Autore: UfoItalia.it

  • Gli scienziati che stanno prendendo sul serio gli UFO

    Gli scienziati che stanno prendendo sul serio gli UFO

    Negli ultimi anni, il dibattito sugli UFO ha subito un’evoluzione inaspettata. Un tempo relegato ai margini della scienza, considerato poco più che una curiosità o materia di fantascienza, il fenomeno UFO è ora oggetto di interesse serio da parte di alcuni dei più brillanti scienziati del nostro tempo. Ricercatori di spicco come Avi Loeb, Garry Nolan e Jacques Vallée, già affermati nei loro campi di astrofisica, biotecnologia e studi sui fenomeni aerei, stanno ora dedicando parte della loro carriera allo studio dei fenomeni aerei non identificati, conosciuti oggi come UAP (Unidentified Aerial Phenomena).

    Questi scienziati si avvicinano al tema con rigore accademico, mantenendo però la mente aperta a possibilità che sfidano le attuali conoscenze. Avi Loeb, astrofisico di Harvard, sta cercando tracce di tecnologie non terrestri attraverso il progetto Galileo, mentre il biologo Garry Nolan esplora le possibili implicazioni biologiche di alcuni fenomeni. In passato, anche figure come il dottor John Mack, psichiatra e vincitore del premio Pulitzer, avevano osato varcare il confine tra scienza e ignoto, spingendo il mondo accademico a considerare la possibilità di incontri con forme di vita non umane.

    In questo post, esploreremo le vite e i progetti di alcuni degli scienziati contemporanei che stanno trasformando il modo in cui la scienza guarda al fenomeno UFO, non come un argomento di pura speculazione, ma come una possibilità da investigare con metodo e apertura mentale.

    Indice:

    Avi Loeb e il Galileo Project: alla ricerca di oggetti interstellari

    Avi Loeb, un astrofisico israeliano di fama internazionale e docente ad Harvard, è una figura centrale nella comunità scientifica che prende seriamente in considerazione l’esistenza di intelligenze extraterrestri. Loeb ha fondato il Galileo Project, una ricerca scientifica dedicata alla scoperta di possibili artefatti tecnologici extraterrestri nelle vicinanze della Terra. Questo progetto ambizioso si articola in tre aree principali: lo studio degli oggetti interstellari che transitano nel nostro sistema solare, la ricerca sui fenomeni aerei non identificati (UAPs), e l’analisi di meteoriti di origine interstellare. Con il Galileo Project, Loeb mira a esplorare la possibilità che alcuni oggetti celesti possano non essere solo semplici rocce spaziali, ma anche resti di civiltà avanzate.

    Video dal canale ufficiale del Galileo Project su Youtube, che racconta gli aggiornamenti recenti del progetto.

    Il caso di Oumuamua

    Un momento cruciale nella carriera di Avi Loeb è stato il suo coinvolgimento nell’analisi di Oumuamua, un oggetto interstellare che ha attraversato il nostro sistema solare nel 2017. Questo misterioso corpo celeste, identificato come il primo oggetto interstellare mai osservato, ha suscitato una grande discussione nella comunità scientifica per la sua forma e comportamento anomali. Loeb ha teorizzato che Oumuamua non fosse un semplice asteroide o una cometa, ma potesse essere un artefatto tecnologico di una civiltà extraterrestre. La sua teoria si è basata sulla forma allungata dell’oggetto e sul comportamento di accelerazione che non poteva essere spiegato solo dalle forze gravitazionali o dalla pressione del sole.

    Rappresentazione artistica dell’asteroide interstellare `Oumuamua. Fonte: European Southern Observatory, ESO. Nota di UfoItalia: non è chiara l’esatta forma e caratteristiche di Oumuamua, si sa soltanto che sembra fosse più lungo che largo. Non si sa se fosse un asteroide o un presumibile oggetto tecnologico di produzione aliena.

    Secondo Loeb, la struttura e la velocità di Oumuamua non si allineano con le caratteristiche di oggetti naturali conosciuti, suggerendo che potesse trattarsi di una sonda spaziale o di una nave in viaggio interstellare. Questo approccio ha scatenato critiche e dubbi da parte di molti scienziati, ma anche ampi consensi tra coloro che ritengono che l’astronomia dovrebbe esplorare tutte le possibilità, incluse quelle che potrebbero suggerire l’esistenza di vita intelligente oltre la Terra.

    La sua teoria è stata esposta nel libro Extraterrestrial: The First Sign of Intelligent Life Beyond Earth (2021), dove Loeb esplora più a fondo l’idea che Oumuamua possa essere un segnale proveniente da una civiltà avanzata. Sebbene la teoria non sia stata accettata da tutti, ha senza dubbio messo Loeb sotto i riflettori come uno degli scienziati più audaci e innovativi nel campo dell’astrofisica e dell’ufologia.

    Il caso di Oumuamua ha portato poi proprio alla creazione del Galileo Project, l’iniziativa che mira a studiare fenomeni simili con un approccio rigoroso e scientifico, cercando segni tangibili di tecnologie avanzate al di fuori del nostro sistema solare. Loeb continua a sostenere che la scienza debba essere aperta a nuove idee e fenomeni, anche quelli che esulano dalle convenzioni stabilite.

    Potete approfondire ulteriormente la vicenda di Oumuamua e il ruolo di Loeb in questo dibattito tramite fonti quali Scientific American e Smithsonian Magazine, o in italiano per es su Il Fatto Quotidiano. Questa invece è la pagina del sito Nasa dedicata al misterioso oggetto interstellare.

    Inoltre, Avi Loeb talvolta scrive di suo pugno online, come in questo recentissimo articolo (in inglese) su Medium, dove racconta il suo dialogo con altri accademici, che venuti a conoscenza delle sue ricerche si sono incuriositi e lo hanno contattato: Could UAP Save Us from Ourselves?

    Le sferule metalliche che Loeb sta cercando negli oceani

    Recentemente, Loeb ha guidato una spedizione in Papua Nuova Guinea alla ricerca di sferule metalliche, materiali potenzialmente provenienti da un meteorite interstellare chiamato IM1. I risultati iniziali suggeriscono che questi frammenti presentino una composizione chimica anomala, distintiva rispetto ai materiali presenti nel nostro sistema solare, il che potrebbe indicare un’origine extraterrestre. L’analisi preliminare, che è ancora in corso presso laboratori avanzati, ha alimentato speculazioni sulla possibilità che questi oggetti contengano tracce di materiali prodotti in ambienti extraterrestri estremamente rari, come oceani magmatici di pianeti extra-solari, aprendo una prospettiva radicale sulla nostra comprensione dell’universo.

    Dal canale Youtube dell’emittente Usa NewsNation: “I ricercatori del gruppo di spedizione interstellare del Progetto Galileo hanno completato una prima analisi dei frammenti della prima meteora interstellare riconosciuta, che si schiantò sulla Terra nel 2014. Avi Loeb, capo del Progetto Galileo, dice a Elizabeth Vargas che gli scienziati credono che oggetti originati dall’esterno del nostro sistema solare.”

    In più occasioni, Loeb ha espresso il suo disappunto per come la scienza mainstream spesso ignori o sottovaluti questi temi, sostenendo che la scoperta di tracce di civiltà aliene trasformerebbe profondamente la percezione dell’umanità, molto più che altre scoperte cosmologiche come quella della materia oscura. Egli auspica che, se mai dovessimo trovare segni di una civiltà avanzata, questa scoperta possa ispirare un’unità globale, stimolando riflessioni esistenziali sul nostro posto nell’universo.

    Questa visione audace ha attirato sia il sostegno che lo scetticismo di altri scienziati, ma Loeb resta convinto che indagare con metodi rigorosi e aperti a nuove possibilità sia l’unica strada per esplorare verità ancora sconosciute.

    Un reclutamento da film: come Garry Nolan è entrato nel mondo degli UAP

    Foto di Garry Nolan dalla pagina della Stanford Medicine con il suo profilo biografico.

    Garry Nolan è un immunologo e professore di patologia presso l’Università di Stanford, noto per il suo approccio innovativo e per le sue ricerche nel campo della biologia cellulare e della medicina. La sua carriera ha preso una piega sorprendente quando, come lui stesso ha raccontato, è stato avvicinato da agenti della CIA nel suo ufficio universitario. Questa scena, che sembra uscita da un film, ha segnato l’inizio di un coinvolgimento profondo con la questione degli UAP (fenomeni aerei non identificati) e delle esperienze di incontro ravvicinato.

    Nolan è stato reclutato per aiutare a studiare casi di personale militare e intelligence che avevano subito danni fisici o biologici dopo presunti incontri con UFO. Queste esperienze non solo hanno messo in luce l’interesse della comunità scientifica per i fenomeni UFO, ma hanno anche rivelato il potenziale impatto di tali eventi sulla salute degli individui coinvolti. Nolan ha utilizzato le sue competenze scientifiche per analizzare le testimonianze e i dati relativi a questi incidenti, cercando di identificare eventuali correlazioni tra gli incontri e i sintomi riportati dalle persone.

    Nel suo approccio, Garry Nolan ha enfatizzato l’importanza della ricerca scientifica rigorosa per esplorare fenomeni che storicamente sono stati etichettati come marginali o privi di fondamento. La sua prospettiva è diventata ancora più influente grazie alla sua partecipazione a conferenze e discussioni pubbliche, dove ha condiviso le sue intuizioni sulla possibilità che alcuni UAP possano rappresentare tecnologie avanzate o forme di vita extraterrestre.

