Nell’autismo si nascondono forse facoltà nascoste della nostra mente? Questa domanda ha acceso l’interesse globale grazie a “The Telepathy Tapes”, un podcast documentario che esplora l’affascinante ma controversa teoria secondo cui alcuni bambini autistici non verbali – spesso indicati come “non-speaking” nell’ambito della ricerca sull’autismo – possano comunicare telepaticamente.
Al centro di questa indagine c’è la dott.ssa Diane Hennacy Powell, la cui ricerca su questo tema ha attirato sia entusiasmo che critiche. Da mesi, questo podcast che è nato in collaborazione con la documentarista Ky Dickens, sta facendo discutere negli Stati Uniti e online, sollevando domande profonde sulla natura della coscienza e della comunicazione.
Indice
- Dove ascoltare e vedere “The Telepathy Tapes”
- Il Trailer visibile liberamente
- La collaborazione tra una studiosa della mente e una documentarista
- Le critiche alla dr.ssa Powell e le polemiche sulla monetizzazione
- Prospettive di ricerca
Dove ascoltare e vedere “The Telepathy Tapes”
“The Telepathy Tapes” è disponibile gratuitamente in formato audio su varie piattaforme di podcast come YouTube e altri siti di podcast. Curiosi e scettici possono ascoltare tutte le dieci puntate senza costi. Ecco il link al canale YouTube con tutti gli audio delle puntate di The Telepathy Tapes.
Tuttavia, per accedere alle versioni video degli esperimenti, che includono le presunte prove documentate di telepatia, è necessario registrarsi e pagare una quota di iscrizione sul sito ufficiale del podcast. Questo accesso limitato è giustificato dagli autori con la necessità di proteggere l’identità e la privacy dei minori coinvolti, creando un registro di chi ha accesso ai video.
Il Trailer visibile liberamente
Esiste un trailer di “The Telepathy Tapes” ed è l’unico frammento video reso pubblico. Presenta immagini e testimonianze che indubbiamente catturano l’attenzione. Si vedono bambini non verbali con autismo partecipare a test di telepatia e i risultati sembrano apparentemente straordinari.
Eccolo:
La dott.ssa Diane Hennacy Powell e la documentarista Ky Dickens descrivono esperimenti in cui ai bambini viene chiesto di indovinare numeri o parole scritti su biglietti nascosti alla loro vista, spesso con un tasso di successo superiore al 90%.
In uno degli esempi, un bambino sembra leggere la mente di una persona dietro di lui, indovinando correttamente una sequenza di carte.
La collaborazione tra una studiosa della mente e una documentarista
Per chi desidera approfondire il percorso che ha portato alla creazione del podcast-documentario The Telepathy Tapes, c’è ad esempio una lunga intervista dello youtuber Jesse Michels alle due autrici, in inglese, visionabile su YouTube:
La dott.ssa Diane Hennacy Powell è una neuropsichiatra e neuroscienziata in pensione. Si è formata presso la Johns Hopkins University, ha poi ricoperto il ruolo di docente alla Harvard Medical School e ha lavorato come membro di un gruppo di riflessione sulla coscienza umana presso il Salk Institute di La Jolla, California.
Powell ha anche diretto la ricerca per il John E. Mack Institute, focalizzandosi su fenomeni paranormali e stati di coscienza straordinari. È autrice di “The ESP Enigma: A Scientific Case for Psychic Phenomena”, dove esplora la correlazione tra neuroscienza e fenomeni extrasensoriali.
Proprio il libro sui fenomeni paranormali, che destò sconcerto nella sua università, sarebbe costato alla dottoressa la revoca della sua licenza medica, poi ripristinata dalle autorità stesse dopo poco tempo.
Powell ha iniziato a lavorare con famiglie di bambini autistici durante la sua carriera medica, specializzandosi nel trattamento di disturbi come il PTSD e nell’analisi dei savant autistici. Il suo interesse per la telepatia è nato dall’osservazione di aneddoti e testimonianze di genitori che notavano capacità straordinarie nei loro figli. Ha utilizzato piattaforme online, conferenze e la sua rete professionale per entrare in contatto con queste famiglie, offrendo loro la possibilità di partecipare ai suoi studi e sperimentazioni.
Molti genitori, venuti a conoscenza della Powell e delle sue ricerche, le scrivevano e cercavano di contattarla riferendo che da tempo “sapevano” che i loro bambini avevano qualcosa di speciale, e chiedevano alla dottoressa di aiutarli.
