Autore: UfoItalia.it

  • The Age of Disclosure: l’anteprima del nuovo documentario sugli UFO

    The Age of Disclosure: l’anteprima del nuovo documentario sugli UFO

    C’è un nuovo documentario sulla realtà degli Ufo che si appresta a diventare un’importante tappa per la rivelazione. Si preannuncia infatti come una novità esplosiva per la qualità e quantità dei testimoni coinvolti. 

    Si intitola “The Age of Disclosure”, e la sua anteprima è in programma proprio oggi, 9 marzo 2025, al festival del cinema che si svolge a Austin, Texas, noto come SXSW (South By Southwest). Il regista è Dan Farah, già co produttore di film hollywoodiani, e collaboratore di Steven Spielberg.

    Il documentario, che vede la partecipazione di 34 membri senior della Comunità governativa «rivela un insabbiamento di 80 anni dell’esistenza di vita intelligente non umana e una guerra segreta tra le principali nazioni per decodificarne la tecnologia». 

    Tra i personaggi che compaiono nel film c’è ad esempio anche l’attuale Segretario di Stato USA, Marco Rubio, che afferma nel documentario: «Abbiamo avuto ripetuti casi di qualcosa che operava nello spazio aereo su impianti nucleari, e non è nostro. E non sappiamo di chi sia. Questo da solo merita indagine, merita attenzione».

    Di seguito il trailer diffuso alcune settimane fa.

    Indice

    The Age of Disclosure: la rivelazione su un nuovo livello

    “The Age of Disclosure” è un documentario realizzato dal regista Dan Farah, un nome già affermato nel mondo di Hollywood in quanto è stato ad esempio il produttore esecutivo di un film di Steven Spielberg: “Ready Player One”.

    Farah ha detto che questo progetto ha richiesto oltre due anni e mezzo per essere completato, e le fasi della sua lavorazione sono state compiute il più possibile in segreto. Infatti, temeva di trovare ostacoli e opposizioni da più parti che gli avrebbero in qualche misura impedito di portare a termine un lavoro su un tema così scottante.

    Il regista ha affermato di essere orgoglioso di aver raccolto le collaborazioni di molti alti funzionari, i quali si sono esposti nel loro ruolo pubblico pur di dichiarare le loro informazioni in materia di fenomeni dalla potenziale natura non umana.

    In particolare in un’intervista a The Hollywood Reporter, Dan Farah ha sottolineato quanto i politici e membri dell’intelligence che ha intervistato stiano prendendo sul serio la questione: «Nessuno dei dirigenti governativi con cui ho parlato sta discutendo se questo sia reale.». 

    La realtà del fenomeno ufo dunque non è in discussione, ma è un dato di fatto ormai accertato.

    La presentazione del documentario

    Ecco come viene presentato il documentario nelle brevi righe di descrizione che si possono leggere online sul sito ufficiale del film

    «The Age of Disclosure è un documentario senza precedenti e rivelatore – con la partecipazione di 34 membri senior della Comunità governativa, militare e di intelligence degli Stati Uniti –, che rivela un insabbiamento di 80 anni dell’esistenza di vita intelligente non umana e una guerra segreta tra le principali nazioni per decodificare la tecnologia di origine non umana. Il film espone il profondo impatto che la situazione ha sul futuro dell’umanità, fornendo allo stesso tempo uno sguardo dietro le quinte con coloro che sono in prima linea nello sforzo di divulgazione bipartisan.»

    «Il film tempestivo arriva sulla scia delle storiche audizioni del Congresso bipartisan sui fenomeni anomali non identificati (UAP, alias UFO). Tutti gli intervistati hanno una conoscenza diretta dell’UAP come risultato del loro lavoro per il governo degli Stati Uniti.»

    Secondo le anticipazioni e i commenti di personalità del calibro di Luis Elizondo – che ha partecipato alla realizzazione e compare egli stesso in video –  il documentario segna una tappa significativa ed è destinato ad essere il fulcro che guiderà la divulgazione verso un nuovo livello.

    Finora abbiamo potuto vederne il trailer, diffuso alcune settimane fa, e già questo faceva presagire il tenore delle rilevanti affermazioni, pronunciate da uomini e donne dell’intelligence e membri del governo e delle istituzioni statunitensi. Per esempio è stato messo in risalto quanto ha affermato, nel trailer, l’ex direttore della task force UAP del governo degli Stati Uniti, Jay Stratton: «Ho visto con i miei occhi navicelle non umane ed esseri non umani.»

    Ecco il trailer di The Age of Disclosure

    Luis Elizondo dichiara: «centrale per la disclosure»

    Lue Elizondo, l’ex capo della task force del Pentagono sugli ufo, ha affermato in un lungo tweet che il documentario Age of Disclosure «vuole essere il pezzo centrale definitivo per aiutare a guidare la disclosure in un modo mai visto prima d’ora».

    Ecco l’elenco delle altre personalità presenti nel film, come riportato sul sito ufficiale di The Age of Disclosure: 

    «Tra quelli presenti nel film ci sono Lue Elizondo (ex funzionario del Dipartimento della Difesa, membro dell’Advanced Aerospace Threat Identification Program del governo, alias AATIP), il Segretario di Stato Marco Rubio, il senatore Kirsten Gillibrand, il senatore Mike Rounds, Jay Stratton (ex funzionario della DIA, direttore della Task Force UAP del governo), il generale Jim Clapper (ex direttore dell’intelligence nazionale), Mike Gold (membro del NASA UAP Study Team), l’ammiraglio Tim Gallaudet (ex capo oceanografo della Marina), Brett Feddersen (ex direttore della sicurezza aerea nel Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca), Jim Semivan (ex alto funzionario della CIA), il rappresentante Carson, Mike Gallagher (ex presidente della Camera Comitato ristretto sul Partito Comunista Cinese), Christopher Mellon (ex funzionario del Dipartimento della Difesa), scienziato senior di più programmi UAP governativi come il Dr. Garry Nolan, il fisico quantistico Hal Puthoff Ph.D., l’astrofisico Eric Davis Ph.D., testimoni oculari militari degli eventi UAP sulle basi militari statunitensi e altro ancora.»

  • Il cielo del mese: marzo 2025

    Il cielo del mese: marzo 2025

    Marzo è sempre un mese interessante per gli amanti del cielo. L’evento più importante del calendario astronomico è naturalmente l’equinozio di primavera del 20 marzo.

    In questo marzo 2025 poi ci saranno alcuni eventi astronomici che cattureranno l’attenzione, anche se noi alle latitudini italiane potremo apprezzarli solo in parte: ci sarà infatti un’eclissi lunare il 14 marzo, visibile solo parzialmente, e il 29 marzo sarà la volta di un’eclissi solare, anch’essa parziale alle latitudini italiane.

    Athena to the Moon. Image Credit: Intuitive Machines. Dal sito NASA APOD: https://apod.nasa.gov/apod/ap250228.html

    Nell’immagine sopra: “Il pianeta Terra è appeso sullo sfondo di questo selfie dell’era spaziale. L’istantanea è stata catturata dal lander IM-2 Nova-C Athena, subito dopo la separazione dello stadio dopo il suo lancio sulla Luna il 26 febbraio. Un alto lander robotico, Athena dovrebbe atterrare giovedì 6 marzo a Mons Mouton, un altopiano vicino al Polo Sud della Luna. Il sito di atterraggio previsto si trova nella parte centrale di una delle potenziali regioni di atterraggio di Artemis 3. Athena trasporta rover ed esperimenti come parte del programma Commercial Lunar Payload Services della NASA, tra cui un trapano destinato a esplorare sotto la superficie lunare alla ricerca di prove di acqua congelata. Trasporta anche un drone propulsivo soprannominato Micro Nova Hopper. Dopo il rilascio sulla superficie lunare, il drone autonomo ha lo scopo di saltare in un cratere vicino e inviare i dati scientifici al lander.” Fonte: NASA / APOD: https://apod.nasa.gov/apod/ap250228.html

    Riportiamo ora le informazioni sul Cielo del mese, prese dalla pagina UAI: Commissione Divulgazione UAI – Unione Astrofili Italiani http://divulgazione.uai.it

    Sole


    Si trova nella costellazione dell’Acquario fino al 12 marzo, quando passa nella costellazione dei Pesci.

    • 1 marzo: il sole sorge alle 6.47; tramonta alle 18.02 
    • 15 marzo: il sole sorge alle 6.24; tramonta alle 18.19 
    • 31 marzo: il sole sorge alle 6.56; tramonta alle 19.37 (ora legale) 


    La durata del giorno aumenta di 1 ora e 26 minuti dall’inizio del mese. 

    (Gli orari indicati sono validi per una località alla latitudine media italiana). 

    Fino a sabato 29 marzo gli orari sono espressi in TMEC (Tempo Medio dell’Europa Centrale). 
    Da domenica 30 marzo 2025 gli orari sono espressi in Ora Estiva (o “Ora Legale”), pari ad un’ora in più rispetto all’Ora Solare o TMEC (Tempo Medio dell’Europa Centrale), ovvero due ore in più rispetto al Tempo Universale (TU). 

    EQUINOZIO DI PRIMAVERA: il 20 marzo alle ore 09 e 02 minuti (TU).

    29 marzo – Eclisse parziale di Sole

    (DATI TRATTI DALL’ALMANACCO UAI 2025)

    L’eclisse è visibile nel nord, centro e parte del sud Italia. 

    • A Belluno inizia alle 10:31 e termina alle 11:50 di TU con una % di diametro solare coperto del 15.6%.
    • A Roma (42° N, 12° E) inizia alle 10:34 e termina alle 11:33 di TU con una % di diametro solare coperto del 7.9%. 
    • A Napoli inizia alle 10:50 e termina alle 11:19 di TU con una sottilissima % di diametro solare coperto del 1.8%. Il capoluogo campano si trova in prossimità del limite della fascia di eclisse. 


    Sono quindi escluse la Basilicata, la Calabria, la Sicilia e parte della Puglia (si nel Gargano, no a Bari). 
    Altrove l’eclisse è visibile in Africa nord-occidentale, nel nord Europa, e nella Russia settentrionale. 
    La magnitudine è 0.936. 

    Come sempre si raccomanda tassativamente di osservare il Sole solo con strumenti adeguati, al fine di evitare danni permanenti alla vista.

    Questi i tempi dei contatti [gli orari sono espressi in TMEC (Tempo Medio dell’Europa Centrale) = TU + 1h ] :

    Evento ( h , m )
    – Inizio eclisse : 09 h 50.6 m.
    – Centralità : 11 h , 47.3 m.
    – Fine dell’eclisse : 13 h 43.6 m.

