A “60 minutes” i misteriosi droni sull’America

misteriosi droni sulle basi usa inchiesta della trasmissione 60 minutes - immagine di fantasia
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Misteriosi sciami di (presunti) droni sui cieli americani: il servizio di 60 Minutes accende i riflettori.

Pochi giorni fa, la celebre trasmissione americana 60 Minutes ha mandato in onda un servizio abbastanza rivelatore intitolato “Drone swarms inside the U.S. could be spying — and the ability to detect, track them is lagging” (letteralmente: Sciami di droni negli Stati Uniti potrebbero essere delle spie – e la capacità di rilevarli e tracciarli è in ritardo).

Il reportage ha messo in luce un fenomeno che da anni turba i cieli americani e, a quanto pare, non solo: misteriosi sciami di droni non identificati che sorvolano aree sensibili, in particolare basi militari, senza che le autorità riescano a individuarne l’origine o a fermarli. Un enigma che solleva domande scomode: come è possibile che gli Stati Uniti, la più grande potenza militare al mondo, si trovino così vulnerabili di fronte a una minaccia tanto evidente quanto inspiegabile?

Il servizio si concentra su episodi specifici, come quello della base aerea di Langley, in Virginia, dove per più di due settimane e di notte, nel dicembre 2023, droni di varie dimensioni – dai piccoli quadricotteri commerciali a velivoli grandi quanto un’auto – hanno invaso lo spazio aereo ristretto. Langley non è un luogo qualunque: è sede degli avanzatissimi caccia F-22 Raptor e rappresenta un punto nevralgico per la difesa americana. Eppure, questi intrusi sono apparsi e scomparsi senza lasciare traccia, costringendo persino a trasferire temporaneamente alcuni jet per proteggerli. Ma Langley non è un caso isolato. Simili incursioni sono state segnalate sopra basi strategiche negli Stati Uniti e persino in Europa, come un episodio in una base nel Regno Unito che ospita armamenti nucleari americani.

Ecco il filmato su YouTube:

Le testimonianze dei veterani

A rendere il tutto ancora più sconcertante sono le testimonianze dirette di veterani militari di alto rango, intervistati da 60 Minutes. Il generale in pensione Mark Kelly, ex comandante a Langley, ha descritto gli sciami come un fenomeno variegato: droni di diversa grandezza, velocità e altitudine, alcuni rumorosi, altri quasi silenziosi, che si muovevano in modo apparentemente coordinato. Un altro generale, Glen VanHerck, già a capo del NORAD (il comando che protegge lo spazio aereo nordamericano), ha ammesso di aver visto video di droni che sorvolavano la linea di volo degli F-22, sottolineando il pericolo: questi velivoli potrebbero non solo spiare, ma anche potenzialmente distruggere, come già accade in teatri di guerra lontani. E poi c’è il senatore Roger Wicker, presidente della Commissione per i Servizi Armati del Senato, che non ha dubbi: “C’è chiaramente un aspetto di intelligence militare in tutto questo”. Ma chi li controlla? Russia? Cina? O forse qualcosa di ancora più oscuro?

I mezzi inadeguati dei militari

Il vero colpo di scena, però, è l’impotenza dichiarata delle autorità. I sistemi radar del NORAD, progettati durante la Guerra Fredda per rilevare minacce ad alta quota, non riescono a captare questi droni che volano bassi e sfuggono al controllo. Tentativi di interferenza elettronica si sono rivelati inefficaci, e abbatterli con missili o armi da fuoco sopra aree popolate è troppo rischioso. “Non sappiamo chi siano o da dove vengano”, ha confessato VanHerck, puntando il dito su lacune tecnologiche, burocratiche e legali. Un funzionario della Casa Bianca ha provato a minimizzare, suggerendo che potrebbero essere opera di hobbisti, ma l’ipotesi non convince i militari che hanno vissuto queste incursioni in prima persona.

La natura dei misteriosi droni rimane incerta

Il servizio di 60 Minutes non offre risposte definitive, ma accende un faro su una vulnerabilità che va oltre i confini americani. Se questi droni – o almeno alcuni di essi – sono davvero strumenti di spionaggio, chi li sta usando sta sfruttando un punto cieco nella sicurezza globale. E se non fossero solo droni convenzionali? Alcuni osservatori, soprattutto nel nostro ambito di interesse, si chiedono se dietro questi fenomeni possa esserci qualcosa di più enigmatico, magari legato a tecnologie non terrestri. Per ora, però, il mistero resta intatto, e il Pentagono continua a brancolare nel buio.

Cosa ne pensate? Siamo di fronte a una nuova frontiera dello spionaggio o a qualcosa che sfugge ancora alla nostra comprensione? Continuate a seguire ufoitalia.it per aggiornamenti su questo e altri enigmi.

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