Categoria: Approfondimenti

  • Gli scienziati che stanno prendendo sul serio gli UFO

    Gli scienziati che stanno prendendo sul serio gli UFO

    Negli ultimi anni, il dibattito sugli UFO ha subito un’evoluzione inaspettata. Un tempo relegato ai margini della scienza, considerato poco più che una curiosità o materia di fantascienza, il fenomeno UFO è ora oggetto di interesse serio da parte di alcuni dei più brillanti scienziati del nostro tempo. Ricercatori di spicco come Avi Loeb, Garry Nolan e Jacques Vallée, già affermati nei loro campi di astrofisica, biotecnologia e studi sui fenomeni aerei, stanno ora dedicando parte della loro carriera allo studio dei fenomeni aerei non identificati, conosciuti oggi come UAP (Unidentified Aerial Phenomena).

    Questi scienziati si avvicinano al tema con rigore accademico, mantenendo però la mente aperta a possibilità che sfidano le attuali conoscenze. Avi Loeb, astrofisico di Harvard, sta cercando tracce di tecnologie non terrestri attraverso il progetto Galileo, mentre il biologo Garry Nolan esplora le possibili implicazioni biologiche di alcuni fenomeni. In passato, anche figure come il dottor John Mack, psichiatra e vincitore del premio Pulitzer, avevano osato varcare il confine tra scienza e ignoto, spingendo il mondo accademico a considerare la possibilità di incontri con forme di vita non umane.

    In questo post, esploreremo le vite e i progetti di alcuni degli scienziati contemporanei che stanno trasformando il modo in cui la scienza guarda al fenomeno UFO, non come un argomento di pura speculazione, ma come una possibilità da investigare con metodo e apertura mentale.

    Indice:

    Avi Loeb e il Galileo Project: alla ricerca di oggetti interstellari

    Avi Loeb, un astrofisico israeliano di fama internazionale e docente ad Harvard, è una figura centrale nella comunità scientifica che prende seriamente in considerazione l’esistenza di intelligenze extraterrestri. Loeb ha fondato il Galileo Project, una ricerca scientifica dedicata alla scoperta di possibili artefatti tecnologici extraterrestri nelle vicinanze della Terra. Questo progetto ambizioso si articola in tre aree principali: lo studio degli oggetti interstellari che transitano nel nostro sistema solare, la ricerca sui fenomeni aerei non identificati (UAPs), e l’analisi di meteoriti di origine interstellare. Con il Galileo Project, Loeb mira a esplorare la possibilità che alcuni oggetti celesti possano non essere solo semplici rocce spaziali, ma anche resti di civiltà avanzate.

    Video dal canale ufficiale del Galileo Project su Youtube, che racconta gli aggiornamenti recenti del progetto.

    Il caso di Oumuamua

    Un momento cruciale nella carriera di Avi Loeb è stato il suo coinvolgimento nell’analisi di Oumuamua, un oggetto interstellare che ha attraversato il nostro sistema solare nel 2017. Questo misterioso corpo celeste, identificato come il primo oggetto interstellare mai osservato, ha suscitato una grande discussione nella comunità scientifica per la sua forma e comportamento anomali. Loeb ha teorizzato che Oumuamua non fosse un semplice asteroide o una cometa, ma potesse essere un artefatto tecnologico di una civiltà extraterrestre. La sua teoria si è basata sulla forma allungata dell’oggetto e sul comportamento di accelerazione che non poteva essere spiegato solo dalle forze gravitazionali o dalla pressione del sole.

    Rappresentazione artistica dell’asteroide interstellare `Oumuamua. Fonte: European Southern Observatory, ESO. Nota di UfoItalia: non è chiara l’esatta forma e caratteristiche di Oumuamua, si sa soltanto che sembra fosse più lungo che largo. Non si sa se fosse un asteroide o un presumibile oggetto tecnologico di produzione aliena.

    Secondo Loeb, la struttura e la velocità di Oumuamua non si allineano con le caratteristiche di oggetti naturali conosciuti, suggerendo che potesse trattarsi di una sonda spaziale o di una nave in viaggio interstellare. Questo approccio ha scatenato critiche e dubbi da parte di molti scienziati, ma anche ampi consensi tra coloro che ritengono che l’astronomia dovrebbe esplorare tutte le possibilità, incluse quelle che potrebbero suggerire l’esistenza di vita intelligente oltre la Terra.

    La sua teoria è stata esposta nel libro Extraterrestrial: The First Sign of Intelligent Life Beyond Earth (2021), dove Loeb esplora più a fondo l’idea che Oumuamua possa essere un segnale proveniente da una civiltà avanzata. Sebbene la teoria non sia stata accettata da tutti, ha senza dubbio messo Loeb sotto i riflettori come uno degli scienziati più audaci e innovativi nel campo dell’astrofisica e dell’ufologia.

    Il caso di Oumuamua ha portato poi proprio alla creazione del Galileo Project, l’iniziativa che mira a studiare fenomeni simili con un approccio rigoroso e scientifico, cercando segni tangibili di tecnologie avanzate al di fuori del nostro sistema solare. Loeb continua a sostenere che la scienza debba essere aperta a nuove idee e fenomeni, anche quelli che esulano dalle convenzioni stabilite.

    Potete approfondire ulteriormente la vicenda di Oumuamua e il ruolo di Loeb in questo dibattito tramite fonti quali Scientific American e Smithsonian Magazine, o in italiano per es su Il Fatto Quotidiano. Questa invece è la pagina del sito Nasa dedicata al misterioso oggetto interstellare.

    Inoltre, Avi Loeb talvolta scrive di suo pugno online, come in questo recentissimo articolo (in inglese) su Medium, dove racconta il suo dialogo con altri accademici, che venuti a conoscenza delle sue ricerche si sono incuriositi e lo hanno contattato: Could UAP Save Us from Ourselves?

    Le sferule metalliche che Loeb sta cercando negli oceani

    Recentemente, Loeb ha guidato una spedizione in Papua Nuova Guinea alla ricerca di sferule metalliche, materiali potenzialmente provenienti da un meteorite interstellare chiamato IM1. I risultati iniziali suggeriscono che questi frammenti presentino una composizione chimica anomala, distintiva rispetto ai materiali presenti nel nostro sistema solare, il che potrebbe indicare un’origine extraterrestre. L’analisi preliminare, che è ancora in corso presso laboratori avanzati, ha alimentato speculazioni sulla possibilità che questi oggetti contengano tracce di materiali prodotti in ambienti extraterrestri estremamente rari, come oceani magmatici di pianeti extra-solari, aprendo una prospettiva radicale sulla nostra comprensione dell’universo.

