Telescope]. Il loro strumento è il radiotelescopio esistente più grande al mondo, dopo la dismissione di quello di Arecibo in Porto Rico (crollato nel 2020).

    In attesa di conferme

    Difficile dire se la notizia trapelata dalle indiscrezioni del filmmaker Simon Holland sia realmente attendibile, in ogni caso vedremo nelle prossime settimane se ci saranno conferme pubbliche da parte della comunità scientifica.

    Holland ha dichiarato che la pubblicazione dei risultati arriverà “entro qualche settimana”, e ha indicato vagamente come tempistiche il mese di novembre, dopo le elezioni americane.

    illustrazione di fantasia che ritrae un radiotelescopio in orbita con pianeti in lontananza. C'è vita nella nostra galassia oltre alla Terra?

    Che si tratti della volta buona oppure no, bisogna rilevare che negli ultimi tempi sono molteplici le voci di possibili scoperte che potrebbero arrivare dai telescopi più avanzati dispiegati dalla scienza.

    Abbiamo scritto di recente riguardo alle possibili scoperte fatte grazie al telescopio James Webb, che avrebbe individuato tracce biochimiche di vita su un esopianeta.

    Se queste scoperte dovessero confermarsi, potremmo essere di fronte a una svolta epocale nel campo della esobiologia.

    Rimanete sintonizzati, perché il futuro dell’esplorazione spaziale potrebbe riservarci rivelazioni che fino a poco tempo fa sembravano appartenere solo alla fantascienza.

  • Il cielo del mese: ottobre 2024

    Il cielo del mese: ottobre 2024

    Qualche giorno fa abbiamo colto una serata di cielo libero da nuvole, rispolverando un buon vecchio binocolo compagno di tante osservazioni, e abbiamo dato una ristorante occhiata al cielo autunnale.

    Un cielo bellissimo, che offre tanti spunti di osservazione. Molti interessanti oggetti celesti sono infatti piuttosto comodi da osservare alle nostre latitudini italiane, di questa stagione. Pensiamo soprattutto a chi sfutta piccoli strumenti, come binocoli, telescopi da balcone, e simili.

    Ben vengano allora i cieli e le costellazioni autunnali: il doppio ammasso di Perseo, la galassia di Andromeda, l’ammasso delle Pleiadi, i pianeti più luminosi e tutte le altre meraviglie astronomiche di questo periodo.

    mappa del cielo del mese di ottobre 2024 per latitudini medie italiane

    Cercare il doppio ammasso di Perseo è un “bersaglio” facile e istruttivo, perché offre modo di ripassare la posizione delle costellazioni più note del cielo boreale: Cassiopea, Perseo, Andromeda. Il doppio ammasso spicca al binocolo, rientrando nel campo di un buon 8×40.

    La galassia di Andromeda non è difficile, ma bisogna conoscere già meglio il cielo per trovarla, e non è raro perdere alcune serate per scoprire dove si trova, se si è agli inizi della propria avventura di astrofili. M31, così viene chiamata con il codice del Catalogo di Messier, suscita sempre meraviglia: anche se è poco più di un batuffolo luminoso sotto cieli diversi da quelli di montagna, ci ricorda che stiamo pur sempre ammirando con i nostri occhi un’intera altra galassia. Un’esperienza sempre emozionante.

    Tra i pianeti, Giove è già presente a inizio serata basso sull’orizzonte di nord-est. Bellissimo, luminoso e gigante. Al binocolo si apprezzano i suoi satelliti galileiani.

    Verso fine ottobre Giove e Saturno si troveranno in buone condizioni di osservabilità. Riportiamo di seguito la mappa divulgata dall’Unione Astrofili Italiani, che dedica nelle serate del 26 – 27 ottobre l’iniziativa “LE NOTTI DEI GIGANTI E IL CIELO DELL’AUTUNNO”, rivolte all’osservazione dei pianeti Giove e Saturno:

    Carta del cielo con le posizioni di Giove, Urano, Nettuno e Saturno per il 26-27 ottobre 2024. Fonte: UAI https://divulgazione.uai.it/index.php/File:Mappa_pianeti_Notte_dei_giganti_26-10-2024_copia.jpg

    C’e anche una cometa in questo inizio di autunno, che ha suscitato grandi attese perché prometteva di diventare molto luminosa. Si chiama C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS, ma di fatto si è dimostrata meno “bella” del previsto per gli astrofili visuali, perché appare nel cielo a bassissima quota al tramonto.

    Le seguenti informazioni sono tratte da: Commissione Divulgazione UAI – Unione Astrofili Italiani http://divulgazione.uai.it :

    Il Sole

    l giorno 31 passa dalla costellazione della Vergine a quella della Bilancia.