    Il suo lavoro non solo ha contribuito a rendere più legittima la discussione scientifica sugli UAP, ma ha anche attirato l’attenzione dei media e del pubblico, rendendolo una figura centrale in questo campo emergente.

    La voce della scienza: Nolan e la divulgazione pubblica sugli UFO

    Garry Nolan non è solo un accademico di spicco nel campo dell’immunologia, ma è anche un buon divulgatore della ricerca sugli UFO e dei fenomeni correlati. È attivamente coinvolto in diverse organizzazioni che si occupano di questo argomento, contribuendo alla divulgazione scientifica e alla promozione di un dialogo aperto e informato. La sua presenza sui social media, in particolare su X (ex Twitter), è molto attiva, dove interagisce frequentemente con il pubblico e risponde alle domande degli utenti. Questo approccio accessibile e amichevole ha reso Nolan una figura rispettata e apprezzata nel panorama della ricerca sugli UAP.

    Tra le innumerevoli interviste rilasciate da Nolan, riportiamo qui il link a un interessante dialogo avuto dallo scienziato con il giornalista Ross Coulthart nel dicembre 2023.

    Inoltre, Nolan ha fatto dichiarazioni significative riguardo al suo coinvolgimento nello studio di oggetti di origine non terrestre che sarebbero stati recuperati dagli Stati Uniti. Anche se i dettagli su come questi oggetti siano stati acquisiti rimangono poco chiari, le sue affermazioni hanno attirato l’attenzione e suscitato interrogativi su potenziali segreti governativi riguardanti la vita extraterrestre e le tecnologie avanzate. La sua posizione accademica e il suo impegno nella ricerca forniscono una base di credibilità alle sue dichiarazioni, rendendo le sue osservazioni particolarmente rilevanti nel contesto della discussione sugli UFO.

    Per approfondire ulteriormente il profilo di Garry Nolan e le sue affermazioni, puoi consultare articoli su The New York Times, The Guardian e Stanford Medicine.

    Jacques Vallée: il pioniere della ricerca sugli UFO

    Due grandi personaggi: il Dr. J. Allen Hynek (a sinistra) e il Dr. Jacques Vallée (a destra).

    Jacques Vallée è una delle figure più iconiche e influenti nel campo della ricerca sugli UFO, una presenza poliedrica che ha plasmato il pensiero ufologico per decenni. Astronomo, informatico, scrittore e scienziato, Vallée ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della comprensione e della narrativa sugli UFO, avvicinandosi al fenomeno in modo razionale e scientifico ma senza escludere aspetti che sfidano le categorie convenzionali.

    Nato in Francia, Vallée iniziò la sua carriera come astrofisico e fu presto coinvolto in progetti di ricerca scientifica in astronomia. Successivamente si trasferì negli Stati Uniti, dove collaborò con la NASA e partecipò ai primi esperimenti pionieristici nell’ambito delle reti di computer, collaborando allo sviluppo di ARPANET, il precursore di Internet. Questa formazione scientifica rigorosa, unita alla sua curiosità intellettuale, lo portarono a interessarsi al fenomeno UFO in modo serio e metodico.

    Uno dei tratti distintivi del pensiero di Vallée è la sua convinzione che il fenomeno UFO non possa essere compreso esclusivamente come una manifestazione di tecnologia extraterrestre. Questa visione venne espressa in modo chiaro già negli anni ’70, quando pubblicò il libro “Passport to Magonia: from folklore to flying saucers”. Qui, Vallée esamina somiglianze tra racconti di incontri UFO e miti folkloristici di varie culture, suggerendo che i fenomeni UFO potrebbero essere manifestazioni di una realtà più complessa, un “sistema di controllo” che agisce sulla percezione e sulle credenze umane.

    Altri libri di Vallée, come “The invisible college” e “Messengers of deception”, hanno influenzato non solo i ricercatori ufologici, ma anche la cultura popolare e i teorici della cospirazione. In questi testi, esplora temi come la manipolazione sociale e psicologica che potrebbe accompagnare gli avvistamenti di UFO, suggerendo che tali fenomeni potrebbero essere strumentalizzati per controllare le masse o come catalizzatori di cambiamenti culturali e religiosi. Con il passare degli anni, Vallée ha mantenuto una posizione critica verso l’interpretazione puramente extraterrestre degli UFO, aprendo le porte a ipotesi che collegano il fenomeno con dimensioni alternative della realtà, percezioni alterate e fenomeni parapsicologici.

    Oltre alla sua produzione letteraria, Vallée è stato un consulente chiave in numerosi studi e comitati sugli UFO, e la sua influenza è ben evidente nella rappresentazione del personaggio interpretato da François Truffaut nel celebre film “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg. Questa figura si ispira proprio a Jacques Vallée, a testimonianza del suo ruolo pionieristico.

    Più recentemente, Vallée ha continuato a contribuire alla ricerca sugli UFO, partecipando a studi sui cosiddetti “frammenti” di oggetti recuperati e coinvolgendosi in ricerche scientifiche per determinarne l’origine. Il suo approccio multidisciplinare, che integra scienza, filosofia, sociologia e storia, continua a fornire una prospettiva unica e innovativa.

    Nuove prospettive accademiche sugli UFO

    Oltre ai volti noti di governi e agenzie pubbliche di cui abbiamo appena portato tre illustri esempi, anche il mondo accademico e scientifico inteso in senso più largo si sta interessando seriamente allo studio degli UFO. Nel settembre 2023, la NASA ha pubblicato un atteso rapporto sull’argomento, sottolineando la necessità di approcci più rigorosi per studiare i fenomeni aerei non identificati (UAP). Questo studio ha proposto metodi per raccogliere dati più precisi e suggerito nuove collaborazioni per analizzare gli avvistamenti, una svolta significativa dato che finora le evidenze sono spesso limitate e difficili da interpretare. Sebbene il rapporto non confermi l’esistenza di tecnologie extraterrestri, pone le basi per un’indagine scientifica più solida e priva di pregiudizi, evidenziando l’importanza di strumenti e metodologie avanzate per ottenere risposte definitive.

    Il ruolo della NASA è un esempio di come le istituzioni accademiche stiano ampliando il loro coinvolgimento. Il team di scienziati della NASA ha enfatizzato l’importanza di rimanere neutrali e basarsi solo sui dati, evitando conclusioni affrettate. Tuttavia, il crescente interesse e gli sforzi per una raccolta dati migliorata rappresentano un passo verso una comprensione più approfondita dei fenomeni UAP, un approccio che potrebbe servire da modello per ulteriori ricerche in tutto il mondo.

    Il crescente interesse scientifico sugli UFO

    Forse una spia di questa inversione di rotta è il fatto che di recente sono apparsi vari articoli online – su siti e riviste di natura divulgativa – che testimoniano il desiderio della comunità scientifica – e forse anche una certa curiosità, tante volte sacrificata in nome del rigore – nel trattare il fenomeno UAP con metodo.

    Articoli come quello di ScienceNews, dell’agosto 2024, intitolato “Scientists are getting serious about UFOs. Here’s why,” esplorano l’importanza della raccolta di dati e della collaborazione interistituzionale per comprendere i fenomeni inspiegati, suggerendo che la NASA e altri enti puntino su metodologie trasparenti e senza pregiudizi.

    Collegato al sito precedente, nell’ottobre 2024 su ScienceNewsExplores è uscito un altro articolo: Why are scientists suddenly interested in UFOs? che ripercorre le tappe soprattutto degli avvistamenti da parte di piloti militari, nei decenni passati ma anche in tempi recenti.

    In un articolo sul prestigioso Scientific American di inizio 2023 venivano invece analizzate da un lato le difficoltà e la vaghezza che ancora circonda il fenomeno UAP / UFO, e dall’altro il crescente coinvolgimento degli studiosi (tra i quali veniva citato e intervistato proprio anche Avi Loev), un coinvolgimento che non può più passare inosservato.

    Recentissimo poi è l’articolo di Popular Mechanics dell’8 novembre 2024: “Gli alieni stanno infrangendo le leggi della fisica per farci visita sulla Terra, sostiene una nuova teoria” (articolo in inglese, titolo tradotto). Popular Mechanics è un noto giornale online di scienza e tecnologia. L’articolo si concentra sul punto di vista di uno scrittore di fantascienza, che ha però un background scientifico solido, laurea in fisica e altri titoli conseguiti all’Università dell’Arizona e alla George Washington University, di nome André Bormanis, il quale sostiene in sostanza che “questi oggetti [gli Uap] suggeriscono una forma di fisica che non abbiamo ancora scoperto”.

    Sebbene dunque lo stigma su certi temi rimanga e il progresso possa sembrare graduale, il fatto che organizzazioni accademiche riconosciute, scienziati indipendenti o meno, e anche più semplicemente riviste del settore discutano apertamente della possibilità di oggetti inspiegabili segna una svolta significativa.

    L’inizio di una nuova era di ricerca

    Questi studi rappresentano solo l’inizio di un cambiamento di prospettiva. A fine 2024, il fenomeno UFO/UAP si trova a un crocevia che potrebbe aprire nuove vie di ricerca.

    Probabilmente, assisteremo presto a un’accelerazione: ipotesi innovative, raccolta dati sistematica e un numero sempre maggiore di ricercatori, forse anche di ambiti scientifici finora distanti, contribuiranno a costruire una comprensione più ampia e solida del fenomeno.

    La ricerca sugli UFO, finalmente, potrebbe uscire dall’ombra per entrare nel cuore dell’indagine scientifica.