    Dal canale Youtube dell’emittente Usa NewsNation: “I ricercatori del gruppo di spedizione interstellare del Progetto Galileo hanno completato una prima analisi dei frammenti della prima meteora interstellare riconosciuta, che si schiantò sulla Terra nel 2014. Avi Loeb, capo del Progetto Galileo, dice a Elizabeth Vargas che gli scienziati credono che oggetti originati dall’esterno del nostro sistema solare.”

    In più occasioni, Loeb ha espresso il suo disappunto per come la scienza mainstream spesso ignori o sottovaluti questi temi, sostenendo che la scoperta di tracce di civiltà aliene trasformerebbe profondamente la percezione dell’umanità, molto più che altre scoperte cosmologiche come quella della materia oscura. Egli auspica che, se mai dovessimo trovare segni di una civiltà avanzata, questa scoperta possa ispirare un’unità globale, stimolando riflessioni esistenziali sul nostro posto nell’universo.

    Questa visione audace ha attirato sia il sostegno che lo scetticismo di altri scienziati, ma Loeb resta convinto che indagare con metodi rigorosi e aperti a nuove possibilità sia l’unica strada per esplorare verità ancora sconosciute.

    Un reclutamento da film: come Garry Nolan è entrato nel mondo degli UAP

    Foto di Garry Nolan dalla pagina della Stanford Medicine con il suo profilo biografico.

    Garry Nolan è un immunologo e professore di patologia presso l’Università di Stanford, noto per il suo approccio innovativo e per le sue ricerche nel campo della biologia cellulare e della medicina. La sua carriera ha preso una piega sorprendente quando, come lui stesso ha raccontato, è stato avvicinato da agenti della CIA nel suo ufficio universitario. Questa scena, che sembra uscita da un film, ha segnato l’inizio di un coinvolgimento profondo con la questione degli UAP (fenomeni aerei non identificati) e delle esperienze di incontro ravvicinato.

    Nolan è stato reclutato per aiutare a studiare casi di personale militare e intelligence che avevano subito danni fisici o biologici dopo presunti incontri con UFO. Queste esperienze non solo hanno messo in luce l’interesse della comunità scientifica per i fenomeni UFO, ma hanno anche rivelato il potenziale impatto di tali eventi sulla salute degli individui coinvolti. Nolan ha utilizzato le sue competenze scientifiche per analizzare le testimonianze e i dati relativi a questi incidenti, cercando di identificare eventuali correlazioni tra gli incontri e i sintomi riportati dalle persone.

    Nel suo approccio, Garry Nolan ha enfatizzato l’importanza della ricerca scientifica rigorosa per esplorare fenomeni che storicamente sono stati etichettati come marginali o privi di fondamento. La sua prospettiva è diventata ancora più influente grazie alla sua partecipazione a conferenze e discussioni pubbliche, dove ha condiviso le sue intuizioni sulla possibilità che alcuni UAP possano rappresentare tecnologie avanzate o forme di vita extraterrestre.

    Il suo lavoro non solo ha contribuito a rendere più legittima la discussione scientifica sugli UAP, ma ha anche attirato l’attenzione dei media e del pubblico, rendendolo una figura centrale in questo campo emergente.

    La voce della scienza: Nolan e la divulgazione pubblica sugli UFO

    Garry Nolan non è solo un accademico di spicco nel campo dell’immunologia, ma è anche un buon divulgatore della ricerca sugli UFO e dei fenomeni correlati. È attivamente coinvolto in diverse organizzazioni che si occupano di questo argomento, contribuendo alla divulgazione scientifica e alla promozione di un dialogo aperto e informato. La sua presenza sui social media, in particolare su X (ex Twitter), è molto attiva, dove interagisce frequentemente con il pubblico e risponde alle domande degli utenti. Questo approccio accessibile e amichevole ha reso Nolan una figura rispettata e apprezzata nel panorama della ricerca sugli UAP.

    Tra le innumerevoli interviste rilasciate da Nolan, riportiamo qui il link a un interessante dialogo avuto dallo scienziato con il giornalista Ross Coulthart nel dicembre 2023.

    Inoltre, Nolan ha fatto dichiarazioni significative riguardo al suo coinvolgimento nello studio di oggetti di origine non terrestre che sarebbero stati recuperati dagli Stati Uniti. Anche se i dettagli su come questi oggetti siano stati acquisiti rimangono poco chiari, le sue affermazioni hanno attirato l’attenzione e suscitato interrogativi su potenziali segreti governativi riguardanti la vita extraterrestre e le tecnologie avanzate. La sua posizione accademica e il suo impegno nella ricerca forniscono una base di credibilità alle sue dichiarazioni, rendendo le sue osservazioni particolarmente rilevanti nel contesto della discussione sugli UFO.

    Per approfondire ulteriormente il profilo di Garry Nolan e le sue affermazioni, puoi consultare articoli su The New York Times, The Guardian e Stanford Medicine.

    Jacques Vallée: il pioniere della ricerca sugli UFO

    Due grandi personaggi: il Dr. J. Allen Hynek (a sinistra) e il Dr. Jacques Vallée (a destra).

    Jacques Vallée è una delle figure più iconiche e influenti nel campo della ricerca sugli UFO, una presenza poliedrica che ha plasmato il pensiero ufologico per decenni. Astronomo, informatico, scrittore e scienziato, Vallée ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della comprensione e della narrativa sugli UFO, avvicinandosi al fenomeno in modo razionale e scientifico ma senza escludere aspetti che sfidano le categorie convenzionali.

    Nato in Francia, Vallée iniziò la sua carriera come astrofisico e fu presto coinvolto in progetti di ricerca scientifica in astronomia. Successivamente si trasferì negli Stati Uniti, dove collaborò con la NASA e partecipò ai primi esperimenti pionieristici nell’ambito delle reti di computer, collaborando allo sviluppo di ARPANET, il precursore di Internet. Questa formazione scientifica rigorosa, unita alla sua curiosità intellettuale, lo portarono a interessarsi al fenomeno UFO in modo serio e metodico.

    Uno dei tratti distintivi del pensiero di Vallée è la sua convinzione che il fenomeno UFO non possa essere compreso esclusivamente come una manifestazione di tecnologia extraterrestre. Questa visione venne espressa in modo chiaro già negli anni ’70, quando pubblicò il libro “Passport to Magonia: from folklore to flying saucers”. Qui, Vallée esamina somiglianze tra racconti di incontri UFO e miti folkloristici di varie culture, suggerendo che i fenomeni UFO potrebbero essere manifestazioni di una realtà più complessa, un “sistema di controllo” che agisce sulla percezione e sulle credenze umane.