    • 1 ottobre: il sole sorge alle 7.09 ; tramonta alle 18.53
    • 15 ottobre: il sole sorge alle 7.25; tramonta alle 18.30 (ora legale)
    • 31 ottobre: il sole sorge alle 6.44; tramonta alle 17.07 (ora solare)


    Nel corso del mese le giornate si accorciano di circa 1 ora e 21 minuti per una località alla latitudine media italiana.


    Fino al 26 ottobre gli orari sono espressi in Ora Legale Estiva, pari ad un’ora in più rispetto all’Ora Solare o TMEC (Tempo Medio dell’Europa Centrale).

    Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre torna in vigore l’ora solare.

    (Gli orari indicati sono validi per una località alla latitudine media italiana).

    Luna

    Fasi Lunari ottobre 2024
    DataFaseOrario
    02/10/2024Luna Nuova20h 49m
    10/10/2024Primo quarto20h 55m
    17/10/2024Luna Piena13h 26m
    24/10/2024Ultimo quarto10h 03m

    Congiunzioni

    Luna – Venere : dopo il tramonto del 5 ottobre potremo ammirare alla luce del crepuscolo la suggestiva congiunzione tra il luminoso pianeta Venere e la sottile falce di Luna crescente, 3 giorni dopo la Luna Nuova, nella costellazione della Bilancia. (vedi mappa)

    Luna – Saturno : la sera del 14 ottobre vedremo la Luna avvicinarsi a Saturno per poi allontanarsi dopo la congiunzione, alla minima distanza angolare tra i due astri, visibile nella costellazione dell’Acquario. (vedi mappa)

    Luna – Pleiadi : l’incontro ravvicinato tra la Luna e l’ammasso stellare delle Pleiadi si verifica la sera del 19 ottobre, nella costellazione del Toro. (vedi mappa)

    Luna – Giove : la Luna, proseguendo il suo percorso nella costellazione del Toro, si avvicina a Giove nella notte tra il 20 e il 21ottobre per poi superarlo. La mappa si riferisce alla sera del 21 ottobre, con la Luna già vicina al limite con l’Auriga e i Gemelli. (vedi mappa)

    Luna – Marte : nella notte tra il 23 e il 24 ottobre la Luna nella fase di Ultimo Quarto raggiunge la congiunzione con Marte. Il pianeta rosso si trova nella costellazione dei Gemelli, mentre la Luna raggiunge il limite con il Cancro. (vedi mappa)

    Per approfondimenti rigorosi e comprensivi di tutti i dati, rimandiamo all’intera sezione “il cielo del mese” di ottobre 2024, divulgata dalla UAI (fonte: Commissione Divulgazione UAI – Unione Astrofili Italiani http://divulgazione.uai.it).

    Buone osservazioni!

  • Il telescopio James Webb avrebbe scoperto tracce di vita. Il Governo USA ne è al corrente

    Il telescopio James Webb avrebbe scoperto tracce di vita. Il Governo USA ne è al corrente

    Il recente “no comment”, da parte di un politico statunitense ad una domanda del giornalista Matt Laslo, ha suscitato nuove indiscrezioni su ciò che la NASA avrebbe scoperto riguardo alla vita extraterrestre.

    Sono riemerse in questi giorni infatti le voci su una possibile scoperta di grande impatto: il telescopio James Webb avrebbe rilevato segni di vita su un altro pianeta. Inoltre, il Governo degli Stati Uniti sarebbe consapevole di questi dati, e una rivelazione pubblica della notizia potrebbe arrivare entro l’anno.

    Per il momento, a sostegno di queste voci ci sono almeno due fonti. La prima e più significativa risale a inizio 2024 ed è una fonte giornalistica, il reporter Ross Coulthart, navigato esperto del “dietro le quinte” di ciò che avviene negli Stati Uniti attorno ai temi di confine (ricerca spaziale, UAP, intelligence).

    Ross Coulthart, in una sessione del podcast Need to Know del 5 gennaio 2024, aveva affermato di essere al corrente di una scoperta sostanziale fatta dagli scienziati grazie al telescopio James Webb: una molecola di interesse biologico sarebbe stata rilevata su un esopianeta.

    Coulthart aveva inoltre suggerito che la pubblicazione di tale notevole risultato scientifico sarebbe arrivata entro l’anno: “Questa è una cosa di cui il governo degli Stati Uniti è già consapevole e su cui siede… Questo è almeno quello che mi è stato detto.”