    Luna

    Le Fasi:

    Fasi Lunari marzo 2025
    DataFaseOrario
    06/03/2025Primo quarto17h 32m
    14/03/2025Luna Piena7h 55m
    22/03/2025Ultimo quarto12h 30m
    29/03/2025Luna Nuova11h 58m

    14 marzo – Eclisse totale di Luna

    (DATI TRATTI DALL’ALMANACCO UAI 2025)

    In Italia è visibile la fase iniziale di penombra e d’ombra al mattino prima del tramonto della Luna.
    La totalità è visibile nell’Ovest d’Europa ed Africa, nel Nord e Sud America e negli oceani Atlantico e Pacifico. 
    La magnitudine dell’eclisse è 1.1784. 

    Questi i tempi dei contatti [gli orari sono espressi in TMEC (Tempo Medio dell’Europa Centrale) = TU + 1h ] :

    Evento ( h ; m )
    La Luna entra nella penombra : 04 h 57.4 m.
    La Luna entra nell’ombra : 06 h 09.5 m.
    Inizio della totalità : 07 h 26.0 m.
    Massimo dell’eclisse : 07 h 59.9 m.
    Fine della totalità : 08 h 31.4 m.
    La Luna esce dall’ombra : 09 h 47.8 m.
    La Luna esce dalla penombra : 11 h 00.0 m.

    mappa del cielo marzo 2025 eventi astronomici eclisse di luna 14 marzo e eclissi di sole il 29 marzo e equinozio di primavera il 20 marzo
    Mappa del cielo di marzo 2025

    Pianeti

    Tutti i pianeti che abbiamo osservato a lungo nei mesi precedenti vedono anticipare l’orario del proprio tramonto e di conseguenza si riduce sempre più il tempo a disposizione per osservarli.

    Il pianeta che tramonta per ultimo e che rimane quindi osservabile più a lungo è Marte, che rimane visibile fino a dopo la mezzanotte. All’inizio della notte lo possiamo vedere al suo culmine in direzione Sud. Marte rimane per tutto il mese nella costellazione dei Gemelli in un suggestivo avvicinamento con le sue stelle più brillanti, Castore e Polluce.

    Giove: il pianeta è ancora visibile nella prima parte della notte, ma l’intervallo di tempo disponibile per osservarlo si riduce progressivamente. Al calare dell’oscurità potremo ammirarlo sempre più basso sull’orizzonte in direzione Ovest. Giove rimane per tutto il mese nella costellazione del Toro.

  • Fotografare le stelle con reflex e treppiede: tutte le cose da sapere

    Fotografare le stelle con reflex e treppiede: tutte le cose da sapere

    La fotografia astronomica senza inseguimento: un’astrofotografia “rilassata”

    Si può fare astrofotografia con reflex e cavalletto? Sì, certamente. I risultati saranno naturalmente un po’ diversi dalle foto super luminose “stile telescopio Hubble” che certi bravissimi fotografi del cielo mettono in mostra sui loro siti e pagine social. Ma ciò non significa che con pazienza e abilità, non si possa divertirsi e creare fotografie astronomiche ugualmente memorabili.

    È senz’altro un tipo di fotografia particolarmente gratificante, proprio perché più “veloce” di altri tipi di astrofotografia (che hanno bisogno di molto più tempo per allestire tutta la strumentazione) e relativamente economica: tanti fotografi amatoriali possiedono ad esempio già un treppiede in casa. 

    Ma se ancora non ne avete la dotazione con cui sperimentare foto astronomiche dal giardino o dal balcone, e se avete bisogno di consigli sulla strumentazione, in questo post vi suggerirò quali sono i pochi ma essenziali strumenti adatti per l’astrofotografia, come un buon treppiede e un buon obiettivo luminoso, oltre a spiegarvi i fondamentali per calcolare il tempo di esposizione.

    Per reperire la migliore strumentazione astronomica consiglio Astroshop.it, il più grande rivenditore di articoli astronomici in Europa, con negozi in Italia, Germania, e altri stati europei.

    Esempio: un ottimo set per l’astrofotografia:

    Questo treppiedi in alluminio + testa fotografica, entrambi dell’ottima azienda italiana Manfrotto, è una combo che ti durerà a lungo. Solido e versatile nei movimenti, è perfetto per cimentarsi nella fotografia astronomica:

    Manfrotto Treppiede Aluminio MK290XTA3-BH con testa a sfera

    Treppiede Manfrotto + testa a sfera

    Che cosa fotografare

    Per prima cosa cerchiamo di capire che cosa si prefigge la fotografia astronomica con fotocamera e treppiede?

    Potremmo rispondere: molte cose! Ad esempio, è possibile fare dell’ottima fotografia di paesaggio, ampi campi stellari, foto della via lattea – dove ancora ci sono cieli bui… – e delle cosiddette star trails (una foto a lunga posa che ritrae il movimento apparente della vista celeste). 

    Avendo cura di scegliere esposizioni a lunga posa, sui 20 secondi, con un obiettivo grandangolare luminoso, e una fotocamera di recente produzione capace di buona sensibilità ISO, si possono produrre foto di ampie porzioni della via lattea e costellazioni, di grande impatto visivo.

    E poi ancora: è possibile fare fotografia di ampie fette di cielo ritraendo una o più costellazioni, oppure anche documentare fenomeni celesti che si dispiegano su porzioni di cielo piuttosto estese, come congiunzioni, comete luminose (anche se quest’ultime sono piuttosto rare), e ricordiamo anche soggetti apparentemente più ordinari ma non banali, come fotografare la luna, le eclissi, eccetera. 

    Esempio di foto di “startrails”: ottenuta con una lunga posa, senza badare all’inseguimento delle stelle. in questo caso le “scie” luminose delle stelle sono un effetto voluto.

    In sintesi: si può fotografare tutto ciò che non prevede un “inseguimento” motorizzato del moto apparente delle stelle. Dunque sono escluse le foto a lunga posa che cercano di catturare la luce degli oggetti più tenui, come ad esempio la maggior parte delle galassie e nebulose. 

    Rimane comunque un vasto programma di soggetti che nessun astrofilo appassionato di astronomia ancora è riuscito a esaurire, pur utilizzando soltanto fotocamera e treppiede! Bisogna soltanto impratichirsi con poche semplici regole che riguardano soprattutto i tempi di esposizione. Di seguito vedremo gli aspetti principali. 

    La scelta del treppiede e della testa fotografica

    Il treppiede per fotografia astronomica deve avere poche ma essenziali caratteristiche. 

    Innanzitutto sarebbe meglio precisare che il treppiedi o cavalletto si compone in realtà di due parti, che non necessariamente sono vendute insieme: il treppiede vero e proprio e la testa fotografica. 

    Un treppiede può essere o può non essere venduto con testa inclusa. Dunque prestate attenzione durante l’acquisto a questo dettaglio.

    Il treppiede sono le “tre gambe” più l’asta centrale. La testa fotografica è ciò che si innesta alla sommità dell’asta centrale, e sarà sulla testa che andremo ad avvitare la nostra fotocamera.

    Il treppiede deve essere solido, robusto, non può muoversi ad ogni refolo di vento! Deve avere una ragionevole fermezza, in grado di arrestare le vibrazioni e il movimento. Infatti, una delle principali battaglie “contro i mulini a vento” di chi fotografa le stelle è quella contro l’effetto mosso, o meglio il micro mosso. 

    Intendiamoci, l’astrofotografia con l’uso del treppiedi contempla come accettabile un certo mosso. Si tratta per lo più di un mosso dovuto al moto apparente delle stelle, che con un tempo di posa leggermente non ottimale può comunque manifestarsi, soprattutto quando andiamo ad ingrandire l’immagine una volta scattata.

    Tuttavia, il mosso per colpa del treppiede è ciò che più dovremmo cercare di evitare. Questo si ottiene principalmente in due modi:

    1) impiegando un tempo differito di scatto, ossia il ritardo di esposizione, esattamente come quando scattiamo una foto di gruppo. Sulle fotocamere è frequente trovare impostazioni di ritardo di scatto di 10 secondi o meno, e spesso bastano anche 3 o 5 secondi a fermare le vibrazioni dopo aver premuto il pulsante di scatto, se il treppiede è stabile.

    2) Inoltre, il mosso si cerca di evitare il più possibile poi scegliendo un valido treppiede!

    Si potrebbe dire che un treppiede fotografico, se è costruito come un carro armato è meglio! Il miglior treppiede non è quello che vi alleggerisce il peso, ma è quello più stabile. In più, prendete una testa fotografica che consenta ampi angoli di movimento.

    Poi ci sono anche ottimi treppiedi robusti e leggeri allo stesso tempo, come quelli della marca Manfrotto specificamente realizzati in carbonio. Sono più costosi, ma indubbiamente vi garantiscono stabilità, affidabilità, e contengono il peso in misura più che accettabile.

    La testa fotografica

    La testa fotografica, o testa video, deve avere sistema di blocco sicuro. Cioè una volta puntata la fotocamera verso il cielo, e bloccata la testa fotografica in quella posizione, non deve scivolare a causa del peso in altre posizioni. 

    Ci sono anche teste a sfera o ball head adatte a quello scopo. È un tipo di testa fotografica. Anche lì l’importante è che abbiano un efficace leva di blocco. Le migliori teste fotografiche sono ben equipaggiate per essere sfruttate in fotografia astronomica. 

    Un esempio di testa a sfera (“ball head”) montata su un treppiede.

    Riassumendo alcuni dei vantaggi della fotografia astronomica “leggera”:

    Qualsiasi combo treppiede più fotocamera sarà comunque più leggero dei sistemi composti da telescopio più reflex.

    Col treppiede porterete relativamente pochi kg di attrezzatura, diciamo tra 3 e 6 indicativamente. Mentre con un telescopio e fotocamera difficile scendere sotto i 10 15 kg. 

    Riassumendo i benefici dell’astrofotografia “light”:

    Facilità di trasporto: Potrete ragionevolmente trasportare a mano o in uno zaino o borsa tutta l’attrezzatura necessaria, quindi sarà facile recarvi sul punto di osservazione dove vorrete fotografare il cielo

    Rapidità di utilizzo: sarà più rapido mobilitare e smobilitare l’attrezzatura e avrete più voglia di fare astrofotografia perché non ci vorranno decine di minuti e sfacchinate come invece avviene quando volete tirare fuori il telescopio e tutto ciò che comporta: attendere l’acclimamento delle ottiche, collegare tute le periferiche, eventualmente anche un computer eccetera. No, basterà tirar fuori treppiede, montare sopra la fotocamera, spesso ci sono attacchi rapidi che con un clic consentono di innestare il corpo, e via. 