  • Il cielo del mese: novembre 2024

    Il cielo del mese: novembre 2024

    Il cielo stellato nel bel mezzo dell’autunno offre magnifiche viste di stelle luminose: le Pleiadi sembrano gemme di ghiaccio blu, accanto al fuoco delle stelle arancio rossastre come Aldebaran, della costellazione del Toro.

    L’unico problema? La nebbia! In novembre, la maggior parte delle occasioni per osservare il cielo sono impedite da un perenne strato di nebbia fitta, almeno per diverse parti d’Italia ormai sempre più avvolta nell’umidità, anche per colpa delle ingenti piogge cadute nelle scorse settimane.

    Tanti bravi astrofili e appassionati di astronomia, ben attrezzati, hanno fotografato nel mese scorso la cometa C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS. Alcune foto e articoli online sulla cometa: 1) Ultimo atto per la cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) 2) Le foto più belle della cometa C/2023 A3 3) https://edu.inaf.it/astrofoto/galleria-cometa-c2023-a3-tsuchinshan-atlas/

    Suggerimenti di osservazione

    In questo mese, Giove offre la sua maestosa presenza. Alzando lo sguardo verso est, già verso le ore 22 o 23, risulta di facilissima osservazione. Ricordiamo che anche con un buon binocolo, a 8 o 10 ingrandimenti (purché si trovi una posizione stabile e comoda con un appoggio), si riescono a osservare i 4 principali satelliti di Giove (i satelliti Galileiani): Io, Europa, Ganimede e Callisto.

    L’Unione Astrofili Italiani, a proposito di Giove, scrive: «il conto alla rovescia per l’opposizione al Sole del pianeta più grande del sistema solare sta per giungere alle fasi finali. All’inizio di dicembre vedremo Giove nelle condizioni ottimali e per tutta la notte. In questo mese di novembre dovremo invece ancora attendere un po’ per poterlo osservare ad Est nelle prime ore della notte. Come già anticipato nel paragrafo su Venere, nel corso del mese Giove anticiperà ulteriormente il suo sorgere, mentre Venere posticipa il proprio tramonto. Potremo così osservare entrambi i pianeti quasi opposti l’uno all’altro sulla volta celeste, Venere ad occidente e Giove ad oriente. Giove rimane ancora nella costellazione del Toro.»

    A novembre sarà interessante osservare – nebbia permettendo – alcune congiunzioni tra la Luna e pianeti. Ad esempio, il 16 novembre la Luna apparirà vicina a Giove e alle Pleiadi, come riporta la mappa dell’Unione Astrofili Italiani:

    Congiunzione Luna Pleiadi Giove del 16 novembre. Fonte: UAI

    Come sempre, il riferimento per i nostri suggerimenti astronomici è la pagina del sito UAI del Cielo del mese.

    Buone osservazioni.

  • Nuova udienza sugli Ufo il 13 novembre. Testimonia l’ex ammiraglio Tim Gallaudet

    Nuova udienza sugli Ufo il 13 novembre. Testimonia l’ex ammiraglio Tim Gallaudet

    Il prossimo 13 novembre 2024 ci sarà una nuova udienza al Congresso americano sugli Uap, a noi meglio noti come Ufo. Sappiamo anche qualcosa in merito ai possibili testimoni: almeno uno di essi sarà un ex veterano della marina, l’ex contrammiraglio Tim Gallaudet. Si tratta di una persona molto informata sul tema, testimone di avvistamenti in ambito militare, che ha parlato spesso in pubblico sul tema della necessità di indagare anche gli oggetti non identificati sottomarini.

    Le dichiarazioni della repubblicana Mace

    A dare la notizia della presenza di Gallaudet tra i testimoni è stata la parlamentare repubblicana Nancy Mace, che presiede la Sottocommissione per la sicurezza informatica, l’IT e l’innovazione governativa del comitato di sorveglianza.

    Intervistata dall’autore del podcast “Ask a Pol” che chiedeva se ci fosse «Qualche aggiornamento pubblico su chi saranno i testimoni all’udienza pubblica dell’UAP del 13 novembre che presiederai?», la Mace ha risposto: «Vorrei avere un veterano militare. Penso che sia importante avere più che semplici accademici. Ho bisogno di persone che magari abbiano visto qualcosa e possano dirci qualcosa».

    Ha poi aggiunto che le persone chiamate a riferire al Congresso potranno essere di diversa provenienza: «[…] i testimoni saranno diversi e porteranno sul tavolo informazioni diverse».

    Potremo aspettarci dunque anche altri testimoni, oltre all’ex ufficiale di marina.

    Chi è Tim Gallaudet

    L’ex contrammiraglio ha confermato sul social X la sua presenza all’udienza del 13 novembre. Ha ritwittato almeno un paio di post che rilanciano la notizia dell’udienza aggiungendo i suoi commenti:

    «Non vedo l’ora di testimoniare su questo!”

    «Non vedo l’ora di contribuire ad un’altra storica udienza sugli UAP»

    Ma – soprattutto per chi non avesse seguito le interviste sui canali youtube e i diversi podcast emersi negli ultimi tempi a tema uap/ufo – chi è Tim Gallaudet?

    Come ben riporta la pagina di Wikipedia a lui dedicata:

    «Timothy Cole Gallaudet è un oceanografo americano e contrammiraglio in pensione della Marina degli Stati Uniti. Gallaudet ha lavorato per il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti come sottosegretario al commercio per gli oceani e l’atmosfera e amministratore ad interim della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).

    […] Gallaudet è un membro di spicco della comunità UFO. Afferma di aver visto filmati di fenomeni anomali non identificati (UAP) e oggetti sommersi non identificati (USO) mentre era in servizio attivo nella Marina degli Stati Uniti, e ha espresso sostegno alle affermazioni dell’informatore di David Grusch al Congresso degli Stati Uniti, chiedendo la “de-stigmatizzazione” dell’argomento da parte della scienza, dei militari e del pubblico in generale.

    Fa parte del comitato consultivo di Americans for Safe Aerospace, che si descrive come “un’organizzazione no-profit guidata da piloti militari focalizzata sull’UAP”. È un ricercatore affiliato al progetto Galileo di Avi Loeb che cerca prove di artefatti tecnologici extraterrestri.»

    Informazioni sull’ex ufficiale si possono trovare sulla pagina a lui dedicata nel sito della US Navy, la marina americana.

    Tim Gallaudet in alcune interviste online

    Le recenti affermazioni del vice ammiraglio in pensione Tim Gallaudet sugli UFO hanno riscosso notevole apprezzamento, in particolare per l’alto profilo che egli porta al dibattito e per la serietà con cui affronta il tema.

    L’ex ufficiale e oceanografo della Marina ha sottolineato l’importanza di approfondire la ricerca scientifica sui fenomeni UAP (fenomeni aerei non identificati) anche in ambienti subacquei, evidenziando come tali fenomeni potrebbero avere connessioni con oggetti rilevati sotto la superficie marina, una prospettiva che amplia il campo di studio oltre lo spazio aereo.

    Le sue dichiarazioni, supportate dalla sua autorevolezza come figura scientifica e militare, indicano un crescente interesse per indagini formali sugli UAP da parte di esperti di alto livello, contribuendo a legittimare il fenomeno agli occhi del pubblico e della comunità scientifica.

    Egli ha più volte messo in guardia il pubblico infatti sugli USO (unidentified submerged objects), oggetti sottomarini non identificati, affermando che rappresentano una “vera minaccia” per la sicurezza marittima internazionale.

    Gallaudet, collaborando con la Sol Foundation, un think tank di personalità di spicco nella ricerca sugli ufo, ha affermato che gli oggetti sommergibili non identificati necessitano di attenzione urgente.

    Riportiamo qui un estratto dall’intervista a Gallaudet fatta dal giornalista Ross Coulthart, in cui l’ex ufficiale commentava le affermazioni di un altro importante testimone, l’uomo dell’intelligence David Grusch:

    intervista a Gallaudet fatta dal giornalista Ross Coulthart

    La disclosure «non si fermerà»

    L’emittente Americana NBC News ha rilanciato la notizia dell’udienza sugli uap a novembre e ha intervistato per l’occasione – come spesso accade – il giornalista Jeremy Corbell:

    Americana NBC News ha rilanciato la notizia dell’udienza sugli uap

    Corbell ribadisce con una certa enfasi che la rivelazione dei segreti sugli ufo andrà avanti, «in un modo o nell’altro», e la repubblicana Mace è determinata a proseguire.

    C’erano state voci infatti di un possibile stop e un insabbiamento anche di queste udienze pubbliche.

    Ma a quanto pare non è così, e almeno un gruppo di politici nel Congresso continua per fortuna a portare avanti il tema degli Uap.

    L’udienza del 13 novembre arriverà in un momento caldissimo per la politica USA, appena dopo le elezioni Presidenziali del 5 novembre.

    Il prossimo Presidente degli Stati Uniti non potrà esimersi dall’affrontare il problema degli ufo, sia sul versante della sicurezza aerea e nazionale, sia su quello della comunicazione e della trasparenza verso il pubblico.

  • C’è una «base aliena» nell’Oceano Pacifico. La portaerei USS Nimitz lì per monitorarli

    C’è una «base aliena» nell’Oceano Pacifico. La portaerei USS Nimitz lì per monitorarli

    Presso l’isola di Guadalupe, nelle profondità dell’Oceano Pacifico, ci sarebbe un significativo traffico di oggetti volanti non identificati. In particolare, una base aliena avrebbe la sua sede proprio laggiù. La portaerei nucleare USS Nimitz li ha osservati. A rivelarlo è stato Danny Sheehan, avvocato, non estraneo alle vicende riguardanti gli ufo (o uap) perché si è occupato di assistere molti testimoni di questi ultimi anni che sono usciti allo scoperto con rivelazioni importanti.