    Altri libri di Vallée, come “The invisible college” e “Messengers of deception”, hanno influenzato non solo i ricercatori ufologici, ma anche la cultura popolare e i teorici della cospirazione. In questi testi, esplora temi come la manipolazione sociale e psicologica che potrebbe accompagnare gli avvistamenti di UFO, suggerendo che tali fenomeni potrebbero essere strumentalizzati per controllare le masse o come catalizzatori di cambiamenti culturali e religiosi. Con il passare degli anni, Vallée ha mantenuto una posizione critica verso l’interpretazione puramente extraterrestre degli UFO, aprendo le porte a ipotesi che collegano il fenomeno con dimensioni alternative della realtà, percezioni alterate e fenomeni parapsicologici.

    Oltre alla sua produzione letteraria, Vallée è stato un consulente chiave in numerosi studi e comitati sugli UFO, e la sua influenza è ben evidente nella rappresentazione del personaggio interpretato da François Truffaut nel celebre film “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg. Questa figura si ispira proprio a Jacques Vallée, a testimonianza del suo ruolo pionieristico.

    Più recentemente, Vallée ha continuato a contribuire alla ricerca sugli UFO, partecipando a studi sui cosiddetti “frammenti” di oggetti recuperati e coinvolgendosi in ricerche scientifiche per determinarne l’origine. Il suo approccio multidisciplinare, che integra scienza, filosofia, sociologia e storia, continua a fornire una prospettiva unica e innovativa.

    Nuove prospettive accademiche sugli UFO

    Oltre ai volti noti di governi e agenzie pubbliche di cui abbiamo appena portato tre illustri esempi, anche il mondo accademico e scientifico inteso in senso più largo si sta interessando seriamente allo studio degli UFO. Nel settembre 2023, la NASA ha pubblicato un atteso rapporto sull’argomento, sottolineando la necessità di approcci più rigorosi per studiare i fenomeni aerei non identificati (UAP). Questo studio ha proposto metodi per raccogliere dati più precisi e suggerito nuove collaborazioni per analizzare gli avvistamenti, una svolta significativa dato che finora le evidenze sono spesso limitate e difficili da interpretare. Sebbene il rapporto non confermi l’esistenza di tecnologie extraterrestri, pone le basi per un’indagine scientifica più solida e priva di pregiudizi, evidenziando l’importanza di strumenti e metodologie avanzate per ottenere risposte definitive.

    Il ruolo della NASA è un esempio di come le istituzioni accademiche stiano ampliando il loro coinvolgimento. Il team di scienziati della NASA ha enfatizzato l’importanza di rimanere neutrali e basarsi solo sui dati, evitando conclusioni affrettate. Tuttavia, il crescente interesse e gli sforzi per una raccolta dati migliorata rappresentano un passo verso una comprensione più approfondita dei fenomeni UAP, un approccio che potrebbe servire da modello per ulteriori ricerche in tutto il mondo.

    Il crescente interesse scientifico sugli UFO

    Forse una spia di questa inversione di rotta è il fatto che di recente sono apparsi vari articoli online – su siti e riviste di natura divulgativa – che testimoniano il desiderio della comunità scientifica – e forse anche una certa curiosità, tante volte sacrificata in nome del rigore – nel trattare il fenomeno UAP con metodo.

    Articoli come quello di ScienceNews, dell’agosto 2024, intitolato “Scientists are getting serious about UFOs. Here’s why,” esplorano l’importanza della raccolta di dati e della collaborazione interistituzionale per comprendere i fenomeni inspiegati, suggerendo che la NASA e altri enti puntino su metodologie trasparenti e senza pregiudizi.

    Collegato al sito precedente, nell’ottobre 2024 su ScienceNewsExplores è uscito un altro articolo: Why are scientists suddenly interested in UFOs? che ripercorre le tappe soprattutto degli avvistamenti da parte di piloti militari, nei decenni passati ma anche in tempi recenti.

    In un articolo sul prestigioso Scientific American di inizio 2023 venivano invece analizzate da un lato le difficoltà e la vaghezza che ancora circonda il fenomeno UAP / UFO, e dall’altro il crescente coinvolgimento degli studiosi (tra i quali veniva citato e intervistato proprio anche Avi Loev), un coinvolgimento che non può più passare inosservato.

    Recentissimo poi è l’articolo di Popular Mechanics dell’8 novembre 2024: “Gli alieni stanno infrangendo le leggi della fisica per farci visita sulla Terra, sostiene una nuova teoria” (articolo in inglese, titolo tradotto). Popular Mechanics è un noto giornale online di scienza e tecnologia. L’articolo si concentra sul punto di vista di uno scrittore di fantascienza, che ha però un background scientifico solido, laurea in fisica e altri titoli conseguiti all’Università dell’Arizona e alla George Washington University, di nome André Bormanis, il quale sostiene in sostanza che “questi oggetti [gli Uap] suggeriscono una forma di fisica che non abbiamo ancora scoperto”.

    Sebbene dunque lo stigma su certi temi rimanga e il progresso possa sembrare graduale, il fatto che organizzazioni accademiche riconosciute, scienziati indipendenti o meno, e anche più semplicemente riviste del settore discutano apertamente della possibilità di oggetti inspiegabili segna una svolta significativa.

    L’inizio di una nuova era di ricerca

    Questi studi rappresentano solo l’inizio di un cambiamento di prospettiva. A fine 2024, il fenomeno UFO/UAP si trova a un crocevia che potrebbe aprire nuove vie di ricerca.

    Probabilmente, assisteremo presto a un’accelerazione: ipotesi innovative, raccolta dati sistematica e un numero sempre maggiore di ricercatori, forse anche di ambiti scientifici finora distanti, contribuiranno a costruire una comprensione più ampia e solida del fenomeno.

    La ricerca sugli UFO, finalmente, potrebbe uscire dall’ombra per entrare nel cuore dell’indagine scientifica.

  • Sfere metalliche in cielo: che cosa sono?

    Sfere metalliche in cielo: che cosa sono?

    Misteriosi oggetti volanti di forma sferica, dall’aspetto metallico e lucente, sono stati osservati nei cieli di tutto il mondo. Talvolta queste sfere assumono l’aspetto di globi luminosi dalla luce intensa.

