il Pentagono rilascia il rapporto annuale 2024 sugli ufo o uap - illustrazione di fantasia

Rapporto annuale del Pentagono: oltre 700 UAP, di cui 21 inspiegabili

Il giorno dopo la conferenza al Congresso, l’AARO rilascia il suo rapporto annuale sugli ufo: ci sono incidenti che non sappiamo spiegare, afferma in una conferenza stampa il nuovo direttore Jon Kosloski, a capo dell’ufficio del Pentagono preposto a una revisione dei casi di oggetti non identificati che vengono segnalati dal personale militare. Altre interessanti rivelazioni nel rapporto riguardano potenziali rischi per la sicurezza aerea e le incursioni di uap o droni su basi militari americane.

Un giorno dopo l’udienza sugli ufo al Congresso, l’AARO (questo il loro sito web ufficiale) il pubblica il suo rapporto aggiornato sugli uap / ufo. Con il nuovo direttore dell’AARO sembra essere cambiato qualcosa: egli stesso ammette che ci sono alcuni incidenti che riguardano gli uap, anche molto recenti, che non trovano una spiegazione con le conoscenze scientifiche attuali.

L’orientamento dell’ufficio del Pentagono preposto a valutare (anche se con limitate risorse e profondità rispetto al grado di segretezza) gli incontri con potenziali ufo appare ora più disposto a discutere in pubblico la questione. Anche se il rapporto si affretta a dichiarare che “non sono state trovate tracce di attività extraterrestre”, compaiono ammissioni di notevole rilevanza: dai misteriosi “droni” sulle basi militari, a oggetti che la fisica attuale non riesce a comprendere, e altre rivelazioni. Ad esempio, si è rischiata la collisione aerea di un volo commerciale con un ufo.

I casi presi in esame risalgono principalmente al periodo tra maggio 2023 e giugno 2024 e in parte sono tutt’ora in corso di analisi e valutazione da parte dell’ufficio dell’AARO. Alcuni casi invece sono avvenuti nel 2021 e 2022 ma non erano stati dichiarati prima.

Ricordiamo che AARO è un acronimo che sta per All-Domain Anomaly Resolution Office, come essi stessi si qualificano: “L’Ufficio per la Risoluzione delle Anomalie di Tutti i Domini sta guidando gli sforzi del DOD, in coordinamento con l’ODNI e altre agenzie governative, per documentare, analizzare e, quando possibile, risolvere i rapporti UAP utilizzando un quadro scientifico rigoroso e un approccio basato sui dati.”

Tramite questo link si può scaricare il rapporto ufficiale del novembre 2024 con i casi analizzati nell’ultimo periodo.

Alcuni incontri non hanno spiegazione, non attribuibili ad altre nazioni

Il rapporto annuale del Pentagono è stato reso pubblico il 14 novembre, esattamente un giorno dopo che si è tenuta la conferenza al Congresso americano – interessante evento che ha visto ben 4 testimoni, ne abbiamo parlato nel post precedente.

Il Pentagono dichiara quanti casi sono stati presi in esame, quanti risolti e quanti no. Per i casi risolti, è stato possibile risalire a spiegazioni ordinarie, ad esempio “oggetti come vari tipi di palloncini, uccelli e sistemi aerei senza pilota (UAS).” Sono più di 700 i rapporti esaminati nel periodo, e in totale da quando è stato istituito l’ufficio, più di 1600 rilevazioni di UAP sono state esaminate.

Tuttavia, ancora alcuni casi, 21 in particolare, “meritano un’ulteriore analisi da parte dei partner dell’IC [intelligence community] e scientifici e tecnologici (S&T).”

Un altro aspetto interessante emerso dal rapporto è che gli uap in esame “non sono attribuibili ad avversari stranieri”.

Almeno per esclusione, l’ufficio del Pentagono ha eliminato una possibile provenienza degli oggetti esaminati durante l’anno. Evidentemente rimangono altre possibili cause, dalle più normali fino (eventualmente) alle più straordinarie.

Rischi di collisione aerea e sorvoli su basi americane

“Dei 392 rapporti della FAA ricevuti durante il periodo di riferimento, solo un rapporto menzionava un possibile problema di sicurezza del volo durante l’evento. In questo caso, un equipaggio di volo commerciale ha segnalato un quasi incidente con un ‘oggetto cilindrico’ mentre sorvolava l’Oceano Atlantico al largo della costa di New York, l’AARO continua la sua ricerca e analisi su questo caso”, afferma il rapporto.

Un’altro aspetto di rilevanza per la sicurezza e la segretezza nazionale americana è che il rapporto conferma che i siti più sensibili degli Stati Uniti – in particolare quelli nucleari – sono stati sorvegliati da sistemi aerei senza pilota (UAS).

Che si tratti di droni o di ufo di origine non terrestre, questo aspetto indubbiamente solleverà maggiore attenzione verso il tema degli UAP negli Stati Uniti.

L’aspetto della sicurezza interna, della potenziale azione di spionaggio straniero o l’incursione sopra basi militari nel territorio nazionale, è qualcosa su cui l’America difficilmente vorrà apparire nuovamente vulnerabile.