    Una fonte vicina ai grandi testimoni sugli ufo

    Un’isola al largo delle coste ovest del continente nord americano. Una delle maggiori portaerei nucleari degli Stati Uniti. E un traffico di oggetti volanti – centinaia – osservati con mezzi nucleari navali e sottomarini. Queste sono le premesse straordinarie alle rivelazioni fatte di recente da Daniel Sheehan.

    Avvocato, con una lunga carriera spesa soprattutto su casi di natura politica e militare, Daniel (Danny) Sheehan è anche un grande sostenitore della causa ufologica.

    Come ben sintetizza il sito LADBible, infatti: Sheehan «collabora da tempo con il The Disclosure Project, un’organizzazione fondata più di 30 anni fa che ha lo scopo di rivelare pubblicamente la presunta conoscenza da parte del governo degli Stati Uniti di oggetti volanti non identificati – noti anche come Unidentified Anomalous Phenomena (UAP) – nonché prove di vita extraterrestre e persino la conoscenza della tecnologia avanzata proveniente da altre parti dell’universo. Negli ultimi anni, ciò ha portato il Congresso degli Stati Uniti ad ascoltare ex ufficiali dell’intelligence che affermano che il governo del paese è in possesso di UFO e di corpi non umani.»

    Daniel Sheehan è stato consulente di personaggi che hanno contribuito in modi significativi alla ricerca sul fenomeno ufo e sulle potenziali presenze aliene: Wikipedia riporta che ha assistito lo psichiatra dell’Università di Harvard John E. Mack (colui che ha indagato il fenomeno delle abduzioni), e rappresenta inoltre Luis Elizondo, l’ex direttore dell’Advanced Aerospace Threat Identification Program.

    L’isola di Guadalupe

    Immagini satellitari dell’Isola di Guadalupe, tratte dalla NASA World Wind. Fonte Wikipedia.

    Secondo quanto riporta Wikipedia, l’isola di Guadalupe è un’isola vulcanica situata nell’Oceano Pacifico, a 241 chilometri al largo della costa occidentale della penisola messicana della Bassa California. I suoi vulcani sono estinti o dormienti.

    In quanto a giurisdizione, appartiene al Messico.

    Riguardo alle dimensioni, invece, “L’isola misura 35 chilometri da nord a sud e fino a 9,5 chilometri da est a ovest, con un’area totale di 243.988 km2. Presenta una catena di alte creste montuose vulcaniche che raggiungono un’altezza di 1.298 metri”.

    Costa sud-orientale dell'isola di Guadalupe, in Messico. Foto da Wikipedia.
    Costa sud-orientale dell’isola di Guadalupe, in Messico. Fonte: Wikipedia.

    È popolata da pochissimi abitanti. L’ultimo censimento del 2010 ne registrava poco più di 200, ma si stima che la popolazione sia molto diminuita negli anni recenti, ed attualmente sia inferiore ai 150 residenti.

    Ad oggi l’isola è un luogo di turismo, ricco di biodiversità, con abbondante fauna terrestre e marina. I più avventurosi si immergono in gabbie per osservare da vicino gli squali bianchi.

    «C’è una base laggiù»

    Sheehan ha parlato della base aliena sottomarina durante una presentazione tenuta a nome del New Paradigm Institute, organizzazione da lui fondata che ha come obiettivo “una disclosure piena e responsabile sugli ufo”.

    Le sue affermazioni sono degne di attenzione perché si collegano a uno degli avvistamenti più noti degli ultimi decenni: quello (o meglio quelli) che hanno coinvolto la portaerei USS Nimitz, assieme ad altre navi e sottomarini della flotta.

    Quegli avvistamenti sono stati decisivi per giungere a una prima divulgazione pubblica degli incontri ravvicinati – da parte dei piloti della marina – con gli ufo: pensiamo al caso dell’oggetto “tic tac” visto dal pilota David Fravor, e altri avvistamenti con oggetti dalle capacità di volo straordinarie.

    Gli articoli del NYTimes e i video rilasciati dal Pentagono nel 2017 riguardano proprio quegli incontri ravvicinati con gli uap, registrati anche dalla USS Nimitz nei pressi dell’isola indicata da Sheehan.

    “I piloti della Marina descrivono incontri con gli UFO”. Lo speciale della trasmissione 60Minutes andato in onda nel 2021.

    L’avvocato Sheehan, riporta anche il DailyStar, avrebbe detto: «Queste diverse specie hanno basi qui sul nostro pianeta, in remote regioni montuose dove sono lontane da tutte le osservazioni umane, e in modo molto notevole sotto i fondali marini del nostro pianeta».

    Ha poi specificato che «c’è una di queste basi appena al largo … a sud di Los Angeles in California, al largo di un posto chiamato Guadalupe Island – o Isla Guadalupe. La USS Nimitz è stata posizionata lì per monitorarli, e hanno monitorato oltre 100 di questi UFO che andavano e venivano, scendevano dallo spazio e andavano sott’acqua in quel punto».

    Il luogo è stato monitorato anche dai sottomarini nucleari uniti al gruppo della USS Nimitz. «Lo hanno analizzato e sappiamo che c’è una base laggiù», ha dichiarato Sheehan.

  • Possibile segnale radio alieno: la conferma potrebbe arrivare a breve

    Possibile segnale radio alieno: la conferma potrebbe arrivare a breve

    L’informazione arriva non da un ricercatore, ma da un documentarista che ha contatti con il mondo scientifico, in quanto ha collaborato in passato a progetti divulgativi con la NASA e altre agenzie. Simon Holland, l’autore della rivelazione, afferma che i suoi contatti gli hanno mostrato prove di segnali di origine artificiale rilevati sul pianeta Proxima b, grazie ai radiotelescopi del progetto Breakthrough Listen. Holland afferma inoltre che la notizia potrebbe essere confermata pubblicamente entro poche settimane. Due sarebbero i gruppi di astronomi in gara per rivelare i risultati.

    La fonte

    Simon Holland, documentarista e filmmaker, è un personaggio che vanta collaborazioni con la NASA, con la BBC e altre associazioni scientifiche.

    Holland ha raccontato ai giornali inglesi che la sua fonte è interna all’organizzazione no-profit “Breakthrough Listen”, il progetto di ricerca che si autodefinisce «il più grande programma di ricerca scientifica mai realizzato volto a trovare prove dell’esistenza di altre civiltà oltre la Terra».

    Breakthrough Listen fa uso di enormi radiotelescopi e ha ricevuto finanziamenti per più di 100 milioni di dollari.

    «Il mio contatto – ha dichiarato Holland al giornale DailyMail.com – è un amministratore senior del radiotelescopio dell’UE. “Abbiamo trovato un’intelligenza extraterrestre non umana nella nostra galassia“, ha detto, “e la gente non lo sa”».

    L’origine del segnale

    Il segnale radio è stato captato per la prima volta il 29 aprile 2019 dal radiotelescopio australiano Parkes. L’origine di esso sarebbe il sistema Proxima Centauri, che è la stella più vicina al nostro sistema solare.

    In particolare, attorno a quella stella orbita un pianeta simile alla Terra, Proxima b, nella zona considerata abitabile.

    Già in quel momento la notizia di una rilevazione anomala aveva suscitato grandi aspettative. Il segnale tuttavia era debole, e probabilmente ci sono voluti diversi altri tentativi e analisi dei dati per trarre conclusioni.

    Data l’importanza di quella osservazione, al segnale venne dato il nome di Breakthrough Listen Candidate-1 (BLC-1).

    Dopo la smentita del 2021, ora una nuova prospettiva

    Nel 2021 si era creduto che il segnale avesse un’origine terrestre, probabilmente un’interferenza radio. Si era concluso perciò che BLC-1 fosse dovuto a onde radio non identificate provenienti dalla Terra stessa.

    Ora Simon Holland propone nuove interpretazioni. «Il segnale, invece di essere il gigantesco ronzio nell’universo che sentiamo attraverso tutti i radiotelescopi, era uno spettro elettromagnetico ristretto», ha spiegato al DailyMail.

    «Si tratta di una sorgente puntiforme», e al divulgatore è stato detto che è improbabile che un simile segnale puntiforme abbia origine terrestre o sia causato da qualche corpo celeste.

    Holland e anche la sua fonte sono persuasi ora che il segnale rilevato dal radiotelescopio nel 2019 provenisse realmente da una specie aliena avanzata. «Hanno trovato la prova di una firma tecnologica non umana», ha dichiarato il documentarista.

    La competizione con altri gruppi di ricerca

    Oltre al team di Breakthrough Listen, ci sarebbero anche gli astronomi cinesi pronti a divulgare la notizia. Secondo Holland ci sarebbe perciò una “gara” in corso per battere i ricercatori del governo cinese nel rendere pubblica la scoperta sconvolgente.

    La Cina infatti possiede anch’essa un valido programma di ricerca radio di segnali, denominato FAST [Five-hundred-meter Aperture Spherical Telescope]. Il loro strumento è il radiotelescopio esistente più grande al mondo, dopo la dismissione di quello di Arecibo in Porto Rico (crollato nel 2020).

    In attesa di conferme

    Difficile dire se la notizia trapelata dalle indiscrezioni del filmmaker Simon Holland sia realmente attendibile, in ogni caso vedremo nelle prossime settimane se ci saranno conferme pubbliche da parte della comunità scientifica.