    La Regola del 500 (o del 600): calcolare il tempo di esposizione

    Veniamo ora ai tempi di esposizione. Quando si scatta una foto al cielo notturno con un treppiede, e non si usa un astro inseguitore, dunque senza motorizzazione, uno dei problemi principali è il movimento apparente delle stelle dovuto alla rotazione terrestre.

    Se il tempo di esposizione è troppo lungo, le stelle appariranno come scie anziché come punti luminosi. Per evitare questo effetto si può applicare la Regola del 500 (o del 600), una formula empirica utilizzata dagli atrofili/fotografi per stimare il tempo massimo di esposizione prima che le stelle inizino a lasciare una traccia visibile.  

    Se non vogliamo che le stelle risultino palesemente mosse saremo vincolati a usare tempi di esposizione contenuti, in genere dell’ordine di alcuni secondi, o al massimo di alcune decine di secondi.

    La principale variabile – oltre al soggetto che vogliamo ritrarre, come vedremo – è l’obiettivo fotografico che intendiamo impiegare.

    La formula è la seguente:

    T=\frac{500}{f}

    Dove:

    • T è il tempo massimo di esposizione (in secondi),
    • f è la lunghezza focale dell’obiettivo (in millimetri).

    Alcuni fotografi usano 600 anziché 500, soprattutto con sensori full-frame, poiché un valore più alto permette un tempo di esposizione leggermente più lungo prima che le stelle risultino mosse.

    Esempi pratici

    • Se si utilizza un obiettivo da 20 mm su una fotocamera full-frame:

    T=\frac{500}{20}=25 secondi

    Si potrà esporre fino a circa 25 secondi senza un evidente effetto scia.

    • Se si usa un obiettivo da 50 mm:

    T=\frac{500}{50}=10 secondi

    In questo caso, il tempo di esposizione massimo sarà di 10 secondi, poiché un obiettivo più lungo amplifica il movimento apparente delle stelle.

    Per fotocamere con sensori APS-C o Micro 4/3, bisogna considerare il fattore di crop, dividendo il valore della focale effettiva. Ad esempio, su un sensore APS-C con fattore di crop di 1,5x, un obiettivo da 20 mm equivale a 30 mm su full-frame, quindi il calcolo sarà:

    T=\frac{500}{30}≈16 secondi

    Ottimizzare il tempo di esposizione

    Anche se la Regola del 500 suggerisce un certo valore, è meglio essere conservativi e ridurre leggermente il tempo – ad esempio passando da 25 a 20 secondi o da 10 a 8. In genere questo può migliorare la nitidezza dell’immagine, specialmente su fotocamere con sensori ad alta risoluzione, dove anche un minimo movimento è più evidente.

    Inoltre, la velocità angolare con cui le stelle si muovono nel cielo non è uniforme:

    • Le stelle vicine all’equatore celeste (la zona centrale del cielo) si muovono di un moto apparente più rapido (la loro velocità angolare è maggiore) e mostreranno il movimento prima.
    • Le stelle vicine ai poli celesti (come la Stella Polare nell’emisfero nord) hanno un moto apparente molto più lento, il che permette esposizioni più lunghe senza che diventino scie.

    Se il tuo soggetto è una costellazione vicino al polo, potrai usare tempi di esposizione più lunghi senza problemi evidenti. Viceversa, se stai fotografando regioni del cielo più vicine all’equatore celeste, dovrai essere più cauto per evitare il mosso.

    Esempio di fotografia astronomica che coglie una parte della costellazione di Orione.

    **

    Tutto questo vale in modo abbastanza pacifico per tutto ciò che riguarda la fotografia delle costellazioni e dei campi stellari.

    Ormai le reflex digitali recenti hanno una ottima sensibilità. Si consiglia ad ogni modo di impostare la sensibilità ISO in modo da contenere il rumore. Voi stessi conoscete le caratteristiche e i limiti della vostra fotocamera!

    Ma se vogliamo fotografare la Luna??

    La formula vista sopra si adatta bene agli oggetti del cielo notturno, esclusa la Luna. Infatti il nostro satellite è troppo luminoso in confronto al fondo del cielo. Avrà bisogno di tempi di esposizione molto più rapidi.

    In genere fotografare la luna è abbastanza facile. 

    Come fotografare la luna

    La Luna è un oggetto molto luminoso e in rapido movimento nel cielo, quindi le impostazioni della fotocamera devono essere regolate di conseguenza.

    Obiettivi consigliati: Per ottenere dettagli apprezzabili del nostro satellite, è preferibile usare un teleobiettivo. L’unico inconveniente è che in genere un buon teleobiettivo è un accessorio costoso. Però appunto la luminosità della luna aiuta, e anche uno “zoomone” di quelli tipo 28-200 piuttosto chiusi che spesso si vedono abbinati alle reflex, è in grado di consentire buone foto lunari.

    Si consiglia comunque un teleobiettivo dai 180mm in su: in genere, più è lungo e di buona qualità meglio. Ben vengano quindi i 200 mm, i 300mm ecc.

    Tenete in considerazione però che un teleobiettivo più è grosso e pesante più accentuerà le vibrazioni, l’instabilità generale del sistema fotocamera-treppiede. Questo è un ulteriore motivo per scegliere un treppiede solido.

    Tempi di esposizione?

    La luna piena può accontentarsi di esposizioni brevi e sensibilità basse. Per esempio, come criterio generale ( che può essere modificato variando in modo corrispondente i valori), per la luna piena: f/11, ISO 100 e 1/100 di secondo.

    La messa a fuoco automatica può non essere precisa sulla Luna (ma del resto anche sul cielo stellato), quindi è sempre meglio regolarla manualmente, ingrandendo l’immagine sul display Live View della fotocamera.

    Quando la luna si trova invece nelle altre fasi e vogliamo catturare uno spicchio di luna, il consiglio è di sperimentare facendo alcune prove. Spesso inoltre la luna può essere integrata in una più ampia inquadratura per ottenere suggestivi paesaggi notturni, specialmente se ci sono altri elementi nel paesaggio che regalano un’atmosfera unica.

  • I libri imperdibili sugli UFO, Anunnaki e Antichi Astronauti

    I libri imperdibili sugli UFO, Anunnaki e Antichi Astronauti

    Questa lista riunisce alcuni dei migliori libri su UFO, misteri antichi e paranormale, disponibili per i lettori italiani. Quasi tutti sono traduzioni di opere straniere, affiancate da contributi di studiosi nostrani. 

    A scriverli sono stati spesso ricercatori di grande valore, che hanno avuto il coraggio di affrontare fenomeni ed eventi ignorati da molti, spingendosi a indagare le frontiere della conoscenza umana. 

    Che si tratti di contatti extraterrestri, enigmi del passato o esperienze oltre il razionale, questi testi offrono spunti profondi e prospettive uniche, perfetti per chi vuole esplorare l’ignoto con mente aperta.

    In sintesi ecco i 3 titoli migliori selezionati per voi:

    (ma raccomandiamo di leggete tutto l’articolo, potreste scoprire altri libri che vi piaceranno!)

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    Indice

Libri sugli UFO

Ufo Italia – di Roberto Pinotti

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Ufo Italia. Da Mussolini al Pentagono di Roberto Pinotti è un viaggio imperdibile nel mondo dell’ufologia, scritto da uno dei massimi esperti italiani sull’argomento (e fondatore del CUN: il Centro Ufologico Nazionale). Questo libro è l’ultimo aggiornamento di una lunga serie di lavori, rigorosi e ben documentati, dell’ufologo Pinotti (ad esempio si pensi al saggio: Ufo La verità negata), e svela gli ultimi accadimenti dell’ufologia degli ultimi anni. 

Pinotti ha messo in luce come già negli anni Trenta il governo fascista indagasse sugli UFO, ben prima delle ammissioni ufficiali del Pentagono nel 2021. Con rigore e attenzione, Pinotti intreccia storia, intelligence e dati comprovati sulla ormai ultra decennale enigmatica presenza extraterrestre sul nostro pianeta. 

Un’opera imprescindibile per chi vuole documentarsi in modo puntiglioso e storicamente attendibile sul fenomeno UFO. Forse è un libro meno avvincente – proprio per la sua natura enciclopedica e precisa, documentale si potrebbe dire – rispetto ai racconti più “glamour” che parlano di abduzioni e esperienze al limite dell’incredibile, ma per i seri appassionati dell’ufologia è da leggere assolutamente!

Se lo leggerete, potrete controbattere a qualsiasi critica e rispondere per filo e per segno a chi vi domanda dettagli, nomi e date su tutti i principali avvistamenti di ufo e incontri con presunti esseri extraterrestri degni di nota avvenuti ormai nell’arco di quasi un secolo.

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Passaporto per il cosmo – di John Mack

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Passaporto per il cosmo è un libro straordinario che apre una finestra su uno dei misteri più controversi del nostro tempo: i presunti rapimenti alieni. 

John Mack, psichiatra di fama mondiale e docente ad Harvard, si immerge con coraggio e rigore scientifico in un fenomeno che sfida ogni convenzione. Basato sull’analisi di quasi cento casi, raccolti attraverso interviste e sessioni di ipnosi, il libro racconta esperienze sconcertanti: persone che descrivono di essere state prelevate da entità non umane, sottoposte a esami medici e, in alcuni casi, a procedure riproduttive. 

Ciò che rende quest’opera unica è l’approccio empatico e privo di pregiudizi di Mack: lungi dal liquidare queste testimonianze come fantasie o disturbi mentali, egli le considera esperienze reali, capaci di trasformare la percezione del mondo degli “esperienti”. 

Scritto con uno stile chiaro e coinvolgente, Passaporto per il cosmo non è solo un’indagine scientifica, ma anche un invito a riflettere sulla natura della realtà e sul posto dell’umanità nell’universo. È un libro che cattura, provoca e spinge a chiedersi: e se fosse tutto vero? Un must per chiunque sia affascinato dai misteri cosmici e dalla psicologia umana.

Alcune informazioni sull”autore: John E. Mack (1929-2004) è stato uno psichiatra statunitense di straordinario calibro. Laureatosi con lode alla Harvard Medical School, ha diretto il dipartimento di psichiatria della stessa università, inoltre ha anche vinto il Premio Pulitzer per la biografia nel 1977, grazie a un suo libro dedicato a Lawrence d’Arabia. Esperto in psicologia infantile, adolescenziale e della religione, Mack era una figura rispettata nel mondo accademico fino a quando non decise di esplorare un tema tabù: i rapimenti alieni.