Ky Dickens è una giornalista investigativa e documentarista nota per il suo lavoro su temi controversi e spesso ignorati dai media mainstream. Prima di “The Telepathy Tapes”, ha lavorato su una varietà di progetti, focalizzandosi su storie che riguardano la giustizia sociale, la salute mentale e i fenomeni paranormali.
Dickens racconta di esser stata attratta dal lavoro della dott.ssa Powell dopo aver letto articoli e ascoltato conferenze sulla telepatia nei bambini autistici. Ciò l’ha spinta ad approfondire la questione attraverso la creazione del podcast documentario. La sua collaborazione con Powell ha portato alla produzione di “The Telepathy Tapes”.
Le critiche alla dr.ssa Powell e le polemiche sulla monetizzazione
Diverse critiche sono emerse riguardo alla metodologia usata nei test di telepatia. In effetti, da quel che traspare dal trailer e dai podcast, si può dire che l’ambiente dove sono stati condotti i “test” non sia certo quello adatto a una sperientazione e a uno studio scientifico controllato. Certamente tuttavia la documentarista e la studiosa hanno cercato di mantenere il più possibile a loro agio i bambini e le bambine, che sono sempre attorniate dai familiari e rimangono nel loro ambiente sicuro domestico.
Critici come Jonathan Jarry dell’Office for Science and Society di McGill University hanno proprio sottolineato che i risultati potrebbero essere influenzati da suggerimenti inconsci (cueing) da parte dei genitori o facilitatori. Tuttavia, la dott.ssa Powell stessa e i sostenitori del podcast affermano che queste abilità meriterebbero un’indagine più approfondita, magari in un contesto di laboratorio controllato dove si potrebbero escludere variabili esterne.
La decisione di rendere i video accessibili solo a pagamento ha poi sollevato non poche critiche. Da un lato, gli autori affermano che la limitazione dei contenuti ha finalità di tutela della privaci, inoltre la monetizzazione è necessaria non solo per coprire i costi di produzione ma anche per finanziare ulteriori ricerche in collaborazione con istituzioni accademiche. Dall’altro lato, molti critici vedono questa scelta come un modo per capitalizzare su una tematica sensibile, suggerendo che la protezione dei minori potrebbe essere solo una parziale giustificazione.
La controversia è accentuata dal fatto che il contenuto audio, pur dettagliato, non offre la stessa prova visiva che potrebbe confermare o confutare le affermazioni di telepatia. Abbiamo soltanto il breve trailer, disponibile gratuitamente e visionarie da tutti, dove poter vedere frammenti degli esperimenti che mostrerebbero le presunte abilità telepatiche dei soggetti coinvolti.
Prospettive di ricerca
“The Telepathy Tapes” ci invita a riflettere su cosa conosciamo veramente della mente umana e su quali potenziali inesplorati potrebbero celarsi in ciò che la società definisce come “diverse abilità”.
Sembra che in questi ultimi tempi ci sia un rinnovato interesse verso gli studi sulla coscienza, a vari livelli, e crediamo che questo vada visto con positività, perché il paradigma materialista in cui la scienza e le neuroscienze sono impantanate ormai da tempo non ha finora prodotto balzi significativi nel nostro bagaglio di conoscenze sul mistero della mente.
Sebbene il podcast abbia sollevato più domande che risposte, la sua popolarità riflette forse un desiderio collettivo di esplorare e comprendere fenomeni che sfidano la nostra comprensione convenzionale.
La comunità scientifica è naturalmente critica a priori, tuttavia dovrebbe cogliere quella che può definirsi una chiamata a esplorare ambiti di confine, e grazie a un approccio rigoroso, mantenendo sempre al centro il benessere e il rispetto delle persone coinvolte, forse sarà possibile indagare meglio il fenomeno suggerito da questi bambini.
Benché il podcast documentario The Telepathy Tapes si sia proposto di replicare in modo sistematico i fenomeno, molti punti rimangono ancora poco chiari. Nel complesso la vicenda è affascinante e, con il dovuto rispetto e tutela dei minori coinvolti, meriterebbe di essere studiata in un contesto controllato, ossia con i dovuti parametri di laboratorio.
Senza dubbio, emerge in questi straordinari bambini un grande desiderio e bisogno di comunicare, sia pure con metodi e strumenti diversi dai canali comuni alle altre persone.
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