    Secondo Coulthart, dunque, potrebbe arrivare presto l’annuncio della NASA della scoperta di una «firma di forme di vita extraterrestre, in un pianeta situato a 120 anni luce di distanza», affermava Coulthart.

    Il telescopio Webb avrebbe individuato tracce della molecola dimetilsolfuro, che è considerata un indice affidabile della presenza di vita.

    Ross Coulthart è un esperto giornalista di origine australiana, che si è sempre dimostrato preciso nel fornire informazioni. Negli ultimi anni si è concentrato sul crescente interesse attorno al fenomeno ufo / uap soprattutto nel contesto americano. Ha seguito i principali sviluppi della cronaca globale sul tema degli ufo, e ha svolto interviste spesso in esclusiva ai principali testimoni e protagonisti degli eventi riguardanti gli ufo.

    Il secondo indizio

    Il parlamentare André Carson, repubblicano, di recente si è rifiutato di fornire una risposta al cronista Matt Laslo, che gli chiedeva se avesse partecipato a qualche riunione di aggiornamento proprio riguardo al telescopio James Webb.

    Laslo, autore del podcast Ask a Pol, riporta nella puntata del 19 settembre di aver incontrato brevemente il repubblicano Carson, e di avergli domandato: “Ha mai partecipato a briefing riservati sul telescopio spaziale James Webb?

    La risposta di Carson è stata: “No comment”.

    Proprio quella battuta così secca ha ovviamente suscitato speculazioni. Perché il parlamentare non si è sentito di fornire alcuna dichiarazione? Dopo tutto, se si trattasse di un nonnulla non ci sarebbe bisogno di tanta segretezza.

    Bisognerà attendere, allora, se arriveranno nuove informazioni da parte della NASA.

    La NASA si è sempre mostrata cauta

    Quasi esattamente un anno fa, nel settembre 2023, la NASA stessa aveva diramato un comunicato, dichiarando che il telescopio James Webb aveva trovato tracce di molecole in un pianeta proprio a 120 anni luce: ”Webb scopre metano e anidride carbonica nell’atmosfera di K2-18 b”.

    In quel comunicato si diceva che erano state trovate tracce di altre molecole appunto, ma il dimetilsolfuro era soltanto menzionato tra le possibilità, ancora da riscontrare, e l’agenzia spaziale non si spingeva oltre.

    Il clamore suscitato da quell’annuncio ha prodotto voci che la NASA avrebbe scoperto tracce anche più significative. Il dibattito è stato però in quel frangente presto ridimensionato dalla NASA stessa.


    In un articolo del 16 gennaio 2024 la rivista online ArsTechnica riportava le dichiarazioni di Knicole Colón, vice scienziato del progetto del telescopio per la scienza degli esopianeti:

    “JWST non ha trovato prove definitive della vita su un esopianeta. Si prevede che le osservazioni del JWST possano portare all’identificazione iniziale di potenziali biofirme che potrebbero rendere l’abitabilità più o meno probabile per un dato pianeta extrasolare. Saranno necessarie missioni future per stabilire in modo definitivo l’abitabilità di un pianeta extrasolare.”

    In conclusione: rimaniamo in attesa di nuovi sviluppi

    Le dichiarazioni a suo tempo rilasciate da Ross Coulthart davano ad intendere che, dietro le quinte, la NASA stava lavorando a informazioni molto più sostanziose di quanto affermato pubblicamente.

    Coultart parlava infatti del già citato dimetilsolfuro. La NASA, che ha ridimensionato le aspettative dopo l’annuncio del settembre 2023, nell’articolo dell’anno scorso precisava soltanto che “queste osservazioni iniziali di Webb hanno fornito anche la possibile rilevazione di una molecola chiamata dimetilsolfuro (DMS).” (grassetto nostro).

    Carson, repubblicano, ha schivato la domanda del cronista sul briefing riservato sul tema del James Webb Telescope, ma così facendo ha creato ancora più dubbi e aspettative.

    Possibile, allora, che la NASA attenda di avere dati più chiari per pronunciarsi in via più ufficiale sulla scoperta.

    Vedremo se ci saranno nuovi ulteriori sviluppi di questo interessante campo di ricerca astronomica ed esobiologica.

  • Il cielo del mese: settembre 2024

    Il cielo del mese: settembre 2024

    Settembre è il mese dell’equinozio d’autunno. Aumentano le ore di buio. Una Superluna sarà occasione di osservazioni del nostro satellite, e ci sarà anche una modesta eclissi di luna tra il 17 e il 18.