Negli anni ’90, Mack iniziò a studiare oltre 200 persone che sostenevano di essere state rapite da entità extraterrestri. Inizialmente scettico, si aspettava di riscontrare patologie mentali, ma la sanità mentale e la coerenza dei racconti lo spinsero a riconsiderare le sue ipotesi. Questo lavoro gli costò caro: nel 1994, Harvard avviò un’indagine senza precedenti su di lui, la prima contro un professore di ruolo nella storia dell’università, minacciando la sua credibilità accademica. 

Sebbene abbia mantenuto il suo posto, la vicenda segnò un declino nella stima dei colleghi, che lo vedevano come un eccentrico.

Un episodio emblematico della sua ricerca è il caso della Ariel School, avvenuto il 16 settembre 1994 a Ruwa, in Zimbabwe. Mack si recò sul posto per intervistare oltre 60 bambini che affermarono di aver visto un UFO atterrare vicino alla loro scuola, con figure umanoidi che ne uscirono. I bambini, tra i 5 e i 12 anni, descrissero l’evento con dettagli sorprendenti: dischi volanti argentati, esseri con grandi occhi neri e un “messaggio” telepatico sull’importanza di proteggere il pianeta. Mack, usando tecniche psicologiche delicate (non ipnosi, in questo caso), trovò i racconti coerenti e privi di contraddizioni, escludendo suggestioni di massa o invenzioni. Questo episodio, documentato anche in filmati d’epoca, rafforzò la sua convinzione che il fenomeno delle abduzioni avesse implicazioni profonde, non solo per gli individui, ma per l’intera umanità.

Passaporto per il cosmo è il punto di partenza ideale per conoscere il lavoro di Mack. Non solo documenta casi specifici, ma introduce il lettore alla sua visione: un universo in cui la realtà non è solo materia, ma anche coscienza e trasformazione spirituale. È un libro che, nonostante le critiche, ha lasciato un’impronta indelebile nell’ufologia e nella psicologia di confine.

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Passaporto per Magonia – di Jacques Vallée

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Tra tanti bellissimi libri di Jacques Vallée, uno dei più importanti e influenti è Passport to Magonia: From Folklore to Flying Saucers, pubblicato originariamente nel 1969 e tradotto in italiano come Passaporto per Magonia: dal folklore ai dischi volanti. È considerato un classico dell’ufologia e una pietra miliare per comprendere il pensiero di Vallée, che si distingue per il suo approccio interdisciplinare e visionario.

Passaporto per Magonia di Jacques Vallée è infatti un’opera rivoluzionaria che ridefinisce il mistero degli UFO, trasformandolo da semplice fenomeno tecnologico a enigma culturale e metafisico. 

Vallée, scienziato informatico, astronomo e uno dei più celebri ufologi al mondo, tutt’ora vivente, non si limita a catalogare avvistamenti di dischi volanti: intreccia con maestria le moderne testimonianze di UFO con antiche storie di fate, folletti e apparizioni sovrannaturali tratte dal folklore europeo. 

Alcune informazioni sull’autore: Jacques Vallée è una figura unica nell’ufologia: nato in Francia nel 1939, ha lavorato come astronomo negli anni ’60, contribuendo a mappare Marte per la NASA, ed è stato uno dei pionieri dell’informatica, sviluppando i primi sistemi di database. Ma è il suo lavoro sugli UFO a renderlo leggendario. Collaboratore di J. Allen Hynek (il creatore della scala degli incontri ravvicinati) e ispirazione per il personaggio di Claude Lacombe in Incontri ravvicinati del terzo tipo di Spielberg, Vallée ha portato un approccio scientifico e filosofico al fenomeno. Passaporto per Magonia è il suo libro più rappresentativo perché segna il distacco dall’ipotesi extraterrestre classica (ETH), proponendo invece che gli UFO siano parte di un “sistema di controllo” multidimensionale che influenza la psiche umana.

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Anunnaki e Antichi Astronauti: chi erano? I libri

Affrontiamo ora un tema legato a quello degli UFO, e alcuni interessanti libri ci aiuteranno a esplorare questo nuovo mistero…

Quando si parla di antichi astronauti, spesso si sentono nominare anche gli Anunnaki. Ma sono la stessa cosa oppure no? La risposta è più complessa di quanto sembri.  

Gli Anunnaki sono figure mitologiche della tradizione sumera e accadica, descritte come divinità potenti che governavano il destino dell’umanità. Nei testi antichi, vengono spesso associati alla creazione dell’uomo e alla gestione dell’ordine cosmico. Nulla, nelle fonti originali, suggerisce che fossero esseri extraterrestri. Erano semplicemente gli dèi di una delle più antiche civiltà della storia.  

Eppure, nel corso del tempo, alcuni autori hanno iniziato a rileggere questi miti in chiave moderna. Tra questi, Zecharia Sitchin è stato uno dei più influenti: secondo la sua interpretazione, gli Anunnaki non erano semplici divinità, ma esseri in carne e ossa, provenienti da un pianeta chiamato Nibiru. Secondo Sitchin, questi visitatori avrebbero geneticamente modificato l’umanità, creando l’Homo sapiens come una sorta di forza lavoro al loro servizio.  

Èd è proprio qui che le due narrazioni si intrecciano. La teoria degli antichi astronauti sostiene che, in un lontano passato, la Terra sarebbe stata visitata da civiltà extraterrestri che avrebbero influenzato lo sviluppo delle antiche culture umane. Questi esseri sarebbero stati interpretati dai nostri antenati come dèi e avrebbero lasciato tracce nelle religioni, nei miti e nei manufatti archeologici.  

Questa teoria è altamente controversa e non è accettata dalla comunità scientifica, ma ha avuto un enorme impatto sulla cultura popolare, ispirando libri, documentari e serie TV.

A questo punto, la domanda diventa un’altra: qual è la verità? Mito antico o storia nascosta? Sta al lettore decidere quale interpretazione sia più affascinante!

Il pianeta degli dèi – di Zecharia Sitchin

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Il pianeta degli dei – di Zecharia Sitchin. Questo libro ha contribuito a dare il via alla teoria moderna sugli Anunnaki. Sitchin, basandosi sulla sua personale interpretazione delle tavolette sumere, sostiene che gli Anunnaki fossero alieni provenienti da Nibiru, un ipotetico pianeta del nostro sistema solare. Secondo questa teoria, avrebbero creato l’umanità manipolando geneticamente ominidi primitivi per farne una razza di schiavi destinati all’estrazione dell’oro. Sebbene fortemente criticato dalla comunità scientifica, il libro è diventato un classico della paleoastronautica (un termine inventato appositamente per questo tipo di teorie!).  

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La Dèi della Bibbia – di Mauro Biglino

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Gli Dei della Bibbia – di Mauro Biglino. Un’interpretazione alternativa delle Sacre Scritture. Biglino, noto per le sue traduzioni non convenzionali della Bibbia, sostiene che molte figure divine dell’Antico Testamento possano essere ricollegate a entità appartenenti a un’altra …dimensione. Un libro controverso, ma interessante per chi vuole esplorare connessioni tra testi sacri e teorie alternative.  

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Il ritorno degli dèi – di Graham Hancock

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Il ritorno degli dèi – di Graham Hancock. Con un approccio più archeologico, Hancock non parla direttamente di alieni, ma suggerisce che una civiltà avanzata, forse non umana, abbia influenzato lo sviluppo dell’umanità preistorica. Il libro esplora la possibilità che le culture antiche possedessero una conoscenza scientifica molto più avanzata di quanto crediamo.

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  • The 3 Best Binoculars for Astronomy

    The 3 Best Binoculars for Astronomy

    The Ultimate Guide to Astronomy Binoculars: Nikon, APM, and Swarovski. From a Night Sky Enthusiast.


    When I look up at the starry sky, I always feel a sense of wonder. It’s an experience that never ceases to amaze me, even after years of observation.

    For us astronomy enthusiasts, whether beginners or experts, binoculars are an essential tool. They’re not just a budget-friendly alternative to a telescope but a true travel companion.

    With good binoculars, you can learn to navigate the constellations, spot star clusters and nebulae, and even enjoy the Milky Way in all its splendor.

    It’s a tool that doesn’t require complicated setups: you grab it, step outside, and observe. And if you already own a telescope, binoculars become the perfect complement, ideal for exploring wide sections of the sky before aiming your lens at a specific target.

    In summary – Our top pick for everyone:


    The Nikon Action EX 10×50 offers the best price-to-performance ratio, suitable for both beginners and experts. However, I recommend reading the entire guide before deciding! You might prefer other binoculars depending on your needs.

    Nikon Binoculars Action EX 10x50 CF WP

    Check out the Nikon EX 10×50 on Astroshop.eu, Europe’s largest retailer of astronomy equipment, with locations in several countries:


    Whether you’re a beginner taking your first steps or an expert with hours of observation behind you, a quality pair of binoculars should always be part of your equipment.

    But how do you choose the right one?

    Criteria for Choosing Astronomy Binoculars

    The first thing to consider is optical quality. It’s not just about magnification but about seeing with clarity and definition. The lenses must be well-crafted, free of impurities, and equipped with advanced anti-reflective coatings to ensure sharp, high-contrast images.

    Brightness is equally crucial: the night sky is a dimly lit environment, so the binoculars need to gather as much light as possible. For this reason, formats like 8×40 and 10×50 are often the most suitable.

    Among the most suitable binoculars for astronomical use are those with dimensions of 8×40 and 10×50: the first number is the magnification, and the second is the lens or objective diameter.


    The first number (8x or 10x) indicates the magnification, while the second (40 or 50) represents the lens diameter in millimeters. For example, a 10×50 offers a good balance between power and light-gathering ability, making it versatile for observing both constellations and fainter objects like nebulae and galaxies.

    Then there are so-called giant binoculars, like the 20×80, which many consider exceptional for astronomy. It’s true—their wide aperture allows them to capture a lot of light—but they’re not practical for everyone.

    They’re heavy, bulky, and impossible to use handheld: they require sturdy, stable tripods, often with specific adapters. This makes them better suited for specialized use.

    But for someone looking for a tool to grab quickly and take along on a nighttime walk, the convenience of a more compact pair, which you can use without support, is unbeatable.

    Now, let’s take a closer look at our selection of 3 excellent models.

    1. Nikon Action EX 10×50: A Classic for the Starry Sky

    When choosing binoculars for astronomy, opting for a brand like Nikon is a safe bet. For decades, Nikon has been synonymous with quality optics, not only for photography but also for instruments like binoculars and spotting scopes.

    With the Nikon Action EX 10×50, you get a product that offers an excellent balance between performance and practicality. The 10×50 format is already a benchmark for those seeking bright binoculars: the 50 mm lens diameter allows them to gather a significant amount of light, essential for observing faint celestial objects like nebulae and galaxies.