    Si muovono in formazione, creando figure a triangolo che sembrano misurare o “triangolare” qualcosa, forse un bersaglio, forse un obiettivo per loro rilevante. Assieme ad esse, se ne vedono altre viaggiare singolarmente, alcune a livello del terreno altre più in alto.

    Filmato della CBS News: video di misteriose sfere luminose che fluttuano sopra New York City, 2010. Fonte: Youtube.

    Sembra fantascienza, ma è ciò che avviene nella realtà. E non è un fenomeno recente. Sono state osservate in tutto il mondo. Il Pentagono, nell’aprile del 2023, ha rilasciato persino un video di una di queste sfere osservata in Medio Oriente, dichiarando la natura non identificata di quell’oggetto.

    In questo articolo:

    Ad oggi non si sa che cosa siano, chi le abbia costruite e quali siano le loro finalità. Ci sono soltanto delle ipotesi, formulate per lo più da ricercatori indipendenti.

    Tutte queste misteriose sfere sembrano non obbedire alle leggi della fisica a noi note: hanno infatti accelerazione istantanea, sono capaci di fermarsi in cielo e poi ripartire, le loro traiettorie sono agili. Nessuna superficie alare, nessuno scarico di gas o propellente.

    Ne sono stati osservati esemplari di vari dimensioni: da un diametro di circa 10 cm fino a sfere di circa 3 metri. Sono oggetti che semplicemente non dovrebbero esserci, non dovrebbero stare così a mezz’aria. Eppure ci sono.

    Talvolta avvistate in contemporanea ad altri oggetti non identificati di altra forma, le sfere metalliche sono un esempio di quanto siano variabili nel loro aspetto gli ufo (o “uap” secondo la nuova denominazione in uso negli Stati Uniti).

    In questo Approfondimento, abbiamo raccolto alcune delle principali informazioni sulle misteriose sfere metalliche nei cieli.

    Il video reso noto dal Pentagono

    Una di queste sfere è stata filmata in Medio Oriente, in una non ben specificata località di un teatro di azioni militari, e il video è stato declassificato e rilasciato in via ufficiale dal Pentagono.

    Il video è stato infatti reso pubblico durante l’audizione parlamentare del 9 aprile 2023, durante la quale la commissione Difesa del Senato Usa ha ricevuto gli aggiornamenti dell’agenzia AARO, l’unità della Difesa statunitense dedicata ai fenomeni non identificati (All-domain Anomaly Resolution Office). Tale oggetto è stato dichiarato come Non Identificato.

    Come riportato all’epoca anche dai giornali italiani, la risposta del Pentagono e del direttore dell’AARO di quel periodo, Sean Kirkpatrick, è stata ancora una volta piuttosto elusiva: “Il Pentagono – ha precisato Kirkpatrick – non ha prove scientifiche dell’attività di fenomeni che superino le leggi note della Fisica, ma è al lavoro per comprendere meglio il fenomeno Uap. La sigla indica tutto ciò che risulta non identificato sia in cielo che in terra che in acqua.”

    Il filmato riprende proprio uno di quegli oggetti di forma sferica, dall’aspetto metallico riflettente, senza superfici alari o scie riconducibili a sistemi di propulsione a reazione. È escluso che si tratti di un drone.

    Pochi mesi prima del rilascio di quel video, nel febbraio 2023, il giornalista americano Jeremy Corbell aveva divulgato una foto e un breve video di un oggetto del tutto simile.

    Foto rilasciata dal giornalista Jeremy Corbell di un oggetto di forma sferica filmato nel nord Iraq, oggetto noto come “Mosul Orb”.

    Il giornalista rivelò che l’oggetto era stato filmato nel nord dell’Iraq. Tale avvistamento è stato battezzato con il nome di “Mosul Orb“.

    Non è chiaro se il “Mosul Orb” e il video rilasciato ad aprile 2023 dal Pentagono riguardino il medesimo oggetto.

    Un fenomeno antico

    Le sfere metalliche nel cielo non sono un fenomeno recente. Se guardiamo in retrospettiva alla storia del Novecento, durante la Seconda Guerra Mondiale i piloti Alleati già riportavano avvistamenti di misteriose luci, da loro colloquialmente denominate “foo fighters”, che li seguivano durante le loro missioni in Europa e nel Pacifico. Questi oggetti, descritti come sfere luminose o globi metallici, si muovevano a velocità incredibili e manovravano in modo inspiegabile, lasciando i piloti sbalorditi.

    Ma se andiamo ancora più indietro nel tempo, troviamo resoconti e documenti storici molto interessanti, i quali fanno pensare che le sfere circolanti nei cieli siano molto più antiche di quanto si pensi.

    Per rimanere anche soltanto in epoca moderna, ripercorrendo la storia di alcuni secoli fa, troviamo in Europa il documento di un singolare evento avvenuto a Norimberga nel 1561.

    Il fatto, noto come “Fenomeno celeste di Norimberga del 1561” o anche come “battaglia celeste di Norimberga”, si svolse il 14 aprile del 1561, ed è documentato da una splendida illustrazione che correda un resoconto scritto, pubblicato in un articolo a stampa in quello stesso mese.

    Il fenomeno celeste sopra la città tedesca di Norimberga il 14 aprile 1561, come stampato in una notizia illustrata nello stesso mese. Fonte Wikipedia

    Il testo dell’articolo, qui riportato solo in parte, racconta:

    «La mattina del 14 aprile 1561, all’alba, tra le 4 e le 5, avvenne una terribile apparizione sul sole, e poi questa fu vista a Norimberga nella città, davanti alle porte e in campagna – da molti uomini e donne. Dapprima apparvero in mezzo al sole due archi semicircolari rosso sangue, proprio come la luna nel suo ultimo quarto. E nel sole, sopra e sotto e da entrambi i lati, il colore era sangue, c’era una palla rotonda di colore ferroso in parte opaco, in parte nero. Allo stesso modo c’erano su entrambi i lati e come un toro attorno al sole tali palle rosso sangue e altre palle in gran numero, circa tre in fila e quattro in un quadrato, anche alcune sole. […] e dentro le aste piccole e grandi c’erano tre, e anche quattro e più globi. Tutti questi cominciarono a litigare tra loro […] Inoltre i globi volarono avanti e indietro tra loro e combatterono con veemenza tra loro per più di un’ora. […] Qualunque cosa significhino questi segni, Dio solo lo sa. […]»

    Non si può escludere si sia trattato di qualche insolito e particolare fenomeno naturale, tuttavia il racconto è preciso, e gli uomini del passato non necessariamente erano osservatori peggiori di noi oggi. Anzi, è più probabile che fossero più attenti a ciò che capitava loro di vedere. L’abbondanza di dettagli nel racconto lo dimostra.