    A settembre il cielo riserva ottimi spettacoli per gli astrofili, con il vantaggio – in genere – di sere dal clima mite. La maestosa costellazione di Andromeda, con la Galassia di Andromeda che nel catalogo di Messier è identificata dalla sigla M31, è una delle protagoniste del cielo. Facile da osservare anche con un binocolo di buona luminosità, e visibile ad occhio nudo come una stella sfocata.

    Vediamo alcuni degli eventi astronomici più significativi del mese.

    Le seguenti informazioni sono una sintesi, con modifiche e integrazioni, da: Commissione Divulgazione UAI – Unione Astrofili Italiani http://divulgazione.uai.ithttp://divulgazione.uai.it/index.php/Cielo_di_Settembre_2024

    L’equinozio d’autunno

    Ci avviamo al passaggio verso la stagione autunnale, e l’equinozio d’autunno, il giorno 22 settembre, ci rammenta che le giornate si accorciano sempre più. A fine mese avremo circa un’ora e venti minuti in meno di luce rispetto a inizio mese. E già adesso – tra fine agosto e inizi di settembre – fa buio presto per le latitudini medie come quelle italiane.

    Gli orari di alba e tramonto del Sole:
    1 settembre: il sole sorge alle 6.38; tramonta alle 19.45
    15 settembre: il sole sorge alle 6.52; tramonta alle 19.21
    30 settembre: il sole sorge alle 7.08; tramonta alle 18.55

    Luna

    I dati astronomici ci dicono che tra il 17 e 18 settembre, a tarda ora, o se vogliamo verso il mattino del 18 (con picco alle ore 4,44) ci sarà un’eclissi parziale di luna. Per la verità la magnitudine dell’ombra è piuttosto bassa, attorno allo 0,08. Ciò significa un’eclissi davvero modesta (con magnitudine 1 si avrebbe eclissi totale, dunque uno “zero virgola zero ecc.”… è poco).

    La luna piena del 18 settembre sarà particolarmente vicina (luna al perielio), tanto da poter parlare anche questo mese di una Superluna.

    Osservare la luna

    È consigliata l’osservazione con qualsiasi strumento. La luna è bella anche attraverso i modesti ingrandimenti di un binocolo. Occorre trovare una postazione che ci consenta di avere una presa stabile e poco mossa. Per esempio una sdraio da giardino, o al più anche un tronco d’albero contro il quale appoggiarsi per essere più stabili.

    Il meglio dell’osservazione si ottiene dopo alcuni minuti che si guarda attraverso lo strumento: i nostri occhi si saranno abituati, e la luna che all’inizio ci appare come un disco di modeste dimensioni, comincia a mostrare tanti dettagli in più.

    Pianeti

    Saturno sarà in opposizione il giorno 8, dunque uno dei periodi più favorevoli per osservarlo.
    Per tutti i dettagli sui pianeti e la loro osservabilità durante il mese, si rimanda al sito Uai, aggiornatissimo: http://divulgazione.uai.it/index.php/Cielo_di_Settembre_2024

    Costellazioni

    Il cielo di settembre ci consente di osservare ancora buona parte di quelle costellazioni che hanno caratterizzato la volta celeste nella parte centrale dell’estate. Ora però gli astri che eravamo abituati a vedere ben alti in cielo intorno alla mezzanotte, sono invece spostati verso occidente dove si accingono a tramontare.

    Nelle prime ore della sera sarà possibile scorgere sull’orizzonte lo Scorpione, seguito dal Sagittario e, più in alto, dall’Ofiuco e da Ercole. 
Più a Nord – Ovest tramonta invece la brillante stella Arturo, nella costellazione del Bootes: al suo fianco sinistro notiamo la piccola costellazione della Corona Boreale. 
Qualche ora più tardi sarà il turno del Triangolo Estivo ad avviarsi verso l’orizzonte occidentale.

    Il Triangolo Estivo, ricordiamo, ha queste componenti principali: la stella Altair della costellazione dell’Aquila, che rappresenta il primo dei tre vertici del Triangolo. 
La stella più brillante delle tre è invece Vega, nella Lira. La figura geometrica è completata da Deneb, la coda del Cigno.

    Con l’aiuto della mappa del cielo si potranno facilmente identificare anche le costellazioni minori, disposte tra l’Aquila e il Cigno; in particolare, sono riconoscibili la Volpetta, la Freccia e il Delfino. 


    Tornando alla fascia zodiacale, le costellazioni visibili verso Sud in questo periodo sono meno spettacolari e di più difficile identificazione rispetto a quelle osservate nei mesi precedenti. 
Capricorno, Acquario e Pesci sono piuttosto estese, ma prive di stelle brillanti. 
Più facile da trovare la minuscola costellazione dell’Ariete, che vedremo sorgere a Est.