Kosloski: «casi che con il mio background in fisica e ingegneria non riesco a capire»

Alcune interessanti affermazioni del direttore dell’AARO sono arrivate in una conferenza stampa a porte chiuse, conseguente alla pubblicazione del rapporto; lo apprendiamo dai media online.

A questo link, sul sito del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, è disponibile l’intera trascrizione della conferenza stampa.

Ecco una delle più intriganti dichiarazioni del Direttore, in risposta alle domande dei giornalisti:

“Sicuramente non si tratta solo di droni e UAS. Abbiamo quindi diversi casi particolarmente interessanti. Ci stiamo lavorando in ufficio, collaborando con i nostri partner per declassare molti di questi casi, in modo da poterne parlare pubblicamente. Ma ci sono casi interessanti che io, con il mio background in fisica e ingegneria e il tempo trascorso nell’Intelligence Community, non riesco a capire. E non conosco nemmeno nessun altro che li capisca.”

Il progetto GREMLIN e l’apertura a nuove collaborazioni

Durante la conferenza alcuni giornalisti preparati hanno chiesto a Kosloski aggiornamenti sullo sviluppo del sistema Gremlin.

Quel progetto è un sistema di sensori sviluppato dall’AARO per raccogliere dati in tempo reale su oggetti non identificati nel cielo o nello spazio.

Kosloski ha risposto che la piattaforma è attualmente in una fase di test su un teatro reale di una base o installazione americana:

“Attualmente è schierato sul campo. Preferiamo non dire esattamente dove si trova perché vogliamo che sia un test imparziale e non vogliamo invitare gente a venire a fare sorvoli e testare il sistema. Abbiamo scelto quella posizione specifica a causa dell’ambiente. Ci aspettiamo che ci sia molta varietà nel tipo di cose che vedremo. E c’erano state segnalazioni di UAP in quell’area generale.”

Il nuovo direttore ha poi manifestato l’intenzione di AARO di aprire il dibattito e le ricerche a collaborazioni con i tradizionali alleati degli USA:

“Stiamo lavorando per aumentare il nostro impegno all’estero. Riconosciamo che quella degli UAP non sarà solo una questione interna. L’ufficio si è concentrato principalmente sul governo degli Stati Uniti. E presto nel 2025 svilupperemo la possibilità di raccogliere report tra il pubblico. E speriamo di ampliare le nostre partnership internazionali anche nel 2025. Quindi, iniziando dal gruppo con cui abbiamo più familiarità – e poi facendolo crescere da quel punto.”

Un giornalista ha domandato: “Ci sono paesi specifici con cui intendete lavorare?”

Kosloski ha risposto che “Inizieremo con i tradizionali alleati del Dipartimento della Difesa e della Comunità dell’Intelligence. E per ora non aggiungo altro finché non avremo stabilito queste partnership e poi probabilmente forniremo maggiori informazioni.”

Tim Gallaudet si era espresso criticamente verso l’AARO

Il direttore Jon Kosloski è arrivato all’AARO prendendo il posto del direttore precedente, Sean Kirkpatrick, e la nuova nomina è stata accolta con auspici positivi dai protagonisti direttamente coinvolti nella questione UAP.

Questo perché la direzione precedente dell’AARO non sempre aveva apparentemente mostrato di accogliere senza pregiudizi le istanze dei testimoni, e aveva forse mancato di rispondere all’esigenza di vagliare tutte le possibilità, anche quelle meno convenzionali. Il direttore Kirkpatrick si era poi dimesso, tra polemiche e preoccupazioni personali

A sollevare il problema di un ufficio, quello dell’AARO, che paradossalmente non sembrava aiutare piloti e marines nelle problematiche di incontri con gli UAP, è stato di recente per esempio Tim Gallaudet, che pochi giorni fa, il 13 novembre, all’udienza al Congresso (ma informalmente anche durante interviste online), aveva raccontato la sua esperienza con l’ufficio del Pentagono.

Al Congresso l’ex vice ammiraglio Gallaudet aveva esposto quella che gli era sembrata un’apparente volontà di mischiare le acque, di screditare testimonianze e ridimensionare gli eventi riguardo agli uap da parte dell’AARO sotto la direzione precedente.

Tim Gallaudet in sede dell’udienza ufficiale al Congresso infatti ha raccontato che a suo tempo era stato chiamato dall’AARO a quella che pensava dovesse essere una conversazione sugli UAP – in quanto egli è una persona per così dire “informata sui fatti”.

Ha dichiarato che in realtà l’incontro si è trasformato in quello che gli è parso un lungo colloquio dove l’AARO ha cercato di ridimensionare la questione, gettare discredito sui testimoni e proporre versioni alternative degli eventi o delle interpretazioni, anche contro la palese e manifesta realtà dei fatti riguardo agli uap.

Lo stesso Gallaudet durante l’udienza ha però rimarcato che quella è stata la sua esperienza durante la direzione precedente dell’AARO, e con il nuovo corso ha auspicato che ci potrà essere una attenzione diversa verso i testimoni e i fatti riguardanti gli oggetti non identificati.


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