    Il fenomeno avvenuto a Norimberga è indicativo soprattutto per il fatto che, come riportato nello scritto e illustrato nel disegno, comparvero sfere e oggetti circolari disposti in strane “formazioni“ di tre o quattro sfere per volta.

    Il ricercatore Patrick Jackson ha scoperto uno schema ricorrente

    Patrick Jackson è un ricercatore indipendente di origini irlandesi. Di professione ingegnere delle telecomunicazioni, ha dedicato parte del suo tempo ad indagare a fondo il fenomeno delle sfere.

    Jackson si è interessato agli ufo soltanto dopo aver vissuto un’esperienza piuttosto strana: fuori da un pub osservò una strana figura incappucciata, ferma in un campo, una specie di monaco. All’improvviso, questa figura sparì, come smaterializzandosi. L’esperienza gli ha suggerito la possibilità che la nostra realtà sia molto più articolata di quanto si pensi. Da quel momento si è dedicato a indagare i fenomeni insoliti.

    I risultati del suo lavoro sulle sfere, esposti in un libro (“Quantum Paranormal”) e da lui più volte divulgati tramite interviste e post sui social network, sono molto interessanti e rivelano aspetti del fenomeno che aprono a diverse possibili ipotesi.

    Egli è attivo su X / Twitter dove spesso posta video di altri utenti che gli portano all’attenzione avvistamenti da loro registrati. Sono testimonianze di cittadini da tutto il mondo, che filmano o fotografano sfere metalliche e sfere luminose in cielo.

    Jackson ha elaborato una teoria, fondata su numerose osservazioni, diverse delle quali condotte da egli stesso con strumenti di rilevazione di emissioni elettromagnetiche, una teoria che andremo ora a esporre nel dettaglio.

    Sfere metalliche negli edifici abbandonati

    Innanzitutto, le sfere non si muovono soltanto in cielo a medie o alte altitudini. Ce ne sono altre che occupano edifici e seminterrati. Si tratta sempre di oggetti delle dimensioni modeste, con un raggio di poche decine di centimetri, paragonabili a una palla da baseball fino alle dimensioni di un pallone da calcio.

    Tipicamente, prediligono edifici abbandonati o disabitati. Non è infrequente che le case considerate “infestate dai fantasmi” dalla popolazione locale dei paesi e dei centri abitati, siano in realtà luoghi dove agiscono proprio le sfere di quel tipo.

    Ciò che Patrick Jackson ha scoperto, infatti, è che le sfere negli edifici, che lui ha definito “sfere di tipo 3”, fluttuando e muovendosi nell’aria, sono responsabili di rumori improvvisi che spaventano terribilmente gli avventori delle case abbandonate.

    Gli anglosassoni nel linguaggio comune hanno elaborato tutta un’iconografia del fantastico per parlare di tali fenomeni sinistri nelle case “stregate”: bene, i famosi “poltergeist”, altro non sarebbero secondo Jackson che le sfere di tipo 3 in azione.

    C’è una finalità pratica, da parte delle sfere, sostiene Jackson, dietro l’apparente volontà di terrorizzare i passanti. Le sfere infatti non sarebbero altro che uno snodo di una presunta rete di comunicazione, o di segnalazione, che trasmette “dati” da o verso altre sfere, tipicamente verso quelle che fluttuano in cielo e che si vedono muoversi singolarmente o in formazione a triangolo.

    Jackson sostiene di aver rilevato significativi picchi di attività elettromagnetica, con i suoi strumenti, dove operano queste sfere di tipo 3 negli edifici.

    I misteriosi oggetti allora sembra che vogliano spaventare le persone a fin di bene: per allontanarle quando le trasmissioni in cui sono impegnate generano scariche di radiazioni potenzialmente pericolose per l’uomo.

    Sfere di tipo 1, tipo 2 e tipo 3

    Il ricercatore irlandese ha il merito di avere individuato uno schema, un pattern, e questo gli è stato riconosciuto pubblicamente, online, da scienziati di professione, tra i quali Garry Nolan, immunologo, scienziato dell’università di Stanford che collabora da decenni con la CIA sul tema ufo. Il riconoscimento di Nolan è molto significativo.

    Le sfere di tipo 3 individuate negli edifici “trasmetterebbero” a sfere di tipo 2, che si osservano in cielo. A loro volta queste sfere di tipo 2 fanno da tramite e passano “l’informazione” alle sfere di tipo 1: quelle che si muovono in formazione triangolare, e che in numerosi video postati da utenti di ogni parte del mondo si vedono muoversi in modo sincrono e descrivere ampi triangoli in cielo.

    Immagine postata da Patrick Jackson sul suo profilo X / Twitter. Fonte: Patrick Jackson, profilo su X

    Jackson ha elaborato un diagramma che si può vedere sul suo profilo x / Twitter che sintetizza la disposizione dei tre tipi di sfere:

    Fonte: Patrick Jackson, su X

    Ciò che anche Nolan ha fatto notare al ricercatore, oltre ai complimenti, è che però occorrerebbe più prudenza e più dati per poter affermare con sicurezza qualcosa sulle motivazioni, intenzioni e scopi di quegli oggetti.

    Jackson infatti salta ad alcune conclusioni riguardo al comportamento delle sfere, che necessiterebbero però di prove ulteriori. In sintesi, egli sostiene che si tratti di un sistema di intercettazione e protezione planetario dalle “minacce”.

    In particolare, quando le sfere si dispongono a triangolo, con una quarta sfera di tipo 2 posta a una certa distanza, è il segno che la formazione a triangolo ha individuato un “bersaglio”, afferma Jacskon.

    Non è chiaro che tipo di comunicazione e di attività avvenga tra le sfere di tipo 1, 2 e 3. Inoltre, se costituiscono un sistema di difesa, da che cosa devono difendersi, o chi stanno difendendo? Sono forse una specie di sistema di protezione del pianeta Terra? E quale civiltà le avrebbe costruite?

    Tutti questi interrogativi sono doverosi, ognuno è carico di significati esistenziali e scientifici epocali. Qualsiasi risposta che riuscissimo a stabilire sulla natura delle sfere dall’aspetto metallico aprirebbe probabilmente nuovi capitoli della storia umana.

    Sfere luminose: sono la stessa cosa?