    Holland ha dichiarato che la pubblicazione dei risultati arriverà “entro qualche settimana”, e ha indicato vagamente come tempistiche il mese di novembre, dopo le elezioni americane.

    illustrazione di fantasia che ritrae un radiotelescopio in orbita con pianeti in lontananza. C'è vita nella nostra galassia oltre alla Terra?

    Che si tratti della volta buona oppure no, bisogna rilevare che negli ultimi tempi sono molteplici le voci di possibili scoperte che potrebbero arrivare dai telescopi più avanzati dispiegati dalla scienza.

    Abbiamo scritto di recente riguardo alle possibili scoperte fatte grazie al telescopio James Webb, che avrebbe individuato tracce biochimiche di vita su un esopianeta.

    Se queste scoperte dovessero confermarsi, potremmo essere di fronte a una svolta epocale nel campo della esobiologia.

    Rimanete sintonizzati, perché il futuro dell’esplorazione spaziale potrebbe riservarci rivelazioni che fino a poco tempo fa sembravano appartenere solo alla fantascienza.

  • “Immaculate Constellation”: rivelato il nome di un progetto della CIA sugli UFO

    “Immaculate Constellation”: rivelato il nome di un progetto della CIA sugli UFO

    L’ennesima conferma dell’interesse americano verso gli ufo, anche noti come uap, arriva da un testimone anonimo che si confida al giornalista Michael Shellenberger. Le sue affermazioni ricevono conferme anche da altre fonti. In attesa dell’udienza pubblica sugli ufo del 13 novembre, il discorso pubblico sugli ufo si fa più aperto – almeno negli Stati Uniti.

    In questi giorni sono emerse alcune nuove rivelazioni dall’America, da parte di testimoni e giornalisti, riguardo ai programmi di intelligence di recupero di ufo e materiali biologici di origine non terrestre.

    Sono piccoli-grandi ulteriori pezzetti del puzzle ufologico che vanno a comporsi, in attesa della nuova udienza al Parlamento Usa, che si dovrebbe tenere il prossimo 13 novembre 2024.

    Spunta il nome di un altro programma “secretato”: Immaculate Constellation

    Tra le novità più interessanti, è emerso il nome di un ulteriore programma-ombra – l’ennesimo – di “crash retrieval”, vale a dire di recupero di ufo (o uap). A rivelarlo è una fonte per ora anonima che si è confidata al giornalista americano Michael Shellenberger, della testata online Public.

    Il dato avrebbe relativamente poco peso di per sé, data la fonte anonima, se non fosse che, in questi giorni, altri personaggi pubblici hanno confermato l’esistenza di quel programma, il cui nome ha un qualcosa di poetico e fascinoso: Immaculate Constellation.

    Sembra, a quanto riportato dalla fonte, che il progetto in questione abbia preso avvio circa dal 2017, cioè proprio quando il New York Times ha dato spazio alle inchieste sugli avvistamenti di uap da parte dei piloti della marina, riaprendo di fatto in grande stile la discussione di questi ultimi anni sul tema ufologico.

    Tramite i giornalisti americani che da sempre seguono queste vicende, sappiamo che altre voci hanno confermato l’esistenza di quel programma, che rimane tuttavia uno degli Special Access Program, ai quali in genere i membri eletti governativi sono tenuti all’oscuro, essendo materia esclusiva di ristretti corpi speciali e servizi segreti.

    Vedremo se l’udienza pubblica prevista, sembra, per il 13 novembre prossimo, porterà alla luce il testimone anonimo o altri soggetti che possano fornire ulteriori dati.

    I parlamentari americani si sbilanciano di più sul tema ufologico

    Fa sempre un certo effetto sentire pronunciare pubblicamente, da membri di un parlamento di una delle maggiori potenze mondiali, frasi che fino a ieri sembravano pura fantascienza.

    Sulla scia di quanto emerso appunto grazie alla testimonianza anonima citata poco fa, tali conferme aiutano a completare il quadro, che sta diventando ogni giorno sempre più entusiasmante.

    È questo il caso di una recente intervista a un membro del Congresso, Matt Gaetz, intervistato nel podcast “The Benny Show”.

    Gaetz, interrogato sugli ufo, ha dichiarato: «Beh, ogni giorno veniamo a conoscenza di cose nuove», e ha poi proseguito dicendo che è ormai «di pubblico dominio che la CIA abbia un programma riguardo al recupero di ufo [craft recovery]. Non è più un dubbio. Da qui probabilmente bisognerebbe cominciare: il recupero di oggetti volanti, e i reperti biologici che sono stati recuperati da questi oggetti».

    Il membro del Congresso ha affermato quindi di ritenere che sia meglio «diffondere» queste informazioni, e che il bene dei cittadini non si ottempera tenendo segrete queste cose.

  • Sfere metalliche in cielo: che cosa sono?

    Sfere metalliche in cielo: che cosa sono?

    Misteriosi oggetti volanti di forma sferica, dall’aspetto metallico e lucente, sono stati osservati nei cieli di tutto il mondo. Talvolta queste sfere assumono l’aspetto di globi luminosi dalla luce intensa.

    Si muovono in formazione, creando figure a triangolo che sembrano misurare o “triangolare” qualcosa, forse un bersaglio, forse un obiettivo per loro rilevante. Assieme ad esse, se ne vedono altre viaggiare singolarmente, alcune a livello del terreno altre più in alto.

    Filmato della CBS News: video di misteriose sfere luminose che fluttuano sopra New York City, 2010. Fonte: Youtube.

    Sembra fantascienza, ma è ciò che avviene nella realtà. E non è un fenomeno recente. Sono state osservate in tutto il mondo. Il Pentagono, nell’aprile del 2023, ha rilasciato persino un video di una di queste sfere osservata in Medio Oriente, dichiarando la natura non identificata di quell’oggetto.

    In questo articolo:

    Ad oggi non si sa che cosa siano, chi le abbia costruite e quali siano le loro finalità. Ci sono soltanto delle ipotesi, formulate per lo più da ricercatori indipendenti.

    Tutte queste misteriose sfere sembrano non obbedire alle leggi della fisica a noi note: hanno infatti accelerazione istantanea, sono capaci di fermarsi in cielo e poi ripartire, le loro traiettorie sono agili. Nessuna superficie alare, nessuno scarico di gas o propellente.

    Ne sono stati osservati esemplari di vari dimensioni: da un diametro di circa 10 cm fino a sfere di circa 3 metri. Sono oggetti che semplicemente non dovrebbero esserci, non dovrebbero stare così a mezz’aria. Eppure ci sono.

    Talvolta avvistate in contemporanea ad altri oggetti non identificati di altra forma, le sfere metalliche sono un esempio di quanto siano variabili nel loro aspetto gli ufo (o “uap” secondo la nuova denominazione in uso negli Stati Uniti).

    In questo Approfondimento, abbiamo raccolto alcune delle principali informazioni sulle misteriose sfere metalliche nei cieli.

    Il video reso noto dal Pentagono

    Una di queste sfere è stata filmata in Medio Oriente, in una non ben specificata località di un teatro di azioni militari, e il video è stato declassificato e rilasciato in via ufficiale dal Pentagono.

    Il video è stato infatti reso pubblico durante l’audizione parlamentare del 9 aprile 2023, durante la quale la commissione Difesa del Senato Usa ha ricevuto gli aggiornamenti dell’agenzia AARO, l’unità della Difesa statunitense dedicata ai fenomeni non identificati (All-domain Anomaly Resolution Office). Tale oggetto è stato dichiarato come Non Identificato.

    Come riportato all’epoca anche dai giornali italiani, la risposta del Pentagono e del direttore dell’AARO di quel periodo, Sean Kirkpatrick, è stata ancora una volta piuttosto elusiva: “Il Pentagono – ha precisato Kirkpatrick – non ha prove scientifiche dell’attività di fenomeni che superino le leggi note della Fisica, ma è al lavoro per comprendere meglio il fenomeno Uap. La sigla indica tutto ciò che risulta non identificato sia in cielo che in terra che in acqua.”

    Il filmato riprende proprio uno di quegli oggetti di forma sferica, dall’aspetto metallico riflettente, senza superfici alari o scie riconducibili a sistemi di propulsione a reazione. È escluso che si tratti di un drone.

    Pochi mesi prima del rilascio di quel video, nel febbraio 2023, il giornalista americano Jeremy Corbell aveva divulgato una foto e un breve video di un oggetto del tutto simile.

    Foto rilasciata dal giornalista Jeremy Corbell di un oggetto di forma sferica filmato nel nord Iraq, oggetto noto come “Mosul Orb”.

    Il giornalista rivelò che l’oggetto era stato filmato nel nord dell’Iraq. Tale avvistamento è stato battezzato con il nome di “Mosul Orb“.

    Non è chiaro se il “Mosul Orb” e il video rilasciato ad aprile 2023 dal Pentagono riguardino il medesimo oggetto.

    Un fenomeno antico

    Le sfere metalliche nel cielo non sono un fenomeno recente. Se guardiamo in retrospettiva alla storia del Novecento, durante la Seconda Guerra Mondiale i piloti Alleati già riportavano avvistamenti di misteriose luci, da loro colloquialmente denominate “foo fighters”, che li seguivano durante le loro missioni in Europa e nel Pacifico. Questi oggetti, descritti come sfere luminose o globi metallici, si muovevano a velocità incredibili e manovravano in modo inspiegabile, lasciando i piloti sbalorditi.

    Ma se andiamo ancora più indietro nel tempo, troviamo resoconti e documenti storici molto interessanti, i quali fanno pensare che le sfere circolanti nei cieli siano molto più antiche di quanto si pensi.