    
Per riconoscere queste costellazioni possiamo sfruttare gli allineamenti delle stelle più brillanti delle costellazioni che troviamo nelle vicinanze: Acquario e Pesci ad esempio si trovano proprio sotto il grande quadrilatero di Pegaso, il cavallo alato, che dopo il tramonto domina il cielo di Sud-Est. 
Partendo da Pegaso, verso Nord-Est, troviamo la costellazione di Andromeda, dove anche con un semplice binocolo (ma in cieli molto oscuri la si intravede già ad occhio nudo) è possibile osservare l’omonima galassia. Andromeda è seguita da Perseo, con una forma che ricorda una “Y” rovesciata.

    Mappa di Andromeda, con la galassia di Andromeda M31 evidenziata con un’ellissi gialla – la posizione è approssimativa.

    
Più in alto rispetto ad Andromeda e Perseo, spostandoci a Nord verso la Stella Polare, troviamo Cassiopea, con la sua caratteristica forma a “W”, e la meno appariscente costellazione di Cefeo. 
Tra Perseo e Cassiopea c’è un altro noto oggetto del profondo cielo che merita di essere osservato: si tratta del cosiddetto “Doppio Ammasso del Perseo“. 
I due ammassi contengono complessivamente circa 400 stelle e distano da noi oltre 7.000 anni luce, separati da circa un migliaio di anni luce l’uno dall’altro. 
Il “Doppio Ammasso” è un oggetto molto esteso: la visione migliore la si può avere con un binocolo, che permette di ammirare entrambe le concentrazioni di stelle, che di norma non entrano nel ristretto campo inquadrato da un telescopio.

    
Completiamo la descrizione della volta celeste con l’Orsa Maggiore, che troviamo a Nord – Ovest, accompagnata dal Dragone, un “serpente” di stelle che si snoda tra le due Orse. 


    Meteore

    METEORE DI SETTEMBRE 2024
    (Riportiamo qui pressoché per intero l’ottima scheda presente sul sito Uai, citando la fonte e l’autore: a cura di Enrico Stomeo – Sezione Meteore UAI http://divulgazione.uai.it/index.php/Cielo_di_Settembre_2024)


    Settembre è un ottimo mese per osservare le stelle cadenti, dato che le notti iniziano ad allungarsi, il clima in genere diviene più mite e il numero delle sporadiche, che si assommano alle meteore dei vari sciami, raggiunge nel nostro emisfero il suo massimo annuale. In questo periodo dell’anno il punto nello spazio verso cui la Terra si muove lungo la sua orbita viene a trovarsi più alto nel cielo, per cui alle nostre latitudini l’atmosfera terrestre viene investita da una quantità maggiore di particelle meteoriche. Se osserviamo attentamente il cielo in condizioni ottimali di trasparenza e di non inquinamento luminoso potremo aspettarci di osservare 10-20 stelle cadenti ogni ora, con un minimo di prima sera e un massimo prima dell’alba.

    Per tutto il mese le regioni di cielo comprese tra le costellazioni dell’Auriga, Perseo, Ariete e Pesci offrono il maggiore interesse per chi osserva meteore, poiché da qui si irradia l’attività di numerose correnti minori vicine tra loro. Quest’anno la parte centrale del mese sarà quella più sfavorevole per osservare, essendo Luna Piena il 18 settembre.

    Nelle notti a cavallo tra agosto e settembre è attiva l’interessante corrente delle Aurigidi, originata probabilmente dalla cometa a lungo periodo 1911 Kiess, che mostra meteore talvolta brillanti e molto veloci, ancor più delle Perseidi. Questo sciame è molto interessante poiché la sua attività è variabile e può mostrare in particolari circostanze gravitazionali con i pianeti maggiori dei veri e propri exploit di centinaia di meteore, come è avvenuto ad esempio nel 1986 (ZHR 250) e nel 1994 (ZHR 400). E’ interessante tra l’altro perché l’area radiante risulta sfasata più a est da quella teorica, allorché avvengono gli exploit, tanto che alcuni hanno messo in dubbio che si tratti dello stesso sciame. Quest’anno avremo un’ottima occasione per osservarle favorevolmente sia perché non ci sarà la Luna sia perché il maggior numero di queste meteore è atteso nelle ore notturne.

    Verso il 5/6 settembre diventano più evidenti le epsilon Perseidi, uno sciame già conosciuto a fine ‘800 grazie ai disegni di W.Denning, ritornate di attualità in questi ultimi anni per aver mostrato un inatteso rinvigorirsi della frequenza e aver avuto una decisa conferma da parte delle osservazioni video. Quest’anno la loro visione sarà favorevole in completa assenza della Luna, specie prima dell’alba quando il radiante sarà più alto sull’orizzonte.