    È frequente leggere di avvistamenti di ufo che si presentano come punti luminosi, globi di luce o altre simili configurazioni. Posto che non si tratti di avvistamenti di fenomeni naturali o tecnologici terrestri interpretati in modo erroneo, sorgono alcuni interrogativi.

    In particolare, il manifestarsi delle sfere sotto forma luminosa ha qualcosa a che fare cone le sfere dall’apparenza lucente e metallica? Patrick Jackson afferma che si tratta delle stesse medesime sfere.

    Molte volte le formazioni di tre oggetti metallici (sfere di tipo 1 secondo Jackson) o anche di singoli oggetti (sfere di tipo 2 e 3) sono state osservate emettere una forte luminosità.

    Del resto, anche in forma luminosa esse si comportano in modo analogo: sono state filmate sia in formazione triangolare sia isolate in forma singola.

    Esempio di un video postato da un utente X / Twitter, che ritrae sfere luminose disposte secondo lo schema individuato da Patrick Jackson. Testimonianze di questo tipo sono numerose e provengono da tutto il mondo.

    Non è chiaro perché talvolta si manifestino con aspetto metallico, e talvolta con l’aspetto di globi luminosi dalla luce molto intensa.

    Dal punto di vista fisico, l’emissione di luce è correlata all’emissione di energia. Possiamo ipotizzare le teorie più varie al riguardo, come un intensificarsi delle loro attività di “comunicazione”, di “trasmissione”, o “rilevamento”, correlate al loro “accendersi”, ma si tratta comunque di pure speculazioni.

    Che cosa NON sono

    È bene fare chiarezza riguardo al linguaggio che utilizziamo per parlare di questi fenomeni. In inglese il termine “orb” si traduce come “un oggetto o una forma di tipo sferico”.

    L’esempio tipico che abbiamo portato è l’oggetto sferico filmato dai militari americani, noto alle cronache come “Mosul Orb”.

    Quando ci spostiamo invece nel contesto italiano, il termine “orb” viene talvolta utilizzato pari pari, non tradotto, da chi tratta i temi del paranormale e dell’occulto, per riferirsi a fantomatici oggetti luminosi che compaiono nelle fotografie scattate al buio.

    Chiariamo subito che qui, in questo articolo e sito, non ci occupiamo di quest’ultimo caso. Non stiamo dunque parlando di fenomeni dalla spiegazione abbastanza ovvia come quelli che appunto spesso sono definiti “orbs” in italiano, e che si notano scattando una foto con il flash di notte o in un ambiente buio: quelle sono semplicemente macchie sfocate che vengono impresse sulla pellicola o sul sensore di una fotocamera digitale. È pulviscolo atmosferico che, illuminato dalla luce del flash e fuori fuoco rispetto al resto dell’inquadratura, viene registrato sul sensore come l’immagine evanescente di un disco semitrasparente e traslucido.

    Al contrario, il fenomeno delle sfere metalliche in cielo è stato osservato – non solo visivamente – da molti testimoni, ma anche registrato da sensori diversi, con tecniche e frequenze molteplici, in più luoghi del mondo. C’è dunque una quantità di dati consistente al riguardo. Non si tratta dunque di “mosche davanti all’obiettivo”.

    Non sono nemmeno palloni. I palloni sonda per lo studio dei fenomeni atmosferici e meteorologici, così come eventuali palloni gonfiabili che fluttuano nel cielo, magari perché andati perduti, si comportano in maniera molto diversa. Sono infatti spostati banalmente dai venti, hanno movimenti passivi, mentre le sfere metalliche al centro del nostro articolo possiedono alcune caratteristiche osservabili eccezionali rispetto alla norma degli oggetti volanti di fabbricazione umana (aspetti eccezionali come accelerazione istantanea, lunghi tempi di “volo stazionario”, e così via…).

    Un invito per il mondo scientifico

    Quelle misteriose sfere dall’aspetto metallico circolano nei cieli sfidando il nostro senso comune. Non si conosce la loro origine, chi le abbia fatte, quale sia il loro scopo.

    Il loro moto presuppone non solo un ingente dispendio energetico che deve essere in qualche modo sostenuto da forze e sistemi di propulsione non convenzionali, ma solleva anche l’interrogativo della fonte del loro controllo intelligente.

    L’auspicio è che il mondo scientifico cominci, con curiosità e coraggio, a interessarsi a questi fenomeni.

    È la nuova frontiera della conoscenza, ed è qui tra noi: una tecnologia di cui non sappiamo i meccanismi, l’origine e le finalità.

    Ogni contributo a risolvere questo mistero sarà prezioso.

  • Ufo: perché è un fenomeno mondiale

    Ufo: perché è un fenomeno mondiale

    «Chissà come mai, gli ufo li vedono solo negli Stati Uniti…».

    È una frase che si sente pronunciare spesso, soprattutto da chi è scettico nei confronti del fenomeno ufo. In questo approfondimento proviamo ad avanzare delle ipotesi sul perché di questa percezione.

    Ci possono essere vari motivi di fondo: molti ritengono ad esempio che i test di nuove armi e tecnologie aeronautiche – un settore in cui indubbiamente gli USA sono molto attivi – possano fornire la spiegazione più ovvia degli avvistamenti. Altri probabilmente sono piuttosto disillusi, e si rifiutano di dare credito a ciò che proviene dai mass media americani.

    È un peccato, perché il fenomeno ufo in realtà è antico ed è mondiale. Ci sono tanti aneddoti e tante testimonianze da ogni parte del pianeta, storie avvincenti, interessanti, che meritano attenzione.

    Porteremo degli esempi di avvistamenti degli ultimi decenni – in particolare storie di avvistamenti non spiegabili in modo ordinario – riscontrati nei luoghi più diversi del mondo, per mostrare che siamo al cospetto di un evento che attraversa culture, confini e generazioni. Esso non si limita agli Stati Uniti d’America, e suscita interrogativi profondi su ciò che sappiamo (o crediamo di sapere) sul nostro universo.

    Le origini statunitensi di una narrazione

    Non ci sono molti dubbi: la moderna “narrazione ufologica”, quella che siamo abituati a conoscere attraverso giornali, TV, libri, film, eccetera, inizia negli Stati Uniti, nell’immediato dopoguerra.

    Nonostante, infatti, gli avvistamenti di oggetti misteriosi nei cieli siano antichi quanto l’umanità, è dalla metà del Novecento che termini come “dischi volanti”, “ufo”, e affini, sono diventati parte del linguaggio comune.