    Per rimanere anche soltanto in epoca moderna, ripercorrendo la storia di alcuni secoli fa, troviamo in Europa il documento di un singolare evento avvenuto a Norimberga nel 1561.

    Il fatto, noto come “Fenomeno celeste di Norimberga del 1561” o anche come “battaglia celeste di Norimberga”, si svolse il 14 aprile del 1561, ed è documentato da una splendida illustrazione che correda un resoconto scritto, pubblicato in un articolo a stampa in quello stesso mese.

    Il fenomeno celeste sopra la città tedesca di Norimberga il 14 aprile 1561, come stampato in una notizia illustrata nello stesso mese. Fonte Wikipedia

    Il testo dell’articolo, qui riportato solo in parte, racconta:

    «La mattina del 14 aprile 1561, all’alba, tra le 4 e le 5, avvenne una terribile apparizione sul sole, e poi questa fu vista a Norimberga nella città, davanti alle porte e in campagna – da molti uomini e donne. Dapprima apparvero in mezzo al sole due archi semicircolari rosso sangue, proprio come la luna nel suo ultimo quarto. E nel sole, sopra e sotto e da entrambi i lati, il colore era sangue, c’era una palla rotonda di colore ferroso in parte opaco, in parte nero. Allo stesso modo c’erano su entrambi i lati e come un toro attorno al sole tali palle rosso sangue e altre palle in gran numero, circa tre in fila e quattro in un quadrato, anche alcune sole. […] e dentro le aste piccole e grandi c’erano tre, e anche quattro e più globi. Tutti questi cominciarono a litigare tra loro […] Inoltre i globi volarono avanti e indietro tra loro e combatterono con veemenza tra loro per più di un’ora. […] Qualunque cosa significhino questi segni, Dio solo lo sa. […]»

    Non si può escludere si sia trattato di qualche insolito e particolare fenomeno naturale, tuttavia il racconto è preciso, e gli uomini del passato non necessariamente erano osservatori peggiori di noi oggi. Anzi, è più probabile che fossero più attenti a ciò che capitava loro di vedere. L’abbondanza di dettagli nel racconto lo dimostra.

    Il fenomeno avvenuto a Norimberga è indicativo soprattutto per il fatto che, come riportato nello scritto e illustrato nel disegno, comparvero sfere e oggetti circolari disposti in strane “formazioni“ di tre o quattro sfere per volta.

    Il ricercatore Patrick Jackson ha scoperto uno schema ricorrente

    Patrick Jackson è un ricercatore indipendente di origini irlandesi. Di professione ingegnere delle telecomunicazioni, ha dedicato parte del suo tempo ad indagare a fondo il fenomeno delle sfere.

    Jackson si è interessato agli ufo soltanto dopo aver vissuto un’esperienza piuttosto strana: fuori da un pub osservò una strana figura incappucciata, ferma in un campo, una specie di monaco. All’improvviso, questa figura sparì, come smaterializzandosi. L’esperienza gli ha suggerito la possibilità che la nostra realtà sia molto più articolata di quanto si pensi. Da quel momento si è dedicato a indagare i fenomeni insoliti.

    I risultati del suo lavoro sulle sfere, esposti in un libro (“Quantum Paranormal”) e da lui più volte divulgati tramite interviste e post sui social network, sono molto interessanti e rivelano aspetti del fenomeno che aprono a diverse possibili ipotesi.

    Egli è attivo su X / Twitter dove spesso posta video di altri utenti che gli portano all’attenzione avvistamenti da loro registrati. Sono testimonianze di cittadini da tutto il mondo, che filmano o fotografano sfere metalliche e sfere luminose in cielo.

    Jackson ha elaborato una teoria, fondata su numerose osservazioni, diverse delle quali condotte da egli stesso con strumenti di rilevazione di emissioni elettromagnetiche, una teoria che andremo ora a esporre nel dettaglio.

    Sfere metalliche negli edifici abbandonati

    Innanzitutto, le sfere non si muovono soltanto in cielo a medie o alte altitudini. Ce ne sono altre che occupano edifici e seminterrati. Si tratta sempre di oggetti delle dimensioni modeste, con un raggio di poche decine di centimetri, paragonabili a una palla da baseball fino alle dimensioni di un pallone da calcio.

    Tipicamente, prediligono edifici abbandonati o disabitati. Non è infrequente che le case considerate “infestate dai fantasmi” dalla popolazione locale dei paesi e dei centri abitati, siano in realtà luoghi dove agiscono proprio le sfere di quel tipo.

    Ciò che Patrick Jackson ha scoperto, infatti, è che le sfere negli edifici, che lui ha definito “sfere di tipo 3”, fluttuando e muovendosi nell’aria, sono responsabili di rumori improvvisi che spaventano terribilmente gli avventori delle case abbandonate.

    Gli anglosassoni nel linguaggio comune hanno elaborato tutta un’iconografia del fantastico per parlare di tali fenomeni sinistri nelle case “stregate”: bene, i famosi “poltergeist”, altro non sarebbero secondo Jackson che le sfere di tipo 3 in azione.

    C’è una finalità pratica, da parte delle sfere, sostiene Jackson, dietro l’apparente volontà di terrorizzare i passanti. Le sfere infatti non sarebbero altro che uno snodo di una presunta rete di comunicazione, o di segnalazione, che trasmette “dati” da o verso altre sfere, tipicamente verso quelle che fluttuano in cielo e che si vedono muoversi singolarmente o in formazione a triangolo.

    Jackson sostiene di aver rilevato significativi picchi di attività elettromagnetica, con i suoi strumenti, dove operano queste sfere di tipo 3 negli edifici.

    I misteriosi oggetti allora sembra che vogliano spaventare le persone a fin di bene: per allontanarle quando le trasmissioni in cui sono impegnate generano scariche di radiazioni potenzialmente pericolose per l’uomo.

    Sfere di tipo 1, tipo 2 e tipo 3

    Il ricercatore irlandese ha il merito di avere individuato uno schema, un pattern, e questo gli è stato riconosciuto pubblicamente, online, da scienziati di professione, tra i quali Garry Nolan, immunologo, scienziato dell’università di Stanford che collabora da decenni con la CIA sul tema ufo. Il riconoscimento di Nolan è molto significativo.

    Le sfere di tipo 3 individuate negli edifici “trasmetterebbero” a sfere di tipo 2, che si osservano in cielo. A loro volta queste sfere di tipo 2 fanno da tramite e passano “l’informazione” alle sfere di tipo 1: quelle che si muovono in formazione triangolare, e che in numerosi video postati da utenti di ogni parte del mondo si vedono muoversi in modo sincrono e descrivere ampi triangoli in cielo.

    Immagine postata da Patrick Jackson sul suo profilo X / Twitter. Fonte: Patrick Jackson, profilo su X

    Jackson ha elaborato un diagramma che si può vedere sul suo profilo x / Twitter che sintetizza la disposizione dei tre tipi di sfere:

    Fonte: Patrick Jackson, su X

    Ciò che anche Nolan ha fatto notare al ricercatore, oltre ai complimenti, è che però occorrerebbe più prudenza e più dati per poter affermare con sicurezza qualcosa sulle motivazioni, intenzioni e scopi di quegli oggetti.

    Jackson infatti salta ad alcune conclusioni riguardo al comportamento delle sfere, che necessiterebbero però di prove ulteriori. In sintesi, egli sostiene che si tratti di un sistema di intercettazione e protezione planetario dalle “minacce”.

    In particolare, quando le sfere si dispongono a triangolo, con una quarta sfera di tipo 2 posta a una certa distanza, è il segno che la formazione a triangolo ha individuato un “bersaglio”, afferma Jacskon.

    Non è chiaro che tipo di comunicazione e di attività avvenga tra le sfere di tipo 1, 2 e 3. Inoltre, se costituiscono un sistema di difesa, da che cosa devono difendersi, o chi stanno difendendo? Sono forse una specie di sistema di protezione del pianeta Terra? E quale civiltà le avrebbe costruite?

    Tutti questi interrogativi sono doverosi, ognuno è carico di significati esistenziali e scientifici epocali. Qualsiasi risposta che riuscissimo a stabilire sulla natura delle sfere dall’aspetto metallico aprirebbe probabilmente nuovi capitoli della storia umana.

    Sfere luminose: sono la stessa cosa?

    È frequente leggere di avvistamenti di ufo che si presentano come punti luminosi, globi di luce o altre simili configurazioni. Posto che non si tratti di avvistamenti di fenomeni naturali o tecnologici terrestri interpretati in modo erroneo, sorgono alcuni interrogativi.

    In particolare, il manifestarsi delle sfere sotto forma luminosa ha qualcosa a che fare cone le sfere dall’apparenza lucente e metallica? Patrick Jackson afferma che si tratta delle stesse medesime sfere.

    Molte volte le formazioni di tre oggetti metallici (sfere di tipo 1 secondo Jackson) o anche di singoli oggetti (sfere di tipo 2 e 3) sono state osservate emettere una forte luminosità.

    Del resto, anche in forma luminosa esse si comportano in modo analogo: sono state filmate sia in formazione triangolare sia isolate in forma singola.

    Esempio di un video postato da un utente X / Twitter, che ritrae sfere luminose disposte secondo lo schema individuato da Patrick Jackson. Testimonianze di questo tipo sono numerose e provengono da tutto il mondo.

    Non è chiaro perché talvolta si manifestino con aspetto metallico, e talvolta con l’aspetto di globi luminosi dalla luce molto intensa.