    Here’s one of the many video reviews you can find on YouTube of the Nikon 10×50 EX. Just to get an idea of the tool! This binocular has an excellent reputation as a reliable instrument for astronomical use.

    This binocular uses so-called Porro prisms, an optical configuration named after the Italian engineer Ignazio Porro, who developed it in the 19th century. Porro prisms are arranged to create a “Z”-shaped optical path, which allows for greater separation between the objective lenses and the eyepiece lenses.

    This design, simpler than roof prisms, is particularly well-suited for astronomy: fewer optical surfaces mean less light dispersion, a crucial factor when observing the faint glow of stars. It’s no coincidence that the other binoculars on this list also use this configuration—in astronomy, simplicity is a valuable asset.

    The Nikon Action EX 10×50 has several features that make it an excellent choice. Its multi-coated anti-reflective lenses and BaK-4 prisms ensure sharp, high-contrast images with optimal light transmission. It’s also durable: the body is rubber-coated for a secure, shock-resistant grip, and it’s waterproof and fog-proof thanks to nitrogen filling. This makes it ideal for tough conditions, like nighttime humidity or rugged outdoor excursions. The field of view is wide (about 6.5 degrees), perfect for exploring large sections of the sky, and its weight of around 1 kg keeps it manageable for handheld observation sessions. However, for longer sessions, a tripod can be helpful (or better yet, a tip: try stargazing while comfortably reclining on a deck chair—it’s a fantastic position for summer binocular observations!).

    If you’re thinking of a gift for a young astronomy enthusiast, this binocular is a safe bet. Not only will it impress, but it also offers a tool that can truly make a difference. The price is reasonable, yet the optical quality is surprising for this range. Even an experienced astronomer will find it a reliable companion: it’s not among the most expensive binoculars, so there’s no fear of damaging it by taking it on the go, keeping it in the car for impromptu observations, or using it in less-than-ideal conditions. It’s the kind of tool you won’t hesitate to use, and that’s a quality every enthusiast appreciates.

    Nikon Action EX 10×50


    The Nikon Action EX 10×50 offers the best price-to-performance ratio, suitable for both beginners and experts.

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    2. APM 10×50 ED APO: The Binocular for Demanding Astronomers

    Let’s now move on to a binocular in a higher price and performance range: the APM 10×50 ED APO. This instrument is specifically designed for astronomy, and it shows in the details that make a difference. For example, the focus is individual for each eyepiece. This system, typical of high-end binoculars for astronomical use, allows for precise sharpness adjustment for each eye—a huge advantage when observing stars. It’s no coincidence that binoculars with this feature are less suited for general use: the lack of central focusing makes them less practical for dynamic activities like birdwatching, where you need to quickly adjust for distance. But for astronomy, where the observed object is often fixed and distant, individual focusing is perfect.

    Another feature that sets the APM 10×50 ED APO apart is the use of low-dispersion lenses, indicated by the ED (Extra-low Dispersion) designation. These lenses are designed to minimize chromatic aberrations, an optical phenomenon where light, composed of different frequencies, disperses as it passes through the lenses, creating colored halos around bright objects. ED lenses reduce this effect, ensuring sharper and more contrasted images, especially when observing bright stars or luminous edges like those of the Moon. It’s a feature that makes a difference, particularly for those seeking fine details and a high-quality visual experience.

    APM is a German brand that has earned an excellent reputation among astronomy enthusiasts. Founded as a company specializing in the distribution of high-end optical instruments, APM (short for Astro-Photo-Mechanik) has distinguished itself for the quality of its apochromatic refractors and binoculars designed for celestial observation. After taking over the distribution of instruments from the historic “telescope workshop” TMB, APM has continued to offer products that combine optical precision and mechanical robustness, becoming a benchmark for the most discerning astronomers.

    The APM 10×50 ED APO sits in a higher price range than the Nikon Action EX 10×50 — about twice as expensive — but it offers features that justify the investment. It’s a binocular for those who want to treat themselves, for those who understand that quality comes at a cost and that, in astronomy, every detail matters. Experienced astronomers will find this instrument to be a perfect ally for unforgettable observation sessions: the sharpness of the images, the brightness, and the chromatic correction make it ideal for exploring star clusters, nebulae, and galaxies. The design is also well-crafted: the magnesium body makes it lightweight and durable, while the nitrogen filling ensures waterproofing and protection against fogging.

    If you’re an astronomer who isn’t satisfied with settling and wants the best for your observations, the APM 10×50 ED APO is a choice that won’t disappoint. It’s a binocular that will deliver excitement every time you point it at the sky.

    APM 10×50 ED APO


    The APM 10×50 ED APO

    APM Binoculars 10x50 Magnesium ED APO

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    3. Swarovski Habicht 7×42: A Timeless Icon

    And here we are, at a true gem, a jewel of optics that every astronomer should treat themselves to at least once in their lifetime: the Swarovski Habicht 7×42. This binocular is more than just a tool; it’s an icon, a symbol of excellence that, despite the passage of time, remains a benchmark thanks to the Austrian company’s ability to refresh it without betraying its essence. Swarovski is synonymous with absolute quality, and the Habicht 7×42 is no exception.

    An unboxing video of the stunning Swarovski Habicht 7×42, from YouTube.

    At first glance, it might seem odd to go from the 50 mm diameter of the previous models to a 42 mm. But don’t be fooled: it’s not just about size, but optical quality. Swarovski lenses are renowned for their purity and advanced multilayer coatings that ensure exceptional light transmission, up to 96%. This means that, despite the slightly smaller diameter, the amount of light reaching your eyes is remarkable, surpassing many binoculars with larger but lower-quality lenses. It’s like looking through invisible glass: the images are bright, sharp, and with a contrast that leaves you speechless.

    The 7x magnification might seem less powerful compared to a 10x, but it’s actually an advantage for astronomy. Lower magnification means a wider apparent field of view, ideal for exploring large sections of the sky and navigating between constellations. Additionally, the 6 mm exit pupil (among the largest in this category) allows you to make the most of the light gathered, making the binocular perfect for observing in low-light conditions. This is especially useful for those observing under dark skies, where every photon counts.

    The design of the Habicht 7×42 is another strength. The Porro prisms, like in the previous models, ensure optimal light transmission and a three-dimensional image that roof-prism binoculars can’t match. The body is sturdy yet lightweight, thanks to its aluminum alloy construction, and it’s completely waterproof and nitrogen-filled to prevent fogging.

    There’s also a GA version (with green rubber armoring) that offers extra protection against impacts and abrasions. It’s a binocular that can handle the toughest conditions, ready to follow you anywhere.

    But what makes the Habicht truly special is its history and character. It’s a binocular born from a tradition of over 70 years, with the first model produced by Swarovski in 1949. Yet, thanks to continuous improvements, it remains competitive today. It’s not just a tool but a piece of optical history, an object that blends tradition and innovation.

    Of course, the price is higher than the previous models — around 1,000 euros — but it’s an investment worth every cent. For an astronomer, owning a Habicht 7×42 is like having a functional work of art: a tool that not only delivers exceptional performance but also represents a symbol of passion for the sky. It’s the binocular you’ll use for your most important observations, the one you’ll bring along on special nights, perhaps to observe an eclipse or a rare conjunction. If you’re an astronomy enthusiast, this is the binocular you dream of owning.

    Swarovski Habicht 7×42


    The Swarovski Habicht 7×42

    Swarovski Binoculars Habicht 7x42

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    Conclusion: The Right Binocular for Every Astronomer

    And here we are, at the end of this journey through astronomy binoculars. We’ve explored three different tools, each with its own personality and strengths. The Nikon Action EX 10×50 is the reliable and affordable companion, perfect for beginners or those looking for a versatile binocular without breaking the bank. The APM 10×50 ED APO raises the bar, offering superior performance for the most demanding astronomers, with optical quality that justifies every euro spent. Finally, the Swarovski Habicht 7×42 is every enthusiast’s dream, an icon that blends tradition, elegance, and an unparalleled view of the sky.

    The choice is yours: it depends on your budget, your needs, and the type of observations you want to make. If you’re just starting out or looking for a binocular to take anywhere, the Nikon won’t disappoint. If you want a tool specifically for astronomy and are willing to invest more, the APM is an excellent option. And if you’re seeking the best, an object that also symbolizes your passion, the Swarovski is waiting for you.

    Whatever your decision, remember: a good binocular is not just a tool, but a gateway to the sky. It’s what allows you to lose yourself in the beauty of the universe, to discover details you could never see with the naked eye. And above all, it’s a tool that invites you to step outside, explore, and experience the night. So choose carefully and never underestimate the value of quality optics. The sky deserves to be observed at its best.

  • I 3 binocoli migliori per osservare le stelle

    I 3 binocoli migliori per osservare le stelle

    La guida definitiva ai binocoli per l’astronomia: Nikon, APM e Swarovski. Da un appassionato del cielo notturno

    Quando alzo lo sguardo verso il cielo stellato, provo sempre un senso di meraviglia. È un’esperienza che non smette mai di stupirmi, anche dopo anni di osservazioni. 

    Per noi astrofili, che si tratti di principianti o di esperti, il binocolo è uno strumento indispensabile. Non è solo un’alternativa economica al telescopio, ma un vero e proprio compagno di viaggio. 

    Con un buon binocolo puoi imparare a orientarti tra le costellazioni, individuare ammassi stellari e nebulose, e persino goderti la Via Lattea in tutto il suo splendore. 

    È uno strumento che non richiede montaggi complicati: lo prendi, esci e osservi. E se hai già un telescopio, il binocolo diventa un complemento perfetto, ideale per esplorare ampie porzioni di cielo prima di puntare il tuo obiettivo su un target specifico. 

    In sintesi – La nostra scelta per tutti:

    Il Nikon Action EX 10×50 offre il migliore rapporto prezzo-prestazioni, per il principiante e per l’esperto. Tuttavia ti consiglio di leggere tutta la guida prima di scegliere! Potresti preferire altri binocoli a seconda delle tue esigenze.

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    Nikon Binocolo Action EX 10x50 CF WP

    Che tu sia un neofita che muove i primi passi o un esperto con ore di osservazione alle spalle, un binocolo di qualità non dovrebbe mai mancare nel tuo equipaggiamento. 

    Criteri per scegliere un binocolo astronomico

    La prima cosa da considerare è la qualità ottica. Non si tratta solo di ingrandire, ma di vedere con chiarezza e definizione. Le lenti devono essere ben lavorate, prive di impurità e con rivestimenti antiriflesso avanzati per garantire immagini nitide e contrastate. 