    All’origine di tutto questo dobbiamo individuare una particolare congiunzione di eventi e condizioni “favorevoli”.

    Gli eventi sono stati molteplici. Primi fra tutti gli avvistamenti da parte di piloti alleati (del’USAF e della RAF) durane la II Guerra Mondiale. I piloti, tornati dalle missioni, parlavano di misteriosi oggetti volanti non identificati visti nei cieli europei e sul Pacifico. Spesso erano luci o globi luminosi che li seguivano per poi dileguarsi. Li chiamarono “foo fighters”, ispirandosi a un’espressione tratta dal fumetto Smokey Stover.

    Interessanti testimonianze dei veterani che avvistarono foo-fighters,
    Intervista a un pilota della II Guerra Mondiale:


    Un articolo sugli avvistamenti misteriosi dei piloti durante la guerra:
    https://www.history.com/news/wwii-ufos-allied-airmen-orange-lights-foo-fighters

    Oltre a questi resoconti, non possiamo dimenticare altri eventi specifici altamente significativi per la nascita dell’interesse ufologico contemporaneo: è il 1947 quando il pilota americano Kenneth Arnold segnala di aver visto nove oggetti volanti non identificati vicino al Monte Rainier, nello stato di Washington. Sempre nel 1947, vicino a Roswell nello stato americano del New Mexico, si sarebbe verificato lo schianto di un veicolo spaziale extraterrestre (un fatto immediatamente confermato dai militari americani, che dichiararono di aver recuperato un disco volante, poi altrettanto rapidamente smentito dagli stessi militari; finché di recente Luis Elizondo nel suo libro è tornato su Roswell, dichiarando che si era trattato proprio di un veicolo non terrestre a schiantarsi nel 1947).

    Le condizioni favorevoli, a fronte di tutti questi eventi, sono stati gli sviluppi dei mezzi di comunicazione di massa occidentali, avvenuti proprio nel periodo del dopoguerra. La macchina mediatica statunitense si è affermata rapidamente come una potenza globale di diffusione – e di controllo – delle informazioni.
    La percezione, dal dopoguerra in poi, è che il centro e l’origine di molte novità – tecniche, tecnologiche, stili di vita, eccetera – fossero proprio gli USA.

    Gli Stati Uniti, come principale attore geopolitico del blocco occidentale, hanno dunque da sempre influenzato profondamente il flusso di informazioni, sia in termini generali (per quanto riguarda le informazioni e le notizie di ordine quotidiano), sia di riflesso anche in merito alla narrazione sugli ufo.

    La diffusione del cinema e della televisione americana, con tutti i film di fantascienza e anche i documentari e programmi di intrattenimento dedicati agli ufo, ha rafforzato questa percezione, facendo sembrare che gli Stati Uniti fossero il “centro” di tali fenomeni.

    La difficoltà nel reperire informazioni altrove

    Alla predominanza mediatica americana bisogna aggiungere altre ragioni, abbastanza facili da individuare, di ordine geopolitico e linguistico.

    Ad esempio, la Russia ha una lunga storia di avvistamenti ufo, molti dei quali risalgono all’epoca sovietica. Durante il periodo della Guerra Fredda, tuttavia, il controllo rigoroso dell’informazione e il clima di segretezza hanno limitato la circolazione di queste notizie.
    Ancora oggi, a causa della nuova instabilità del contesto geopolitico, non possiamo dire di avere un dialogo migliore e aperto tra le varie nazioni del mondo.

    Gli stati europei che fanno parte della NATO continuano a ricevere la maggior parte delle notizie dal versante occidentale del mondo. Non è forse colpa soltanto delle questioni storiche e politiche: l’inglese è la lingua franca ormai da diversi anni, i canali di diffusione sono ormai consolidati, e per semplicità si traduce da e verso l’inglese, consolidando quel tipo di network. Pensiamo a quante serie TV e film ci arrivano dall’America, e quanti invece dalla Russia o dalla Cina: praticamente nessuno.

    Non è che le notizie dall’est del mondo non arrivino. Ma si tratta per lo più di grandi eventi, di cronaca macroscopica. Altre questioni – come gli oggetti volanti non identificati – sono considerate tradizionalmente marginali, ed è molto difficile perciò che arrivino dall’est o dal sud del mondo fino a noi.

    Ci piacerebbe, invece, saperne di più proprio sulle cose non-ordinarie che la specie umana incontra nei continenti più lontani. Chissà quali e quanti avvistamenti ci sono stati in Oceania, in Cina, o anche soltanto in Giappone. Eppure, la barriera linguistico-culturale, e la probabile lentezza dell’informazione nel raggiungere certi luoghi, mantengono distanti tante storie di interesse ufologico.

    Per la verità c’è stato qualche pioniere, ricordiamo dei video su youtube di singolari “documentaristi” occidentali recatisi in Russia, andati a intervistare, con l’aiuto di un interprete del posto, qualche anziano generale sovietico, qualche personaggio della burocrazia militare e dell’industria spaziale russa. Anche loro, nei cieli gelidi dell’URSS, hanno avuto la loro buona dose di incontri con oggetti di dubbia provenienza umana. Tuttavia quegli sforzi di informazione sono stati appunto poco sistematici, lasciati alla volonterosa quanto improvvisata iniziativa di entusiasti del settore.

    Anche in Cina è probabile che siano stati numerosi gli avvistamenti, ma le notizie di questi fenomeni spesso rimangono circoscritte ai media locali e difficilmente arrivano alla ribalta internazionale, se non per eventi eccezionali. Ad esempio, nel 2010, l’avvistamento di un ufo che portò alla temporanea chiusura dell’aeroporto di Hangzhou fece notizia – in via eccezionale – a livello globale.

    Video sull’ufo in Cina del 2010

    Un articolo sempre su quel caso avvenuto a Hangzou:
    https://abcnews.go.com/International/ufo-china-closes-airport-prompts-investigation/story?id=11159531

    Non dovremmo stupirci perciò se gran parte delle informazioni sugli avvistamenti ufo in Asia, così come in Medio Oriente, Sud America o in Africa, non viene tradotta o diffusa al di fuori di quelle regioni, e ciò contribuisce alla nostra visione parziale del fenomeno.

    Il fenomeno ufo è molto più ampio di quanto si pensi

    Ciò che emerge da questa riflessione è che il fenomeno ufo è molto più vasto di quanto la maggior parte delle persone creda. Avvistamenti e testimonianze si verificano in tutto il globo, e per ampliare la prospettiva, abbiamo raccolto alcuni dei più rimarchevoli eventi e avvistamenti di interesse ufologico avvenuti in diverse nazioni del mondo.
    Una lista che non è assolutamente esaustiva, ma può essere un inizio di un approfondimento personale per conoscere altri punti di vista.