    Intorno al 9 settembre potremo osservare per tutta la notte le Perseidi di settembre (dette anche mu PER), una corrente alquanto irregolare generata dalla cometa Bradfield, caratterizzata in genere da meteore di medio debole luminosità.

    Sempre per l’intera notte l’11/12 settembre avremo pure una buona chance di controllare favorevolmente le irregolari ed enigmatiche alfa Triangulidi che pare si riattivino con periodicità, come ad esempio nel 1993, quando furono viste 11 di queste meteore in 75 minuti, di cui 8 in soli 20 minuti.

    ***

    Buona osservazione!

  • Forse i terremoti si possono prevedere. La scoperta di un ricercatore italiano

    Forse i terremoti si possono prevedere. La scoperta di un ricercatore italiano

    Due studi guidati da un ricercatore dell’Università di Parma rivelano interessanti possibilità, mediante l’utilizzo dei GPS e lo studio dei movimenti delle faglie tettoniche

    La scienza ufficiale dice che no, non si possono prevedere i terremoti. Ma il progresso scientifico si realizza proprio mettendo in discussione le idee ormai cristallizzate, e portando prove o almeno nuove teorie supportate da dati concreti.
    Ecco perché è interessante la proposta di un gruppo di ricerca capitanato dal professore dell’Università di Parma Giampiero Iaffaldano, docente dell’Unità di Scienze della Terra al Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale della città emiliana.

    Gli studi del docente e del suo gruppo di ricerca si sono concretizzati in due articoli pubblicati recentemente su riviste scientifiche del settore, uno sul “Journal of Geophysical Research: Solid Earth” e un altro su “Scientific Reports”.

    I loro straordinari risultati dimostrano che i segnali legati ai terremoti possono essere rilevati tramite GPS, lo stesso sistema impiegato nelle mappe e nei navigatori degli smartphone, con largo anticipo e a grande distanza. Questo apre la possibilità di utilizzare tali segnali per ridurre il rischio sismico.

    Il blog Ufoitalia.it si occupa di tematiche ufologiche e astronomiche, e questa novità ci è sembrata molto interessante tanto da meritare un articolo. In fondo, l’astronomia è anche scienza che si occupa del nostro pianeta, il più bel corpo celeste che conosciamo!

    Vediamo alcune informazioni che siamo riusciti a raccogliere in rete su questa notevole scoperta.

    Le avvisaglie dei terremoti

    In breve, come hanno fatto i ricercatori ha scoprire le avvisaglie dei terremoti? Hanno analizzato i dati di due forti terremoti degli ultimi decenni, quello dell’Aquila del 2009 (magnitudo 6.3) e quello del Sichuan del 2008 (magnitudo 7.9), e hanno studiato i movimenti delle placche tettoniche rilevati dai satelliti tramite il sistema di localizzazione GPS.

    Che cosa hanno notato? Che si verifica un rallentamento del movimento di quelle placche che precede i terremoti, un rallentamento di circa il 20% rispetto alla velocità normale. E questo fenomeno si verificherebbe non giorni o mesi, bensì anche anni prima del sisma. Un dato questo che apre a notevoli prospettive per quanto riguarda l’ipotesi di prevedere i terremoti.

    Ci sono molti aspetti interessanti di queso studio scientifico. Primo fra tutti la semplicità e l’economicità. In fondo, i ricercatori non hanno impiegato tecnologie costose o particolarmente innovative, ma hanno svolto un buon lavoro di ingegno e di analisi dei dati, dunque hanno guardato il problema da una prospettiva nuova.

    È interessante poi perché apre a una possibilità di previsione dei terremoti, che certamente sarà da verificare sperimentalmente e da provare sul campo, ma è comunque una prospettiva che dà qualche speranza.

    Come “funzionano” i terremoti e le scoperte dei ricercatori

    Il ciclo dei terremoti è ampiamente studiato dai geologi. Sappiamo che la superficie terrestre è suddivisa in placche tettoniche che si spostano in direzioni diverse a velocità che variano da pochi millimetri a centimetri all’anno. Quando queste placche si muovono e interagiscono tra loro, accumulano lentamente energia, che viene poi rilasciata bruscamente durante i terremoti.

    La costanza di questi movimenti delle placche durante i cicli sismici è stata a lungo un principio fondamentale nei modelli di genesi dei terremoti.