    La luminosità è altrettanto cruciale: il cielo notturno è un ambiente scarsamente illuminato, quindi il binocolo deve raccogliere quanta più luce possibile. Per questo, formati come 8×40 e 10×50 sono spesso i più indicati

    Tra i binocoli più indicati per l’uso astronomico sono quelli di dimensioni 8×40 e 10×50: il primo numero è l’ingrandimento e il secondo il diametro lenti o obiettivi.

    Il primo numero (8x o 10x) indica l’ingrandimento, mentre il secondo (40 o 50) rappresenta il diametro delle lenti in millimetri. Un 10×50, ad esempio, offre un buon equilibrio tra potenza e capacità di raccolta della luce, rendendolo versatile per osservare sia costellazioni che oggetti più deboli come nebulose e galassie.  

    Esistono poi i cosiddetti binocoli giganti, come i 20×80, che molti considerano eccezionali per l’astronomia. È vero, la loro apertura ampia permette di catturare molta luce, ma non sono pratici per tutti. 

    Sono pesanti, ingombranti e impossibili da usare a mano libera: richiedono treppiedi robusti e stabili, spesso con adattatori specifici. Questo li rende più adatti a un uso specialistico, magari per chi ha già esperienza e vuole approfondire l’osservazione di oggetti celesti specifici. 

    Ma per chi cerca uno strumento da prendere al volo e portare con sé durante una passeggiata notturna, i giganti non sono la scelta migliore. La praticità di un binocolo più compatto, che puoi usare senza supporti, è imbattibile.  

    Vediamo ora in dettaglio la nostra selezione di 3 validi modelli.

    1. Nikon Action EX 10×50: un classico per il cielo stellato

    Quando si sceglie un binocolo per l’astronomia, andare su una marca come Nikon è una garanzia. Da decenni, Nikon è sinonimo di ottiche di qualità, non solo per la fotografia ma anche per strumenti come binocoli e cannocchiali. 

    Con il Nikon Action EX 10×50 ti posizioni su un prodotto che offre un ottimo equilibrio tra prestazioni e praticità. Il formato 10×50 è già un punto di riferimento per chi cerca un binocolo luminoso: il diametro delle lenti da 50 mm permette di raccogliere una quantità significativa di luce, fondamentale per osservare oggetti celesti deboli come nebulose e galassie.  

    Ecco una delle tante video recensioni che si possono trovare su YouTube del Nikon 10×50 EX (in inglese ma con sottotitoli in italiano). Giusto per avere un’idea dello strumento! Questo binocolo ha un’ottima fama di valido strumento per uso astronomico.

    Questo binocolo utilizza i cosiddetti prismi di Porro, una configurazione ottica che prende il nome dall’ingegnere italiano Ignazio Porro, che la sviluppò nel XIX secolo. I prismi di Porro sono disposti in modo da creare un percorso ottico a “Z”, che permette una maggiore separazione tra le lenti dell’obiettivo e quelle dell’oculare. 

    Questo design, più semplice rispetto ai prismi a tetto, è particolarmente adatto all’astronomia: meno superfici ottiche significa meno dispersione della luce, un aspetto cruciale quando si osserva la debole luminosità delle stelle. Non è un caso che anche gli altri binocoli di questa lista adottino questa configurazione: in astronomia, la semplicità è un valore aggiunto.  

    Il Nikon Action EX 10×50 ha diverse caratteristiche che lo rendono una scelta eccellente. Le lenti con multitrattamento antiriflesso e i prismi BaK-4 garantiscono immagini nitide e contrastate, con una trasmissione della luce ottimale. È anche robusto: il corpo è rivestito in gomma per una presa sicura e resistente agli urti, ed è impermeabile e antiappannamento grazie al riempimento con azoto. Questo lo rende ideale per affrontare le condizioni più difficili, come l’umidità notturna o le escursioni in ambienti impervi. Il campo visivo è ampio (circa 6,5 gradi), perfetto per esplorare grandi porzioni di cielo, e il peso di circa 1 kg lo rende ancora maneggevole per sessioni di osservazione a mano libera, anche se per sessioni più lunghe un treppiede può essere utile (o meglio ancora, un consiglio: provate a guardare le stelle stando distesi comodamente su una sedia sdraio, è una fantastica posizione per le osservazioni estive col binocolo!).

    Se stai pensando a un regalo per un giovane appassionato di astronomia, con questo binocolo vai sul sicuro. Non solo non sfiguri, ma offri uno strumento che può davvero fare la differenza. Il budget da mettere in conto è contenuto ma la qualità ottica è sorprendente per questa fascia di prezzo. Anche un astrofilo esperto lo troverà un valido compagno: non è tra i binocoli più costosi, quindi non c’è il timore di rovinarlo portandolo in giro, tenendolo in macchina per osservazioni improvvisate o usandolo in condizioni non proprio ideali. È il tipo di strumento che non ti fa esitare a usarlo, e questa è una qualità che ogni appassionato apprezza.

    Nikon Action EX 10×50

    Il Nikon Action EX 10×50 offre il migliore rapporto prezzo-prestazioni, per il principiante e per l’esperto.

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    2. APM 10×50 ED APO: il binocolo per gli astrofili esigenti

    Passiamo ora a un binocolo che si colloca su una fascia di prezzo e prestazioni più avanzata: l’APM 10×50 ED APO. Questo strumento è progettato specificamente per l’astronomia, e lo si capisce da dettagli che fanno la differenza. La messa a fuoco, ad esempio, è individuale per ciascun oculare. Questo sistema, tipico dei binocoli di alta gamma per uso astronomico, permette di regolare con precisione la nitidezza per ogni occhio, un vantaggio enorme quando si osservano le stelle. Non è un caso che binocoli con questa caratteristica siano meno adatti a un uso generico: la mancanza di una messa a fuoco centrale li rende meno pratici per attività dinamiche come il birdwatching, dove serve regolare rapidamente la distanza. Ma per l’astronomia, dove l’oggetto osservato è spesso fisso e lontano, la messa a fuoco individuale è perfetta.  

    Un altro aspetto che distingue l’APM 10×50 ED APO è l’uso di lenti a bassa dispersione, indicate dalla sigla ED (Extra-low Dispersion). Queste lenti sono progettate per ridurre al minimo le aberrazioni cromatiche, quel fenomeno ottico in cui la luce, composta da diverse frequenze, si scompone attraversando le lenti, creando aloni colorati attorno agli oggetti luminosi. Le lenti ED minimizzano questo effetto, garantendo immagini più nitide e contrastate, soprattutto quando si osservano stelle brillanti o bordi luminosi come quelli della Luna. È una caratteristica che fa la differenza, specialmente per chi cerca dettagli fini e un’esperienza visiva di alto livello.  

    APM è un marchio tedesco che si è guadagnato una reputazione eccellente tra gli appassionati di astronomia. Fondata come una realtà specializzata nella distribuzione di strumenti ottici di alta gamma, APM (che sta per Astro-Photo-Mechanik) si è distinta per la qualità dei suoi rifrattori apocromatici e binocoli progettati per l’osservazione celeste. Dopo aver rilevato la distribuzione di strumenti della storica “officina dei telescopi” TMB, APM ha continuato a offrire prodotti che combinano precisione ottica e robustezza meccanica, diventando un punto di riferimento per gli astrofili più esigenti.  

    L’APM 10×50 ED APO si posiziona su una fascia di prezzo superiore rispetto al Nikon Action EX 10×50 – siamo intorno al doppio – ma offre caratteristiche che giustificano l’investimento. È un binocolo per chi vuole concedersi uno sfizio, per chi sa che la qualità ha un costo e che, in astronomia, ogni dettaglio conta. Gli astrofili più esperti troveranno in questo strumento un alleato perfetto per sessioni di osservazione memorabili: la nitidezza delle immagini, la luminosità e la correzione cromatica lo rendono ideale per esplorare ammassi stellari, nebulose e galassie. Anche il design è curato: il corpo in magnesio lo rende leggero e resistente, mentre il riempimento con azoto garantisce impermeabilità e protezione contro l’appannamento.  

    Se sei un astrofilo che non si accontenta e vuole il meglio per le sue osservazioni, l’APM 10×50 ED APO è una scelta che non delude. È un binocolo che regalerà emozioni ogni volta che lo punterai al cielo.

    APM 10×50 ED APO

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    APM Binocolo 10x50 Magnesium ED APO

    3. Swarovski Habicht 7×42: un’icona senza tempo

    Ed eccoci arrivati a una vera gemma, un gioiello dell’ottica che ogni astrofilo dovrebbe concedersi almeno una volta nella vita: lo Swarovski Habicht 7×42. Questo binocolo è più di un semplice strumento; è un’icona, un simbolo di eccellenza che, nonostante il passare degli anni, resta un punto di riferimento grazie alla capacità della casa austriaca di rinnovarlo senza tradirne l’essenza. Swarovski è sinonimo di qualità assoluta, e il Habicht 7×42 non fa eccezione.  

    Un video di unboxing del bellissimo Swarovski Habitch 7×42, da Youtube.

    A prima vista, potrebbe sembrare strano passare dai 50 mm di diametro dei modelli precedenti a un 42 mm. Ma non lasciatevi ingannare: qui non si tratta solo di dimensioni, ma di qualità ottica. Le lenti Swarovski sono famose per la loro purezza e per i rivestimenti multistrato avanzati che garantiscono una trasmissione della luce eccezionale, fino al 96%. Questo significa che, nonostante il diametro leggermente inferiore, la quantità di luce che arriva ai vostri occhi è straordinaria, superiore a molti binocoli con lenti più grandi ma di qualità inferiore. È come osservare attraverso un vetro invisibile: le immagini sono luminose, nitide e con un contrasto che lascia senza parole.  

    L’ingrandimento 7x potrebbe sembrare meno spinto rispetto a un 10x, ma in realtà è un vantaggio per l’astronomia. Un ingrandimento minore significa un campo apparente più ampio, ideale per esplorare grandi porzioni di cielo e orientarsi tra le costellazioni. Inoltre, la pupilla di uscita di 6 mm (tra le più grandi in questa categoria) permette di sfruttare al massimo la luce raccolta, rendendo il binocolo perfetto per osservare in condizioni di scarsa illuminazione. Questo è particolarmente utile per chi osserva sotto cieli bui, dove ogni fotone conta.  

    Il design del Habicht 7×42 è un altro punto di forza. I prismi di Porro, come nei modelli precedenti, assicurano una trasmissione della luce ottimale e un’immagine tridimensionale che i binocoli a prismi a tetto non possono eguagliare. Il corpo è robusto ma leggero, grazie alla struttura in lega di alluminio, oltre a essere completamente impermeabile e riempita di azoto per evitare appannamenti.