    Dal punto di vista fisico, l’emissione di luce è correlata all’emissione di energia. Possiamo ipotizzare le teorie più varie al riguardo, come un intensificarsi delle loro attività di “comunicazione”, di “trasmissione”, o “rilevamento”, correlate al loro “accendersi”, ma si tratta comunque di pure speculazioni.

    Che cosa NON sono

    È bene fare chiarezza riguardo al linguaggio che utilizziamo per parlare di questi fenomeni. In inglese il termine “orb” si traduce come “un oggetto o una forma di tipo sferico”.

    L’esempio tipico che abbiamo portato è l’oggetto sferico filmato dai militari americani, noto alle cronache come “Mosul Orb”.

    Quando ci spostiamo invece nel contesto italiano, il termine “orb” viene talvolta utilizzato pari pari, non tradotto, da chi tratta i temi del paranormale e dell’occulto, per riferirsi a fantomatici oggetti luminosi che compaiono nelle fotografie scattate al buio.

    Chiariamo subito che qui, in questo articolo e sito, non ci occupiamo di quest’ultimo caso. Non stiamo dunque parlando di fenomeni dalla spiegazione abbastanza ovvia come quelli che appunto spesso sono definiti “orbs” in italiano, e che si notano scattando una foto con il flash di notte o in un ambiente buio: quelle sono semplicemente macchie sfocate che vengono impresse sulla pellicola o sul sensore di una fotocamera digitale. È pulviscolo atmosferico che, illuminato dalla luce del flash e fuori fuoco rispetto al resto dell’inquadratura, viene registrato sul sensore come l’immagine evanescente di un disco semitrasparente e traslucido.

    Al contrario, il fenomeno delle sfere metalliche in cielo è stato osservato – non solo visivamente – da molti testimoni, ma anche registrato da sensori diversi, con tecniche e frequenze molteplici, in più luoghi del mondo. C’è dunque una quantità di dati consistente al riguardo. Non si tratta dunque di “mosche davanti all’obiettivo”.

    Non sono nemmeno palloni. I palloni sonda per lo studio dei fenomeni atmosferici e meteorologici, così come eventuali palloni gonfiabili che fluttuano nel cielo, magari perché andati perduti, si comportano in maniera molto diversa. Sono infatti spostati banalmente dai venti, hanno movimenti passivi, mentre le sfere metalliche al centro del nostro articolo possiedono alcune caratteristiche osservabili eccezionali rispetto alla norma degli oggetti volanti di fabbricazione umana (aspetti eccezionali come accelerazione istantanea, lunghi tempi di “volo stazionario”, e così via…).

    Un invito per il mondo scientifico

    Quelle misteriose sfere dall’aspetto metallico circolano nei cieli sfidando il nostro senso comune. Non si conosce la loro origine, chi le abbia fatte, quale sia il loro scopo.

    Il loro moto presuppone non solo un ingente dispendio energetico che deve essere in qualche modo sostenuto da forze e sistemi di propulsione non convenzionali, ma solleva anche l’interrogativo della fonte del loro controllo intelligente.

    L’auspicio è che il mondo scientifico cominci, con curiosità e coraggio, a interessarsi a questi fenomeni.

    È la nuova frontiera della conoscenza, ed è qui tra noi: una tecnologia di cui non sappiamo i meccanismi, l’origine e le finalità.

    Ogni contributo a risolvere questo mistero sarà prezioso.

  • Il cielo del mese: ottobre 2024

    Il cielo del mese: ottobre 2024

    Qualche giorno fa abbiamo colto una serata di cielo libero da nuvole, rispolverando un buon vecchio binocolo compagno di tante osservazioni, e abbiamo dato una ristorante occhiata al cielo autunnale.

    Un cielo bellissimo, che offre tanti spunti di osservazione. Molti interessanti oggetti celesti sono infatti piuttosto comodi da osservare alle nostre latitudini italiane, di questa stagione. Pensiamo soprattutto a chi sfutta piccoli strumenti, come binocoli, telescopi da balcone, e simili.

    Ben vengano allora i cieli e le costellazioni autunnali: il doppio ammasso di Perseo, la galassia di Andromeda, l’ammasso delle Pleiadi, i pianeti più luminosi e tutte le altre meraviglie astronomiche di questo periodo.

    mappa del cielo del mese di ottobre 2024 per latitudini medie italiane

    Cercare il doppio ammasso di Perseo è un “bersaglio” facile e istruttivo, perché offre modo di ripassare la posizione delle costellazioni più note del cielo boreale: Cassiopea, Perseo, Andromeda. Il doppio ammasso spicca al binocolo, rientrando nel campo di un buon 8×40.

    La galassia di Andromeda non è difficile, ma bisogna conoscere già meglio il cielo per trovarla, e non è raro perdere alcune serate per scoprire dove si trova, se si è agli inizi della propria avventura di astrofili. M31, così viene chiamata con il codice del Catalogo di Messier, suscita sempre meraviglia: anche se è poco più di un batuffolo luminoso sotto cieli diversi da quelli di montagna, ci ricorda che stiamo pur sempre ammirando con i nostri occhi un’intera altra galassia. Un’esperienza sempre emozionante.

    Tra i pianeti, Giove è già presente a inizio serata basso sull’orizzonte di nord-est. Bellissimo, luminoso e gigante. Al binocolo si apprezzano i suoi satelliti galileiani.

    Verso fine ottobre Giove e Saturno si troveranno in buone condizioni di osservabilità. Riportiamo di seguito la mappa divulgata dall’Unione Astrofili Italiani, che dedica nelle serate del 26 – 27 ottobre l’iniziativa “LE NOTTI DEI GIGANTI E IL CIELO DELL’AUTUNNO”, rivolte all’osservazione dei pianeti Giove e Saturno:

    Carta del cielo con le posizioni di Giove, Urano, Nettuno e Saturno per il 26-27 ottobre 2024. Fonte: UAI https://divulgazione.uai.it/index.php/File:Mappa_pianeti_Notte_dei_giganti_26-10-2024_copia.jpg

    C’e anche una cometa in questo inizio di autunno, che ha suscitato grandi attese perché prometteva di diventare molto luminosa. Si chiama C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS, ma di fatto si è dimostrata meno “bella” del previsto per gli astrofili visuali, perché appare nel cielo a bassissima quota al tramonto.

    Le seguenti informazioni sono tratte da: Commissione Divulgazione UAI – Unione Astrofili Italiani http://divulgazione.uai.it :

    Il Sole

    l giorno 31 passa dalla costellazione della Vergine a quella della Bilancia.

    • 1 ottobre: il sole sorge alle 7.09 ; tramonta alle 18.53
    • 15 ottobre: il sole sorge alle 7.25; tramonta alle 18.30 (ora legale)
    • 31 ottobre: il sole sorge alle 6.44; tramonta alle 17.07 (ora solare)


    Nel corso del mese le giornate si accorciano di circa 1 ora e 21 minuti per una località alla latitudine media italiana.


    Fino al 26 ottobre gli orari sono espressi in Ora Legale Estiva, pari ad un’ora in più rispetto all’Ora Solare o TMEC (Tempo Medio dell’Europa Centrale).

    Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre torna in vigore l’ora solare.

    (Gli orari indicati sono validi per una località alla latitudine media italiana).

    Luna

    Fasi Lunari ottobre 2024
    DataFaseOrario
    02/10/2024Luna Nuova20h 49m
    10/10/2024Primo quarto20h 55m
    17/10/2024Luna Piena13h 26m
    24/10/2024Ultimo quarto10h 03m

    Congiunzioni

    Luna – Venere : dopo il tramonto del 5 ottobre potremo ammirare alla luce del crepuscolo la suggestiva congiunzione tra il luminoso pianeta Venere e la sottile falce di Luna crescente, 3 giorni dopo la Luna Nuova, nella costellazione della Bilancia. (vedi mappa)

    Luna – Saturno : la sera del 14 ottobre vedremo la Luna avvicinarsi a Saturno per poi allontanarsi dopo la congiunzione, alla minima distanza angolare tra i due astri, visibile nella costellazione dell’Acquario. (vedi mappa)

    Luna – Pleiadi : l’incontro ravvicinato tra la Luna e l’ammasso stellare delle Pleiadi si verifica la sera del 19 ottobre, nella costellazione del Toro. (vedi mappa)

    Luna – Giove : la Luna, proseguendo il suo percorso nella costellazione del Toro, si avvicina a Giove nella notte tra il 20 e il 21ottobre per poi superarlo. La mappa si riferisce alla sera del 21 ottobre, con la Luna già vicina al limite con l’Auriga e i Gemelli. (vedi mappa)

    Luna – Marte : nella notte tra il 23 e il 24 ottobre la Luna nella fase di Ultimo Quarto raggiunge la congiunzione con Marte. Il pianeta rosso si trova nella costellazione dei Gemelli, mentre la Luna raggiunge il limite con il Cancro. (vedi mappa)

    Per approfondimenti rigorosi e comprensivi di tutti i dati, rimandiamo all’intera sezione “il cielo del mese” di ottobre 2024, divulgata dalla UAI (fonte: Commissione Divulgazione UAI – Unione Astrofili Italiani http://divulgazione.uai.it).

    Buone osservazioni!

  • Foto dell’oggetto non identificato abbattuto sullo Yukon nel 2023

    Foto dell’oggetto non identificato abbattuto sullo Yukon nel 2023

    Il network canadese CTVNews ha ottenuto una foto dell’oggetto non identificato abbattuto nel febbraio 2023 sopra i cieli dello Yukon. La foto – per la precisione una scansione di una fotocopia – è di qualità molto bassa, tanto da rendere difficile decifrare la natura dell’oggetto misterioso.