    Ecco alcuni esempi clamorosi di avvistamenti ufo:

    L’Incidente di Rendlesham Forest (Regno Unito, 1980)
    Uno degli avvistamenti più famosi in Europa è senza dubbio l’incidente di Rendlesham Forest, spesso definito “il Roswell britannico”. Nel dicembre 1980, diverse guardie della base militare USAF di Woodbridge, nel Suffolk, riportarono di aver visto luci strane nella vicina foresta di Rendlesham. Alcuni testimoni descrissero un oggetto triangolare metallico con strani simboli, atterrato nel bosco, poi decollato ad alta velocità. Il caso è straordinario per la qualità e la quantità dei testimoni militari coinvolti, e per la documentazione ufficiale successiva. Gli eventi, avvenuti nell’arco di due notti, sono stati oggetto di indagini formali e sono tra i casi ufo più studiati del Regno Unito.
    https://www.bbc.com/news/uk-england-suffolk-54649675

    L’ondata di avvistamenti in Belgio (1989-1990)
    Tra il 1989 e il 1990, il Belgio fu teatro di una serie di avvistamenti ufo che coinvolsero migliaia di persone. Conosciuta come l’ondata belga, questa serie di eventi iniziò nel novembre 1989, quando diversi testimoni videro un grande oggetto triangolare con luci brillanti volare a bassa quota. Gli avvistamenti continuarono per mesi, e a un certo punto furono coinvolte le forze aeree belghe, che tentarono di intercettare gli oggetti senza successo. Uno degli aspetti più notevoli di questo caso è la conferma radar delle tracce di volo degli ufo, documentata dai militari. L’ondata belga rimane uno degli esempi più credibili e ben documentati di avvistamenti di massa in Europa.

    Reportage giornalistico sull’ondata ufo belga

    Il caso della scuola Ariel (Zimbabwe, 1994)
    Uno degli avvistamenti più sorprendenti è il caso della scuola Ariel, avvenuto nel settembre 1994 in Zimbabwe, in Africa. Circa 62 bambini della scuola Ariel, nella città di Ruwa, riferirono di aver visto uno o più oggetti volanti atterrare in un campo vicino durante la ricreazione. I bambini descrissero figure umanoidi che scesero dagli ufo e li osservarono, intrattenendo anche uno scambio di messaggi “telepatici”. Il caso è particolarmente degno di nota per la coerenza delle testimonianze dei bambini, che furono intervistati da personale medico ed esperti, tra i quali lo psichiatra John Mack, autore di grandi libri sul fenomeno dei rapimenti alieni.
    Rimangono una pietra miliare i video dei colloqui che John Mack ebbe con i bambini della scuola, poco tempo dopo l’evento dell’avvistamento.

    Imperdibile: le interviste ai bambini della scuola Ariel, condotte dallo psichiatra John Mack

    In Italia: i casi storici di Firenze (1954) e del pilota Cecconi (1979)

    In Italia gli avvistamenti di ufo sono numerosi e ben documentati nel corso dei decenni. Uno degli episodi storici più straordinari è quello avvenuto il 27 ottobre 1954 a Firenze, quando migliaia di persone videro strani oggetti volanti sopra la città: durante una partita di calcio allo stadio Artemio Franchi, centinaia di spettatori notarono oggetti argentati volare sopra lo stadio, tanto che la partita fu sospesa per diversi minuti. In quel giorno, numerosi testimoni in tutta la città riferirono di aver visto strani oggetti nel cielo. Alcuni parlarono di un materiale filamentoso, simile a ragnatele, che cadeva dal cielo.

    Sempre in Italia, un altro famoso avvistamento è il caso del maresciallo pilota Giancarlo Cecconi, avvenuto il 18 giugno 1979. Cecconi, pilota dell’Aeronautica Militare italiana, mentre era in volo su Treviso riuscì a scattare diverse fotografie di un oggetto cilindrico non identificato che si trovava vicino al suo aereo. L’oggetto volava in parallelo con lui per alcuni minuti prima di sparire improvvisamente. Le belle immagini scattate da Cecconi rimangono uno degli esempi più notevoli di un incontro aereo con un ufo.

    Una delle straordinarie foto scattate da Cecconi. Fonte: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:UFO_photographed_by_Italian_pilot_Giancarlo_Cecconi,_1979.jpg

    L’incidente ufo di Teheran (1976)
    Nel 1976, un avvistamento ufo sopra Teheran, in Iran, coinvolse due aerei militari in una straordinaria esperienza di “incontro ravvicinato”. Il maggiore Parviz Jafari, allora pilota della forza aerea iraniana, fu inviato a intercettare un oggetto non identificato che apparve sui radar. Quando si avvicinò all’UFO, i suoi sistemi d’arma e comunicazione cessarono di funzionare, costringendolo ad allontanarsi. Il caso è stato documentato in modo dettagliato sia dalle autorità militari iraniane che da fonti statunitensi, ed è considerato uno degli avvistamenti ufo più credibili in ambito militare.

    Il caso di Colares (Brasile, 1977)
    I fatti avvenuti in Brasile, nella località di Colares, nel 1977, hanno dei tratti inquietanti. Durante un periodo di intensi avvistamenti nell’area di Colares, molti residenti riferirono di aver visto oggetti luminosi che li colpivano con raggi di luce, causando ferite misteriose e sintomi fisici simili a ustioni. Le autorità locali, così come l’aeronautica brasiliana, indagarono il fenomeno, ma gli eventi rimangono inspiegati. Colares è uno dei rari casi in cui vi furono effetti fisici documentati sugli esseri umani.

    L’ufo sul Costa Rica (1971)
    Nel 1971, durante un volo su una zona del Costa Rica per un progetto idroelettrico, l’aerofotografo Sergio Loaiza scattò una delle più celebri foto di un ufo. La foto, catturata a circa 3 mila metri di altezza, mostra un oggetto metallico a forma di disco che fluttua sotto l’aereo. L’oggetto venne notato solo dopo lo sviluppo della pellicola, e studi successivi non trovarono segni di manipolazione. L’immagine, mai smentita, è considerata tra le migliori prove visive di un avvistamento ufo.

    Foto dell’ufo sul Costa Rica, diffusa su X / Twitter da Esteban Carranza.