    Di questo binocolo esiste anche la versione GA (con armatura in gomma verde) che offre una protezione extra contro urti e abrasioni. È un binocolo che non teme le condizioni più difficili, pronto a seguirti ovunque.  

    Ma ciò che rende il Habicht davvero speciale è la sua storia e il suo carattere. È un binocolo che nasce da una tradizione di oltre 70 anni, il primo modello prodotto da Swarovski nel 1949. Eppure, grazie a continui miglioramenti, resta competitivo anche oggi. Non è solo uno strumento, ma un pezzo di storia dell’ottica, un oggetto che unisce tradizione e innovazione.  

    Certo, il prezzo è più alto rispetto ai modelli precedenti – siamo intorno ai 1000 euro – ma è un investimento che vale ogni centesimo. Per un astrofilo, possedere un Habicht 7×42 è come avere un’opera d’arte funzionale: uno strumento che non solo offre prestazioni eccezionali, ma che rappresenta anche un simbolo di passione per il cielo. È il binocolo che userai per le osservazioni più importanti, quello che porterai con te nelle notti speciali, magari per osservare un’eclissi o una congiunzione rara. Se sei un appassionato di astronomia, questo è il binocolo che sogni di avere.  

    Swarovski Habicht 7×42

    Swarovski Habicht 7×42

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    Swarovski Binocolo Habicht 7x42

    Conclusione: il binocolo giusto per ogni astrofilo

    Eccoci arrivati al termine di questo viaggio tra i binocoli per l’astronomia. Abbiamo esplorato tre strumenti diversi, ognuno con la sua personalità e i suoi punti di forza. Il Nikon Action EX 10×50 è il compagno affidabile e accessibile, perfetto per chi inizia o per chi cerca un binocolo versatile senza spendere una fortuna. L’APM 10×50 ED APO alza l’asticella, offrendo prestazioni di livello superiore per gli astrofili più esigenti, con una qualità ottica che giustifica ogni euro speso. Infine, lo Swarovski Habicht 7×42 è il sogno di ogni appassionato, un’icona che unisce tradizione, eleganza e una visione del cielo che non ha eguali.  

    La scelta dipende da te: dal tuo budget, dalle tue esigenze e dal tipo di osservazioni che vuoi fare. Se sei agli inizi o cerchi un binocolo da portare ovunque, il Nikon è una scelta che non delude. Se vuoi uno strumento specifico per l’astronomia e sei disposto a investire di più, l’APM è un’opzione eccellente. E se cerchi il meglio, un oggetto che sia anche un simbolo della tua passione, lo Swarovski è lì ad aspettarti.  

    Qualunque sia la tua decisione, ricorda: un buon binocolo non è solo uno strumento, ma una porta verso il cielo. È ciò che ti permette di perderti nella bellezza dell’universo, di scoprire dettagli che a occhio nudo non potresti mai vedere. E soprattutto, è uno strumento che ti invita a uscire, a esplorare, a vivere la notte. Per questo, scegli con cura e non sottovalutare mai il valore di un’ottica di qualità. Il cielo merita di essere osservato al meglio.

  • Creata la Task Force per declassificare i segreti americani: dai file su Kennedy agli UFO

    Creata la Task Force per declassificare i segreti americani: dai file su Kennedy agli UFO

    Ad annunciarlo, in una conferenza stampa tenutasi alle ore 21 italiane dell’11 febbraio 2025, la deputata repubblicana Anna Paulina Luna, che guiderà la “Task Force sulla Declassificazione dei Segreti Federali”. La nuova task force includerà la declassificazione di file su JF Kennedy, ma anche su UFO e USO (oggetti sottomarini non identificati) e la prima udienza pubblica sarà a marzo.

    Una notizia attesa da alcuni giorni

    Anna Paulina Luna si appresta a guidare la task force sulla declassificazione dei registri più scottanti della storia degli Stati Uniti, dall’assassinio di JFK, fino anche ai segreti sugli UFO.

    Questa notizia è stata in qualche misura anticipata dalla stessa deputata, che nella scorsa settimana aveva detto che ci sarebbe stata una svolta nella trasparenza governativa americana e che sarebbe stata resa pubblica in questi giorni.

    La rete tv Fox News aveva bruciato i tempi e prima della conferenza stampa di Anna Luna ha rilasciato un articolo, dove si legge che l’emittente ha appreso che «il presidente del comitato di sorveglianza della Camera James Comer, ha nominato Luna per presiedere la “Task Force sulla declassificazione dei segreti federali”. Ora Comer e Luna stanno inviando lettere alle agenzie dei servizi segreti, per dare il via alle indagini sulla declassificazione.»

    Ecco il video della conferenza stampa di presentazione della Task Force (inizia dopo alcuni minuti dalla sigla):

    https://twitter.com/i/broadcasts/1YqGooNMYnlGv

    La task force arriva dopo l’ordine esecutivo di Trump

    La creazione della task force arriva dopo che il presidente Trump, appena insediato, aveva firmato nelle scorse settimane un ordine esecutivo con il quale dava mandato al direttore nazionale dell’intelligence di redigere un piano per il rilascio completo di tutti i files riguardanti l’assassinio di JF Kennedy entro 15 giorni, e di esaminare i registri relativi agli omicidi di Robert Kennedy e di Martin Luther King; per questi ultimi il piano per la divulgazione dovrà avvenire entro 45 giorni.

    “Per troppo tempo, il governo federale ha mantenuto segrete le informazioni di interesse pubblico e il popolo americano chiede una maggiore trasparenza. Questa segretezza ha seminato la sfiducia nelle nostre istituzioni”, ha detto Comer a Fox News Digital, osservando che la task force “si baserà sugli sforzi dell’amministrazione Trump per declassificare i registri di importanza nazionale e garantire agli americani le risposte che meritano “.

    La Task Force si occuperà anche dei segreti sugli UFO / UAP e USO (oggetti non identificati sottomarini)

    Come dichiarato dalla stessa deputata repubblicana, la nuova task force si impegnerà anche per la declassificazione di materiali secretati sugli UAP / UFO e pure sui più sfuggenti USO (oggetti sottomarini non identificati).

    La prima udienza pubblica con i primi risultati dello sforzo della Task Force (sia sul versante degli assassinii JFK, MLK, sia sugli UFO) si terrà a marzo, ha dichiarato Luna, in una data da precisarsi.

    Le fonti di Fox News affermano che la task force della repubblicana Luna avrà un mandato di sei mesi, entro i quali sarà autorizzata a operare per la trasparenza. Altri membri della task force, rivela sempre Fox News, saranno annunciati nelle prossime settimane.

  • FBI e UFO: Un gruppo segreto nel mirino di Trump. John Ratcliffe alla CIA

    FBI e UFO: Un gruppo segreto nel mirino di Trump. John Ratcliffe alla CIA

    Secondo recenti rivelazioni pubblicate dal giornale online americano Politico, l’FBI ospita un gruppo di lavoro segreto che di recente ha indagato sugli avvistamenti di UFO, che ora teme per la propria esistenza con il ritorno di Donald Trump alla presidenza. Questo gruppo, infatti, non divulgato pubblicamente fino a poco tempo fa, è composto da agenti che indagano su fenomeni aerei non identificati, ma che ora si trovano sotto la lente di ingrandimento per via delle loro attività correlate al 6 gennaio 2021, quando sostenitori di Trump hanno assaltato il Campidoglio.

    Notizie incoraggianti invece sul fronte delle nomine: John Ratcliffe, ex direttore dell’intelligence (DNI) nel primo mandato Trump, ricopre ora il ruolo di direttore della CIA. La sua disponibiltà a parlare del tema ufologico durante gli ultimi anni l’aveva reso uno dei personaggi pubblici/istituzionali più apprezzati.

    L’ex testimone: “questi agenti stanno svolgendo un lavoro incredibile”

    Rian Graves, un ex pilota della Marina degli Stati Uniti, è stato menzionato in relazione a questo contesto. Graves è noto per aver testimoniato di fronte al Congresso riguardo ai suoi incontri con oggetti volanti non identificati durante le missioni di volo, portando maggiore attenzione e credibilità alle discussioni sugli UFO. Le sue esperienze hanno contribuito a spingere per una maggiore trasparenza e investigazione ufficiale su questi fenomeni da parte del governo federale.

    Graves attualmente si occupa di divulgazione sul tema UFO / UAP ed è direttore esecutivo di Americans for Safe Aerospace, organizzazione che aiuta i piloti anche civili a tutelare il loro lavoro sempre più condizionato dalla presenza di oggetti aerei non identificati. Graves ha raccontato a Politico le sue preoccupazioni:

    “Ho parlato con diversi agenti del gruppo di lavoro UAP che hanno paura di perdere il loro ruolo e le indagini che si sono compromesse involontariamente. Sono preoccupato che il gruppo di lavoro UAP dell’FBI potrebbe essere influenzato dai cambiamenti di transizione e questi leader potrebbero non essere consapevoli dell’incredibile lavoro che questi agenti stanno svolgendo e di come le loro indagini potrebbero essere potenziate come parte di uno sforzo intergovernativo formalizzato“.

    Trump e la promessa di trasparenza sugli UFO: nuovo ruolo per John Ratcliffe

    L’impegno dell’amministrazione Trump per far luce sugli ufo tuttavia continua, così come l’interesse per gli UFO continua a crescere – grazie a testimonianze come quella di Graves, e di molti altri testimoni usciti allo scoperto negli ultimi anni.

    Il gruppo segreto dell’FBI è soltanto l’ultima notizia di cui ora veniamo a conoscenza, ma in maniera sotterranea proseguono gli sforzi per continuare il loro lavoro di indagine sul fenomeno degli UAP.

    Durante il suo primo mandato, Trump nominò John Ratcliffe come Direttore dell’Intelligence Nazionale, che si distinse per la sua disponibilità a discutere pubblicamente delle informazioni sugli UFO, promettendo maggiore trasparenza.

    Ora, nel suo secondo mandato, Ratcliffe è stato nominato Direttore della CIA. In questa nuova posizione, si prevede che Ratcliffe giocherà un ruolo cruciale nel portare alla luce più informazioni sugli UFO, potenzialmente supervisionando la declassificazione di documenti e promuovendo una politica di maggiore apertura e collaborazione tra le agenzie di intelligence per investigare questi fenomeni.