    Fonte: CTVNews.ca. Didascalia originale: “CTVNews.ca has obtained an image of the unidentified object shot down over Canada’s Yukon territory in February 2023. (Department of National Defence via Access to Information Request)”.

    I fatti del febbraio 2023

    Era l’11 febbraio 2023 quando un aereo da caccia F-22 statunitense abbatté l’oggetto volante che era da dopo entrato nello spazio aereo canadese. L’area corrispondeva al territorio dello Yukon, al confine con l’Alaska.

    Per chi non ha seguito in quel periodo le cronache, c’era stato un gran fermento nei cieli del Nord America. L’oggetto abbattuto infatti era soltanto uno dei tre oggetti non identificati intercettati e poi fatti esplodere quel mese.

    Poco prima di essi, si era verificata l’incursione aerea più eclatante dei tempi recenti sul territorio USA, con l’abbattimento di un apparente pallone di sorveglianza cinese, avvenuto il 4 febbraio 2023.

    Soltanto di quel pallone di origine cinese, che venne avvistato e fotografato anche dalla popolazione, sono stati recuperati i rottami in mare, in seguito all’abbattimento.

    Per gli altri oggetti, tra cui quello fermato sopra lo Yukon l’11 febbraio, le autorità avevano rinunciato a recuperare i detriti, citando il terreno difficile e le condizioni meteo avverse, tant’é che le operazioni di recupero furono annullate pochi giorni dopo, il 17 febbraio 2023.

    Allora il Presidente Biden aveva minimizzato l’evento, nonostante in realtà si trattasse di un clamoroso e ripetuto caso di violazione dello spazio aereo, oltre che di mancata intercettazione da parte dell’aviazione.

    Il Presidente disse che “i tre oggetti probabilmente non rappresentavano una minaccia ed erano probabilmente palloni privati o di ricerca”.

    L’immagine e le ipotesi sulla natura dell’oggetto

    L’imagine è stata rilasciata in seguito ad una richiesta formale di libertà di informazione. Assieme ad essa, la stampa canadese ha ricevuto alcune pagine di documenti con molte parti oscurate.

    Attraverso quei documenti si comprende che l’immagine era stata originariamente approvata per la divulgazione pubblica pochi giorni dopo l’incidente, salvo poi ricevere uno stop.

    Infatti, un funzionario del reparto di pubbliche relazioni aveva espresso delle preoccupazioni sul fatto che il rilascio dell’immagine avrebbe potuto creare “più domande” e più “confusione” che chiarimenti.

    Sempre tra i documenti rilasciati ci sono parti di un’email inviata da un generale Canadese, che riporta la descrizione visuale dell’oggetto abbattuto sullo Yukon: visivamente appare come “un oggetto cilindrico. Il quarto superiore è metallico, il resto bianco. Un cavo lungo 20 piedi pende sotto con un pacco di qualche tipo sospeso ad esso.”

    Il sito CTVNews scrive inoltre che “L’immagine sembra essere stata scattata da un aereo sottostante, anche se ciò non è stato confermato.”

    Possibili somiglianze con un Ufo avvistato in Corea del Sud

    Dopo la pubblicazione della fotografia, su X / Twitter qualche utente ha notato una possibile somiglianza con un altro strano oggetto, osservato e filmato in volo nel cielo della Corea del Sud nel 2012.

    Questo il post del canale “Challenge Reality” @CHLNG_Reality:

    Notevole in particolare il video dell’ufo del 2012, incluso nel post su X / Twitter di Challenge Reality (di cui però non è chiara la provenienza e l’autore del filmato):

    https://twitter.com/CHLNG_Reality/status/1838702374212493543/video/3

    Ufoitalia seguirà eventuali sviluppi della vicenda. Rimanete in contatto iscrivendovi alla Newsletter.

  • Il telescopio James Webb avrebbe scoperto tracce di vita. Il Governo USA ne è al corrente

    Il telescopio James Webb avrebbe scoperto tracce di vita. Il Governo USA ne è al corrente

    Il recente “no comment”, da parte di un politico statunitense ad una domanda del giornalista Matt Laslo, ha suscitato nuove indiscrezioni su ciò che la NASA avrebbe scoperto riguardo alla vita extraterrestre.

    Sono riemerse in questi giorni infatti le voci su una possibile scoperta di grande impatto: il telescopio James Webb avrebbe rilevato segni di vita su un altro pianeta. Inoltre, il Governo degli Stati Uniti sarebbe consapevole di questi dati, e una rivelazione pubblica della notizia potrebbe arrivare entro l’anno.

    Per il momento, a sostegno di queste voci ci sono almeno due fonti. La prima e più significativa risale a inizio 2024 ed è una fonte giornalistica, il reporter Ross Coulthart, navigato esperto del “dietro le quinte” di ciò che avviene negli Stati Uniti attorno ai temi di confine (ricerca spaziale, UAP, intelligence).

    Ross Coulthart, in una sessione del podcast Need to Know del 5 gennaio 2024, aveva affermato di essere al corrente di una scoperta sostanziale fatta dagli scienziati grazie al telescopio James Webb: una molecola di interesse biologico sarebbe stata rilevata su un esopianeta.

    Coulthart aveva inoltre suggerito che la pubblicazione di tale notevole risultato scientifico sarebbe arrivata entro l’anno: “Questa è una cosa di cui il governo degli Stati Uniti è già consapevole e su cui siede… Questo è almeno quello che mi è stato detto.”

    Secondo Coulthart, dunque, potrebbe arrivare presto l’annuncio della NASA della scoperta di una «firma di forme di vita extraterrestre, in un pianeta situato a 120 anni luce di distanza», affermava Coulthart.

    Il telescopio Webb avrebbe individuato tracce della molecola dimetilsolfuro, che è considerata un indice affidabile della presenza di vita.

    Ross Coulthart è un esperto giornalista di origine australiana, che si è sempre dimostrato preciso nel fornire informazioni. Negli ultimi anni si è concentrato sul crescente interesse attorno al fenomeno ufo / uap soprattutto nel contesto americano. Ha seguito i principali sviluppi della cronaca globale sul tema degli ufo, e ha svolto interviste spesso in esclusiva ai principali testimoni e protagonisti degli eventi riguardanti gli ufo.

    Il secondo indizio

    Il parlamentare André Carson, repubblicano, di recente si è rifiutato di fornire una risposta al cronista Matt Laslo, che gli chiedeva se avesse partecipato a qualche riunione di aggiornamento proprio riguardo al telescopio James Webb.

    Laslo, autore del podcast Ask a Pol, riporta nella puntata del 19 settembre di aver incontrato brevemente il repubblicano Carson, e di avergli domandato: “Ha mai partecipato a briefing riservati sul telescopio spaziale James Webb?

    La risposta di Carson è stata: “No comment”.

    Proprio quella battuta così secca ha ovviamente suscitato speculazioni. Perché il parlamentare non si è sentito di fornire alcuna dichiarazione? Dopo tutto, se si trattasse di un nonnulla non ci sarebbe bisogno di tanta segretezza.

    Bisognerà attendere, allora, se arriveranno nuove informazioni da parte della NASA.

    La NASA si è sempre mostrata cauta

    Quasi esattamente un anno fa, nel settembre 2023, la NASA stessa aveva diramato un comunicato, dichiarando che il telescopio James Webb aveva trovato tracce di molecole in un pianeta proprio a 120 anni luce: ”Webb scopre metano e anidride carbonica nell’atmosfera di K2-18 b”.

    In quel comunicato si diceva che erano state trovate tracce di altre molecole appunto, ma il dimetilsolfuro era soltanto menzionato tra le possibilità, ancora da riscontrare, e l’agenzia spaziale non si spingeva oltre.

    Il clamore suscitato da quell’annuncio ha prodotto voci che la NASA avrebbe scoperto tracce anche più significative. Il dibattito è stato però in quel frangente presto ridimensionato dalla NASA stessa.


    In un articolo del 16 gennaio 2024 la rivista online ArsTechnica riportava le dichiarazioni di Knicole Colón, vice scienziato del progetto del telescopio per la scienza degli esopianeti:

    “JWST non ha trovato prove definitive della vita su un esopianeta. Si prevede che le osservazioni del JWST possano portare all’identificazione iniziale di potenziali biofirme che potrebbero rendere l’abitabilità più o meno probabile per un dato pianeta extrasolare. Saranno necessarie missioni future per stabilire in modo definitivo l’abitabilità di un pianeta extrasolare.”

    In conclusione: rimaniamo in attesa di nuovi sviluppi

    Le dichiarazioni a suo tempo rilasciate da Ross Coulthart davano ad intendere che, dietro le quinte, la NASA stava lavorando a informazioni molto più sostanziose di quanto affermato pubblicamente.

    Coultart parlava infatti del già citato dimetilsolfuro. La NASA, che ha ridimensionato le aspettative dopo l’annuncio del settembre 2023, nell’articolo dell’anno scorso precisava soltanto che “queste osservazioni iniziali di Webb hanno fornito anche la possibile rilevazione di una molecola chiamata dimetilsolfuro (DMS).” (grassetto nostro).

    Carson, repubblicano, ha schivato la domanda del cronista sul briefing riservato sul tema del James Webb Telescope, ma così facendo ha creato ancora più dubbi e aspettative.

    Possibile, allora, che la NASA attenda di avere dati più chiari per pronunciarsi in via più ufficiale sulla scoperta.

    Vedremo se ci saranno nuovi ulteriori sviluppi di questo interessante campo di ricerca astronomica ed esobiologica.