    Tuttavia, il professor Iaffaldano e i suoi colleghi hanno osservato che questa costanza prevista dal modello del ciclo sismico non è proprio costante, e si possono osservare dei rallentamenti, prima e dopo il verificarsi dei terremoti. Questi rallentamenti sono misurabili attraverso le rilevazioni dei movimenti delle placche fornite dai sistemi di navigazione satellitare.

    Nel primo studio i ricercatori hanno dimostrato che la microplacca Adria, quella responsabile del terremoto dell’Aquila del 2009, ha rallentato del 20% prima del terremoto.

    Nel secondo studio hanno preso in esame la microplacca della Cina del Sud, ed anche quella rilevazione smentisce il modello tradizionale del ciclo sismico.

    Come si legge nell’abstract del loro secondo articolo (traduzione nostra): «Utilizziamo serie temporali di posizionamento ad alta precisione del sistema di navigazione satellitare globale (GNSS) relative ai periodi 2001-2004 e 2014-2017 per dimostrare che, contrariamente a quanto affermato sopra, il movimento della microplacca del Sud della Cina è cambiato dopo il terremoto di magnitudo 7.9 di Wenchuan del 2008. I dati GNSS e le incertezze associate indicano un rallentamento del movimento della placca fino al 20%, un valore che supera l’influenza del rumore nei dati e che ha quindi un significato tettonico.»

    La prevenzione e i possibili sviluppi scientifici

    La posizione della scienza ufficiale riguardo ai terremoti è che non si possono prevedere. L’unica cosa che si può fare è la prevenzione, e una stima statistica delle zone più a rischio. La pratica della prevenzione e della consapevolezza è senza dubbio la cosa più importante da coltivare e da diffondere.
    Sappiamo quanto il territorio italiano sia a rischio sismico diffuso, sia per la natura geologica attiva del nostro territorio, sia per le caratteristiche precarie della maggior parte degli edifici.

    Sul sito del Dipartimento della Protezione Civile questo monito è giustamente espresso e ribadito (https://rischi.protezionecivile.gov.it/it/sismico/attivita/). Come riporta lo stesso sito, tuttavia, la scienza è comunque attiva nella ricerca di possibili precursori sismici, ossia informazioni che potranno consentirci qualche possibilità di previsione: «Negli ultimi anni la scienza ha fatto notevoli progressi nello studio dei precursori sismici, ovvero di quei parametri chimici e fisici del suolo e del sottosuolo che subiscono variazioni osservabili prima del verificarsi di un terremoto. In futuro lo studio sistematico di questi precursori potrebbe consentire di fissare l’istante iniziale del terremoto, anche se si dovranno evitare falsi allarmi, che potrebbero risultare ancora più dannosi.»

    L’auspicio è che ricerche come quelle portate avanti dal professor Iaffaldano e colleghi possano fornire utili indicazione per la previsione dei terremoti. La loro rilevazione della modifica di velocità dei movimenti delle placche, influenzata dai terremoti, costituisce uno dei più innovativi progetti in quel campo.

    Gli studi scientifici – bibliografia

    Per ricercatori, scienziati e appassionati che volessero approfondire, ecco i titoli completi e i riferimenti dei due articoli scientifici pubblicati:

    • Variations of Whole–Adria Microplate Motion During the Interseismic Phase Preceding the MW 6.3, 6 April 2009 L’Aquila (Italy) Earthquake (uscito a giugno 2024 sul “Journal of Geophysical Research: Solid Earth”)
    • Impact of the 2008 MW 7.9 Great Wenchuan earthquake on South China microplate motion (uscito a luglio 2024 su “Scientific Reports”).

    Scopri in tempo reale dove e quando avvengono i terremoti

    Lo sapevi che sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) c’è una pagina aggiornata in tempo reale con i dati di tutti i terremoti che avvengono nel mondo?

    I terremoti sono elencati con informazioni dettagliate come l’orario in cui si sono verificati, la magnitudo, il luogo e altre informazioni geografiche e di localizzazione. Puoi trovarla qui: http://terremoti.ingv.it/.

  • Il cielo del mese: agosto 2024

    Il cielo del mese: agosto 2024

    Ufoitalia.it è pensato anche per chi, come noi, è un astrofilo e prova un’attrazione magnetica per la semplice osservazione del cielo notturno, affascinato dal mistero dell’Universo.

    Allora non può mancare una sezione di astronomia, di divulgazione e cultura astrofila. La inauguriamo proprio con la rubrica del Cielo del mese, un post dedicato ai fenomeni da osservare nel mese in entrata.

    Carta del cielo allo zenit, indicativa per il 15 agosto 2024.