    Fox News intervistava l’ex direttore National Intelligence, John Ratcliffe, in previsione del rilascio del rapporto UFO/UAP nel 2021
  • 2 febbraio: Groundhog Day negli USA e in Italia la tradizione della Candelora

    2 febbraio: Groundhog Day negli USA e in Italia la tradizione della Candelora

    Il 2 febbraio è a metà strada dell’inverno, a metà tra il solstizio d’inverno appena superato e il prossimo equinozio di primavera. Fin dai tempi antichi l’umanità ha cercato di pronosticare il tempo atmosferico.

    Così ha preso piede nella cultura popolare contemporanea il rimando al Groundhog Day (Giorno della Marmotta), una usanza nordamericana, che ha radici negli emigranti europei di lingua tedesca, con la quale si cerca di prevedere il clima della restante parte dell’inverno.

    Ma se guardiamo alle nostre parti, ci è molto più facile identificare quell’occasione con una festa popolare ben nota nella cultura cristiana cattolica: la festa della Candelora.

    Indice

    La tradizione americana del Groundhog Day

    Negli Stati Uniti e in Canada, il 2 febbraio è noto come “Groundhog Day”. Secondo la tradizione, una marmotta emerge dalla sua tana in questo giorno: se vede la propria ombra a causa del cielo sereno, si ritiene che l’inverno durerà altre sei settimane; se invece il cielo è nuvoloso e l’ombra non è visibile, la primavera arriverà in anticipo. Questa usanza, che affonda le sue radici nel XIX secolo, è stata introdotta dai coloni tedeschi in Pennsylvania. In Europa, tradizioni simili coinvolgevano animali come il tasso per predire la durata dell’inverno.

    Il film che ha rafforzato la popolarità del Groundhog Day

    La popolarità del Groundhog Day è aumentata notevolmente grazie al film “Ricomincio da capo” (titolo originale: “Groundhog Day”) del 1993, interpretato da Bill Murray. Nel film, il protagonista rivive continuamente la giornata del 2 febbraio, portando l’espressione “Giorno della Marmotta” a simboleggiare situazioni ripetitive o cicliche.

    Il trailer ufficiale del film: Il giorno della marmotta

    Le origini europee della credenza

    La tradizione del Groundhog Day ha origini nelle credenze degli immigrati tedeschi negli Stati Uniti. In Europa, il 2 febbraio era associato a varie superstizioni legate alla previsione del tempo, spesso coinvolgendo animali come il tasso e prima ancora l’orso. I coloni tedeschi portarono con sé queste tradizioni, adattandole al nuovo ambiente americano e scegliendo la marmotta come animale simbolo per le previsioni meteorologiche.

    La Candelora in Italia

    In Italia, il 2 febbraio si celebra la Candelora, una festività che commemora la Presentazione di Gesù al Tempio, avvenuta quaranta giorni dopo la sua nascita.

    Durante questa ricorrenza, è tradizione benedire le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”.

    La Candelora segnala il passaggio dall’inverno alla primavera anche con numerosi proverbi popolari, per esempio quello che all’incirca recita: “Per la Santa Candelora dell’inverno siamo fora (fuori); fuori sì o fuori no, quaranta giorni ghe né mo (40 giorni ci sono ancora)”.

    L’affidabilità delle previsioni basate sul comportamento animale

    Studi statistici hanno dimostrato che le previsioni meteorologiche basate sul comportamento delle marmotte non mostrano una reale corrispondenza con i dati. Le osservazioni indicano che tali predizioni non sono più accurate del caso. Qualcuno ha persino tenuto traccia per decenni del comportamento delle marmotte in Pennsylvania, dove la tradizione è molto radicata, confrontandolo con le previsioni meteo, e ha visto che non il mammifero non era affidabile per prevedere il meteo del periodo seguente.

  • Il cielo del mese: febbraio 2025

    Il cielo del mese: febbraio 2025

    In queste sere abbiamo visto una varietà di situazioni meteorologiche, a tratti molto favorevoli all’osservazione, a tratti proprio no, con un fitto strato di nebbia o di nubi che sembravano dirci: inutile uscire a prendere umido e freddo!

    Il cielo di febbraio tuttavia, se limpido, consente un’ottima osservazione dei pianeti del nostro caro Sistema Solare: Venere Giove Marte e Saturno sono ancora osservabili in orario serale.

    Per questa variabilità connaturata al periodo, introduciamo questa consueta rubrica astronomica con l’immagine postata dalla NASA ieri sulla pagina della Foto Astronomica del Giorno (APOD), il primo di febbraio, che ritrae nubi opalescenti (le cosiddette “nubi madreperla”) sul cielo della Svezia:

    Nacreous Clouds over Sweden 
    Image Credit & Copyright: Vojan Höfer

    Fonte: NASA https://apod.nasa.gov/apod/ap250201.html

    I fenomeni significativi del mese che seguono sono tratti dalla pagina Il Cielo del Mese UAI: Commissione Divulgazione UAI – Unione Astrofili Italiani http://divulgazione.uai.it

    Indice

    Sole


    Si trova nella costellazione del Capricorno fino al 16 febbraio, quando passa nella costellazione dell’Acquario. 

    • 1 febbraio: il sole sorge alle 7.25; tramonta alle 17.27 
    • 15 febbraio: il sole sorge alle 7.08; tramonta alle 17.45
    • 28 febbraio: il sole sorge alle 6.48; tramonta alle 18.01


    La durata del giorno aumenta di 1 ora e 11 minuti dall’inizio del mese. 


    (Gli orari indicati sono validi per una località alla latitudine media italiana). 

    Luna


    Le Fasi:

    Fasi Lunari febbraio 2025
    DataFaseOrario
    05/02/2025Primo quarto09h 2m
    12/02/2025Luna Piena14h 53m
    20/02/2025Ultimo quarto18h 33m
    28/02/2025Luna Nuova01h 45m

    Pianeti

    mappa astronomica cielo del mese febbraio 2025
    mappa astronomica cielo del mese febbraio 2025

    Venere: dopo aver assistito per tutto il mese precedente al periodo di migliore e più prolungata osservabilità del pianeta, che tramontava circa 4 ore dopo il Sole, nell’arco di poche settimane noteremo una repentina riduzione dell’intervallo di tempo a disposizione per ammirarlo. Alla fine di febbraio Venere tramonta poco più di 2 ore e mezza dopo il Sole. Venere rimane per tutto il mese nella costellazione dei Pesci.

    Marte: dopo l’opposizione al Sole del mese scorso per il pianeta rosso prosegue ancora un periodo di osservabilità ottimale. E’ visibile per quasi tutta la notte, a Sud-Est nelle prime ore della sera fino al culmine raggiunto a Sud nel corso della prima parte della notte. Marte si sposta con moto retrogrado all’interno della costellazione dei Gemelli fino al 24 febbraio, quando inverte il moto che torna diretto. Marte chiude il lungo corteo di pianeti visibili in orario serale dopo il tramonto del Sole: Mercurio, Saturno, Venere, Giove e Marte.

    Giove: il pianeta è ancora osservabile agevolmente nel corso della prima parte della notte. Culmina a Sud al calare dell’oscurità e scende a Sud-Ovest nelle ore successive. Giove si trova ancora nella costellazione del Toro dove si sposta lentamente in moto retrogrado solo fino al 4 febbraio, quando inverte la marcia e torna al moto diretto.

    Saturno: si avvia alla conclusione il prolungato periodo di osservabilità serale del pianeta con gli anelli. Per molti mesi è stato uno dei protagonisti della prima parte della notte, ma ormai Saturno è destinato ad avvicinarsi sempre di più all’orizzonte occidentale fino a diventare difficile da individuare nella luce del crepuscolo serale. La visibilità si riduce sempre più alla fine del mese: dal 25 febbraio Saturno viene “sorpassato” da Mercurio. Da quella data sarà Saturno il primo pianeta a tramontare, seguito da Mercurio, Venere, Giove e Marte. Saturno prosegue il suo lento cammino con moto diretto nella costellazione dell’Acquario.

    Congiunzioni

    Luna – Giove – Pleiadi : la notte del 6 febbraio la costellazione del Toro ospiterà la congiunzione tra il pianeta Giove e la Luna poco oltre il Primo Quarto, accompagnati dalla stella Aldebaran e dalle Pleiadi.  (vedi mappa)

    Luna – Marte : la sera del giorno 9 la Luna transiterà molto vicino al pianeta Marte. La congiunzione si verifica nella costellazione dei Gemelli, a breve distanza delle stelle Castore e Polluce.  (vedi mappa)

    Mercurio – Saturno – Venere : da diverse settimane si parla di “allineamenti planetari”. Abbiamo già più volte specificato che non stiamo osservando particolari concentrazioni planetarie, dato che i componenti del sistema solari sono distribuiti su un’ampia sezione della fascia zodiacale. Se vogliamo comunque evidenziare una data interessante per osservare tutti i pianeti nella stessa sera, il 25 febbraio è sicuramente una delle occasioni più interessanti, con la congiunzione tra Mercurio e Saturno, molto bassi sull’orizzonte occidentale, nella costellazione dell’Acquario, sovrastati da un ben più luminoso Venere, nei Pesci.  (vedi mappa)

    Costellazioni

    Il cielo è ancora dominato dalle grandi costellazioni invernali. Protagonista del cielo in direzione meridionale è sempre Orione, con le tre stelle allineate della cintura (da sinistra: AlnitakAlnilam e Mintaka) ed i luminosi astri Betelgeuse (rossa) e Rigel (azzurra). 

    Più in alto troviamo ancora le costellazioni del Toro con la rossa Aldebaran, la costellazione dell’Auriga con la brillante stella Capella, i Gemelli con le stelle principali Castore e Polluce. A sinistra in basso rispetto ad Orione, il grande cacciatore, nella costellazione del Cane Maggiore, brilla la notissima Sirio, la stella più luminosa del cielo. 
    Ancora più in alto, verso sinistra, la raffigurazione della caccia è completata dal Cane Minore, dove risplende Procione. Verso Ovest, nelle prime ore della sera, c’è ancora tempo per veder tramontare le costellazioni autunnali di Andromeda, del Triangolo, dei Pesci e dell’Ariete
    Restando tra le costellazioni zodiacali, un po’ più impegnativo è invece il riconoscimento della piccola e debole costellazione del Cancro, visibile tra i Gemelli e il Leone, che vedremo sorgere ad Est, seguito dalla Vergine
    Prendendo a riferimento la Stella Polare, possiamo riconoscere alcune note costellazioni del cielo settentrionale.
    A Nord-Ovest riconosciamo Cassiopea con la sua caratteristica forma a “W”; tra Cassiopea e il Toro è facile individuare la costellazione del Perseo.
    Più spostata a Nord-Est si trova l’inconfondibile Orsa Maggiore, vicino alla quale possiamo riconoscere la piccola costellazione dei Cani da Caccia.