    Agosto è facile per chi ama osservare le stelle: le serate sembrano voler chiamare ognuno di noi ad uscire anche soltanto per ricevere il fresco della notte. Lo spettacolo del cielo estivo è al suo culmine, con le costellazioni del Cigno, Lira, e le altre che fanno da corollario perenne, il Grande Carro, Cassiopea, Andromeda con la sua galassia M31, e la Via Lattea al centro di tutte, ma ormai raramente visibile nelle zone abitate che non siano rurali o comunque lontane dalle fonti di illuminazione artificiale delle città.

    Il simbolo principe del mese di agosto, per chi guarda le stelle, sono ovviamente le Perseidi, le “stelle cadenti” che giungono attorno alla notte di San Lorenzo, il 10 di agosto. Si tratta di meteoriti, uno sciame di frammenti lasciato dalla cometa Swift-Tuttle e che ogni anno in quei giorni il nostro Pianeta incontra sul suo cammino, un po’ come un ciclista che incappa in uno sciame di moscerini.

    Immagine artistica di uno sciame di meteore.

    Al loro veloce ingresso nell’atmosfera, incendiate dall’attrito con l’aria, le meteoriti si incendiano. Siccome le loro traiettorie sembrano irradiarsi circa dalla zona del cielo occupata in questo periodo dalla costellazione di Perseo, sono chiamate “Perseidi”. In realtà è sufficiente guardare il cielo verso est / nord est, ma anche in parte verso lo zenit, ossia sopra la vostra testa, per non farsi sfuggire lo spettacolo.

    In generale, meglio andare in un posto dove si ha un’ampia visuale del cielo, mettersi comodi, meglio su una sedia a sdraio o un lettino da spiaggia per esempio, senza dimenticare un repellente anti zanzare, e si dovrebbe riuscire a osservare alcune meteore.

    Fotografare le Perseidi

    Come provare a fotografare le “stelle cadenti”? Un metodo semplice, se si dispone di un minimo di attrezzatura, è questo: si può provare a montare la macchina fotografica su un treppiede, predisporre l’autoscatto dopo 3 secondi almeno (per attenuare le vibrazioni), e un tempo di posa di 30 secondi con un obiettivo grandangolare. Così facendo il movimento apparente delle stelle, dovuto alla rotazione della Terra, non dovrebbe risultare molto percepibile.

    Per tempi superiori ai 30 secondi in genere occorre montare la fotocamera su un astroinseguitore, o su un telescopio motorizzato, ma l’impegno così aumenta, anche in termini di peso e costi, e forse si rischia di perdere il piacere dell’osservazione. Ripetendo tanti scatti in sequenza, durante la serata, con il metodo dei 30 secondi si può tentare di fotografare così qualche stella cadente. Sicuramente catturerete anche le ormai onnipresenti strisce continue dei numerosi satelliti in circolazione, e le linee doppie e punteggiate degli aerei.

    Le impostazioni sono da disporre in modalità Manuale, la sensibilità ISO abbastanza elevata ma nel limite della vostra fotocamera, così che la foto non risulti eccessivamente disturbata dal rumore. É consigliabile fare un po’ di prove, durante le serate estive. Potreste scoprire così un nuovo passatempo entusiasmante: quello della fotografia astronomica.

    Fenomeni notevoli

    La “Superluna”
    La luna piena di agosto 2024 sarà il giorno 19. Quel giorno la luna si troverà al perigeo, cioè alla distanza più vicina alla Terra. Quando accade tale coincidenza (luna piena e distanza minima), la luna ci appare un po’ più vicina della media, e dunque un po’ più grande (anche un buon 10-12% in più!). Gli astronomi parlano in tal caso di Superluna.

    Congiunzione Luna – Saturno, e occultazione del pianeta
    La sera del 20 agosto Saturno sarà visibile con accanto la Luna, nella costellazione dell’Acquario.
    Nel corso della notte la Luna si avvicina a Saturno fino a “nasconderlo”, si avrà perciò l’occultazione del pianeta (un fenomeno quest’ultimo visibile alla fine della notte tra il 20 e 21 agosto, tra le 5:31 e le 6:33)

    Le fasi lunari

    Riportiamo da Commissione Divulgazione UAI – Unione Astrofili Italiani https://divulgazione.uai.it/index.php/Cielo_di_Agosto_2024

    Fasi Lunari agosto 2024
    DataFaseOrario
    04/08/2024Luna Nuova13h 13m
    12/08/2024Primo quarto17h 19m
    19/08/2024Luna Piena20h 26m
    26/08/2024Ultimo quarto11h 26m

    Buona osservazione!